edifici storici
Girando per Bologna, è possibile vedere su edifici antichi e contemporanei cartelli informativi di forma ovale situati in prossimità dei portoni. Sono i cartigli, i cui testi riportano brevi notizie storico-artistiche relative agli edifici: proprietari, architetti, opere d'arte conservate, eventuali restauri.
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Palazzo Vizzani
L'edificio fu costruito su progetto di Bartolomeo Triachini (1559-65). Nello sfondato del cortile tracce di decorazioni prospettiche di A. Galli Bibiena. Nella scala ovali di L. Sabbatini e nella loggia Accecamento di Polifemo di L. Samacchini (1570). Passato in proprietà al cardinale Lambertini, fu ornato al piano nobile con affreschi settecenteschi di F. Minozzi, C. Lodi, P. Dardani e stucchi di P. Tadolini; in altri ambienti, dipinti di A. Basoli e F. Giani (1822).Vai al dettaglio -
Caserma Enrico Cialdini
Sede del Cenobio delle Clarisse di Santa Caterina de' Vigri dal 1456, fu destinata ad ospitare una Caserma dell'esercito napoleonico dal 1812 al 1816. Nel 1866 fu parzialmente devoluta al Demanio Militare che la intitolò al Generale Enrico Cialdini, nativo di Castelvetro di Modena. Successivamente fu sede del 35° reggimento di fanteria “Pistoia” che il 20 settembre 1870 partecipò alla breccia di Porta Pia ed alla presa di Roma. Adibita a ricovero degli sfollati bolognesi dopo la 2a guerra mondiale, dal 1957 al 2007 è stata sede del Distretto Militare di Bologna. Dal giugno 2007 è sede del Comando Militare Esercito “Emilia Romagna”.Vai al dettaglio -
Palazzo Zani
L'edificio fu costruito su progetto di Floriano Ambrosini nel 1594. Al pianterreno sala con soffitto e camino decorato da Girolamo Mattioli con statue di Gabriele Fiorini (1594). Al piano nobile affresco giovanile di Guido Reni con la Caduta di Fetonte contornato da prospettive settecentesche di Serafino Barozzi con Allegorie di Gaetano Gandolfi e stucchi alle pareti; in altri ambienti affreschi di G. Mattioli.Vai al dettaglio -
Casa Varrini
L'edificio, in origine di Astorre Bargellini, fu acquistato nel 1743 da Francesco Antonio Varrini che lo rinnovò radicalmente. Lo scalone si deve a Giuseppe Antonio Ambrosi; le sculture, con l'Immacolata della nicchia, sono opera di Angelo Gabriello Piò (1743 c.) e l'affresco nella volta soprastante è di G. Marchesi detto il Sansone. Al piano nobile si conservano nel salone belle tempere settecentesche di Carlo Lodi e sale con decorazioni coeve. Il palazzo è stato restaurato completamente in epoca recente dalla famiglia Guidi.Vai al dettaglio -
Palazzo Ghiselli Vasselli
Edificato nei primi anni del Cinquecento. E' contraddistinto da una bella facciata in laterizi a vista, che appartiene alla tradizionale architettura bentivolesca. Al piano nobile sono stati qui ricollocati nel 1929 affreschi del Guercino provenienti da casa Pannini e si conservano in altre sale opere di G. Gandolfi, A. Basoli e varie decorazioni ottocentesche. L'intero palazzo fu restaurato e rimaneggiato nel 1927 dalla famiglia Rosselli del Turco, in quell'occasione furono ripristinate le decorazioni rimosse nel Settecento.Vai al dettaglio -
Palazzo De' Bianchi
L'edificio fu eretto su progetto di Giuseppe Antonio Ambrosi nel 1746. Nello scalone si trovano statue allegoriche di Domenico Piò (1749). Al piano nobile è una galleria "all'antica" progettata e firmata da Carlo Bianconi (1772) con stucchi di D. Piò e affreschi di D. Pedrini, P. Fancelli, F. Minozzi e una piccola scala, ancora su disegno del Bianconi.Vai al dettaglio -
Casa Fontana poi Gamberini
Immobile di origine quattrocentesca di proprietà della famiglia Gessi passa all'inizio del Cinquecento alla famiglia Fontana, il cui stemma, raffigurante una grande vasca con getto d'acqua, compare sia sul portone principale, che su vari portali di pregio al piano terreno (1619). Alla fine del Settecento l'edificio fu acquisito dalla famiglia Gamberini, ascritta al patriziato nel 1796 con il titolo di Conte Palatino. Sul cortile interno si affaccia un ampio loggiato risalente al XV secolo con soffitti in legno a cassettoni decorati. Al piano nobile si trovano bellissimi saloni affrescati, con decorazioni neoclassiche della "bottega" di Antonio Basoli e Felice Giani.Vai al dettaglio -
Palazzo Agucchi
Del progetto di Carlo Francesco Dotti (1740) fu realizzata solo la bella facciata con balcone. Il palazzo, cui manca lo scalone d'onore previsto dal Dotti, fu completato nel retro da Angelo Venturoli nel 1795.Vai al dettaglio -
Chiesa della SS. Trinità
Appartenente alle monache gesuate dal 1648. L'edificio, costruito nelle forme attuali a partire dal 1662 su disegno di F. Martini, fu compiuto nel 1720, ed ampliato nella prima metà del XIX secolo con la costruzione del portico. Nell'interno dipinti di L. Fontana (1590-94), O. Samacchini, G. B. Gennari (1607); G. Gandolfi (canonica); nel presbiterio e nella cupola affreschi di A. Guardassoni; sua anche la Deposizione del 1855 nella controfacciata. Nella sala dell'Auditorium 'Benedetto XIV' si conserva la grandiosa pala di F. Torelli (1723).Vai al dettaglio -
