edifici storici

Girando per Bologna, è possibile vedere su edifici antichi e contemporanei cartelli informativi di forma ovale situati in prossimità dei portoni. Sono i cartigli, i cui testi riportano brevi notizie storico-artistiche relative agli edifici: proprietari, architetti, opere d'arte conservate, eventuali restauri.

  • Palazzo Scardovi

    L'edificio fu progettato da Paolo Graziani nel 1934. In rapporto alla difficile conformazione del lotto, il formalismo modernista consente una soluzione che, attraverso il fronte curvo raccorda l'allineamento stradale del viale di circonvallazione e l'imbocco di via Santo Stefano, definendo così l'emiciclo sul cui diametro è disposta la barriera daziaria dell'Antolini detta "Gregoriana" del 1840 circa.
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  • Padiglione della Direttissima

    L'edificio, progettato nel 1934 dall'Ufficio Tecnico del Comune e dall'ingegnere Armando Villa, venne costruito in occasione dei festeggiamenti per la conclusione dei lavori della ferrovia Bologna-Firenze, la Direttissima, per ospitare mostre, concerti e conferenze. Del padiglione, la stampa dell'epoca esaltò la modernità delle linee e la celerità dell'esecuzione, che avvenne in soli 40 giorni; in assonanza quindi con l'opera tecnica che doveva celebrare.
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  • Palazzo del Gas

    L'edificio fu progettato da Alberto Legnani e Luciano Petruzzi nel 1935-36, in occasione della realizzazione della "nuova" via Roma che in seguito alle demolizioni e ai lavori di copertura dei canali di Reno e Cavaticcio, avviatisi nel 1932, vide la sua definitiva sistemazione nel 1936. L'attuale via Marconi venne quindi coinvolta nella realizzazione dei molteplici nuovi edifici tra i quali questo palazzo appare come uno dei più articolati; di particolare interesse è il fronte d'angolo con via delle Lame.
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  • Palazzo Faccetta nera

    L'edificio venne progettato da Francesco Santini nel 1936, in occasione della realizzazione della "nuova" via Roma, sistemata definitivamente proprio in quell'anno. Singolare appare il rivestimento della facciata con un motivo a losanghe concentriche, inedito nelle frequenti citazioni decorative di quegli anni.
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  • Palazzo Lancia

    L'edificio fu progettato da Paolo Graziani nel 1936-37, in occasione della realizzazione della "nuova" via Roma che venne sistemata definitivamente proprio in quegli anni. La struttura architettonica appare volutamente monumentale e "metafisica" in sintonia con le ricerche espressive dell'autore.
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  • Villaggio della rivoluzione fascista

    Questo complesso di edilizia popolare fu destinato dallo I.F.A.C.P. alle famiglie ""dei caduti, mutilati e feriti della Rivoluzione"". L'intervento, realizzato da Francesco Santini nel 1936-38, si compone di 56 alloggi distribuiti in fabbricati di quattro piani, 11 villette bifamiliari e un asilo nido. Elevati standard abitativi si associano alla ripresa di elementi formali tardo razionalisti. E' l'esempio più emblematico dell'edilizia di regime a Bologna.
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  • Casa editrice Zanichelli

    L'edificio venne progettato da Luigi Veronesi nel 1938. Un evidente gusto scenografico e un'abile combinazione dei rivestimenti marmorei danno origine ad una composizione tipica del monumentalismo di regime. Le sculture nelle nicchie laterali del portico sono di mano di Ercole Drei. Del progetto iniziale è stato realizzato solo il blocco sulla destra; si prevedeva, infatti, anche l'estensione di un'altra porzione dell'edificio nello stesso stile con cinque alti pilastri sulla sinistra del prospetto esistente.
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  • Villa Bertagni

    La casa venne progettata dagli architetti Giorgio Ramponi e Vittorio Stanzani su commissione della stessa famiglia Bertagni, nel 1937. Nell'opera i progettisti intesero sperimentare il "codice razionalista" con particolare attenzione al linguaggio espressivo del Weissenhof di Stoccarda.
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  • Ex sede dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI)

    L'edificio fu progettato dall'Ufficio Tecnico della Provincia nel 1940-43, quando ormai lo "stile razionale" mediava le istanze dell'architettura di regime. Il complesso presenta una particolare cura nell'esecuzione dei dettagli costruttivi, inoltre era arricchito da cromatismi, oggi non più visibili.
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  • Cimitero dei Polacchi