Santuario della Madonna del Baraccano
L'edificio, addossato ad un tratto delle mura vicino ad un "baraccano", torre sporgente, fu edificato a partire dal 1418 per il culto di un'immagine della Vergine affrescata, forse, da Lippo di Dalmasio e magnificamente modificata al tempo dei Bentivoglio da Francesco del Cossa (1472). Nel 1524 fu ampliato e dotato di portico; nel 1682 venne innalzata la cupola di A. Barelli. Nell'interno dipinti di F. Zuccari, P. Fontana, C. Aretusi, G. Marchesi.Vai al dettaglio -
Ex conservatorio del Baraccano
Nel 1438 la confraternita del Baraccano vi istituì l'ospedale dei pellegrini, poi convertito in "conservatorio" di ragazze nubili. Il portico fu edificato nel 1491 per volere di Giovanni II Bentivoglio, il cui stemma compare su alcuni capitelli. Nel 1497 si aprì l'ampio voltone che inquadra prospetticamente la chiesa. La statua della Madonna in cotto al suo culmine è opera di Giovan Battista Lipparini (1779).Vai al dettaglio -
Chiesa di San Giuliano
Documentata già nel XII secolo, venne ricostruita insieme al campanile da A. Venturoli (1778-81). Nell'interno stucchi di G. Rossi e A. Moghini, statue di Evangelisti e Profeti di U. Gandolfi (1781); gli affreschi ottocenteschi della volta e del catino sono di A. Guardassoni e di L. Samoggia. Nella canonica fregio con le storie della vita del cardinale Gabriele Paleotti di A. Tiarini (1610 c.).Vai al dettaglio -
Porta Santo Stefano
Gli edifici attuali, che sostituiscono la porta medioevale, furono eretti nel 1843 dall'architetto Filippo Antolini per ordine di Papa Gregorio XVI. La barriera daziaria era chiusa da un cancello, poi trasferito all'ingresso dei giardini Margherita presso porta Castiglione.Vai al dettaglio -
Chiesa di San Silverio detta Chiesa Nuova
Inaugurata nel 1585, fu ampliata nella seconda metà del Settecento, quando venne rifatta al facciata. Nell'interno, restaurato da G. G. Dotti (1780 c.), si conservano la cappella maggiore su disegno di A. Torreggiani (1755); dipinti di J. A. Calvi, sculture di N. Toselli (1759) e una Pietà seicentesca in terracotta.Vai al dettaglio -
Villa Aldrovandi Marescotti poi Mazzacorati
L'edificio, detto anche villa di Camaldoli perché sorto presso un'antica sede di monaci camaldolesi, fu costruito per conto di Giovan Francesco Aldrovandi Marescotti su disegno di Francesco Tadolini (1769-70). Al suo interno si conserva un piccolo teatro con statue in stucco, che venne inaugurato nel 1763 con la messinscena della tragedia "Alzira" di Voltaire.Vai al dettaglio -
Chiesa di Santa Maria Lacrimosa degli Alemanni
L'edificio sorto negli anni 1540-46 venne poi ampliato nel Seicento, quando fu dato ai Carmelitani Scalzi (1618), e collegato alle mura da un lungo portico costruito tra il 1619 e il 1631. Nell'interno dipinti di D. M. Canuti, G. Garofalini; ricca cappella marmorea seicentesca di F. Bibiena, con Sacra famiglia da G. Pizzoli.Vai al dettaglio -
Porta Maggiore
La porta appartiene alla terza e ultima cerchia delle mura della seconda metà del XIII secolo. Fu ridisegnata nel 1770 da Gian Giacomo Dotti e ridotta nelle forme attuali, sulla base dei resti ritrovati dopo la demolizione dei primi del Novecento, secondo un progetto di Alfonso Rubbiani.Vai al dettaglio -
Chiesa di Santa Cristina
Ricostruita nel 1602 da Giulio dalla Torre su un'antica costruzione camaldolese duecentesca; il disegno della cuspide del campanile è attribuito a F. Bibiena (1692 c.). Nell'interno si conservano statue di G. Reni (Ss. Pietro e Paolo), G. Mazza, G. Fiorini e dipinti di G. Francia, F. Salviati, L. Carracci (1597), T. Passerotti, B. Baldi, L. Massari, D. M. Canuti. Nell'attiguo convento delle camaldolesi si trova un chiostro della fine del XV secolo.Vai al dettaglio -
Chiesa di Santa Caterina di Strada Maggiore
In antico era un monastero delle monache Vallombrosane fondato da Barbara Orsi nel 1522, soppresso nel 1798. Il portico, aggiunto da P. Fiorini nel 1612, fu restaurato nel 1832 da E. Gasparini; nella facciata statue del XIX secolo di A. Franceschi, G. Putti, L. Roncagli; il campanile si deve a F. Antolini (1842). Nell'interno dipinti di G. F. Gessi, J. A. Calvi, A. Dardani, U. Gandolfi. Il presbiterio ottocentesco è opera di A. Guardassoni e G. B. Baldi.Vai al dettaglio -
Palazzo Angelelli
L'edificio, eretto dalla famiglia Guidotti nel 1537, passò nel 1554 agli Angelelli. All'interno si conserva una rara cavallerizza, progettata da Antonio Francesco Ambrosi, e adibita poco dopo a teatro nel 1710. Nel primo cortile, sopra il pozzo composto da marmi rinascimentali, si trova una statua in terracotta di Tizio con l'avvoltoio di G. B. Bolognini (1736 c.); nel secondo cortile, dello stesso autore, ritratto in terracotta di A. M. Angelelli. All'interno, affreschi di D. Pedrini e una sala con stucchi settecenteschi attribuibili a G. B. Bolognini.Vai al dettaglio