    Il complesso, realizzato dal Genio militare polacco e da Michele Paszyn tra il 1946 e il 1948, sorse per accogliere le spoglie dei mille soldati polacchi caduti nelle battaglie per la liberazione di Bologna. E' certamente una delle opere più emblematiche dell'immediato dopoguerra, anche se vi perdurano elementi iconografici e stilemi tipici della figuratività degli anni trenta.
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  • Villa Cerri

    L'edificio venne progettato da Melchiorre Bega nel 1951-52. Il complesso ricicla con felicità espressiva non comune i "cinque punti dell'architettura" secondo il primo Le Corbusier. Di particolare interesse la soluzione della "terrazza giardino", tema tipico dell'architettura europea di quegli anni.
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  • Sede Enpas

    L'edificio è l'unica opera realizzata a Bologna dal modenese Saverio Muratori che la progettò nel 1956-57, ed è una tipica espressione dell'architettura dell'immediato dopoguerra. Con accurata sapienza costruttiva il progettista ricerca il recupero di valori materici, cromatici e ambientali della "tradizione locale", tipici dei suoi studi di quegli anni.
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  • Palazzo Godoli

    Il palazzo cinquecentesco conserva nel cortile alcune tracce trecentesche. La scala, di impianto tardo rinascimentale, è abbellita da sculture. In uno dei saloni del piano nobile è presente un camino con lo stemma nobiliare e un soffitto a cassettoni con decorazioni cinquecentesche; un'altra sala, più piccola, ha decorazioni ottocentesche, con al centro del soffitto un dipinto su tela di Clemente Alberi.
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  • Opificio della Grada

    Costruito nel 1681 a cavallo del canale di Reno, fu destinato a pellacaneria (conceria) con i proventi della quale si contribuì a finanziare la fabbriceria di S. Petronio. Dal 1899 al 1926 fu attiva una centrale idroelettrica capace di alimentare le prime sale a raggi X dell'Istituto Rizzoli.
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  • Palazzo Bonasoni

    L'edificio venne costruito verso la metà del Cinquecento su progetto di Antonio Morandi, detto il Terribilia.
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  • Palazzo Rigosa

    Dimora cittadina della famiglia Rigosa fino al XV secolo, presenta un aspetto generale cinquecentesco, arricchito da particolari decorativi barocchi, come il balconcino in ferro battuto su mensole in arenaria del fianco destro. Nel cortile la colonna con capitello è il resto di un loggiato quattrocentesco e la parete di fondo è una torre-altana medievale. Lo scalone ha una balaustra in legno barocca e affreschi di scuola cinquecentesca.
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  • Casa Riari già Achillini

    L'edificio fu edificato e abbellito dalla famiglia Reali o Riari fra il 1644 e il 1662, ampliando le case che erano state della famiglia Achillini, nota per il letterato e poeta Giovanni Filoteo. Nel cortile belle finestre e una fontana con sculture architettoniche del Settecento e fondale dipinto a fresco. Nella loggia interna soffitto cassettonato con affreschi cinquecenteschi e sedili scolpiti alle finestre.
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  • Casa Tortorelli

    L'edificio risale alla fine del Cinquecento ed è attribuito a Francesco Morandi, figlio di Antonio detto “il Terribilia”. L'assetto attuale del prospetto si deve ad un intervento dei primi anni dell'Ottocento che ha inglobato edifici adiacenti ripetendo sulla facciata le forme tardo rinascimentali del nucleo originario, corrispondente alle prime tre arcate verso sinistra. Nell'angolo con via dé Griffoni affresco con il Cristo dalla pianella d'oro, riproduzione del Volto Santo di Lucca. Nel loggiato interno è collocato un affresco raffigurante la Madonna con il bambino di scuola bolognese del XVI secolo.
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  • Ex Chiesa S. Maria Rotonda dei Galluzzi

    Chiesa gentilizia della famiglia Galluzzi, è ricordata nel 1257. Dell'antico impianto conserva la forma rotonda, mascherata da muri perimetrali lineari; la decorazione interna risale al XVIII secolo e si deve a Giuseppe Tubertini.
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  • Fontana Vecchia

    La Fontana Vecchia fu progettata nel 1563 dallo scultore e architetto palermitano Tommaso Laureti dietro commissione del Pontefice Pio IV, mentre era Cardinale Legato Carlo Borromeo; la sua esecuzione fu seguita dal Vicelegato Pier Donato Cesi. La fontana fu costruita per fornire un punto di prelievo pubblico di acqua ed evitare che la popolazione attingesse alla Fontana del Nettuno e le ortolane del mercato di Piazza Maggiore vi lavassero la verdura.
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