edifici storici
Girando per Bologna, è possibile vedere su edifici antichi e contemporanei cartelli informativi di forma ovale situati in prossimità dei portoni. Sono i cartigli, i cui testi riportano brevi notizie storico-artistiche relative agli edifici: proprietari, architetti, opere d'arte conservate, eventuali restauri.
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Statua di San Petronio
All'incrocio di alcune delle più importanti arterie della città, il trivio di Porta Ravegnana, con il vicino Carrobbio, ospitava numerose attività commerciali e bancarie già nel Medioevo, costituendosi come il cuore commerciale e finanziario di Bologna. In esso, presso la torre Asinelli, fucollocata da tempo immemorabile la croce di Porta, mentre addossata alla torre Garisenda venne costruita la chiesa della Madonna delle Grazie o Madonna di Porta; nel 1683 in questo luogo fu collocata, a cura dell'arte dei Drappieri o degli Strazzaroli, la statua raffigurante il patrono cittadino San Petronio. La statua fu offerta dal cardinale legato Lazzaro Pallavicini e fu eseguita da Gabriele Brunelli, mentre il piedistallo fu opera di Giovanni Battista Albertoni. Nel 1871, sia per motivi politici che di viabilità, la statua, che era pervenuta ai conti Ranuzzi, fu spostata nella basilica di San Petronio. Il 4 ottobre 2001 la statua del santo patrono della città è stata ricollocata nel trivio, riqualificandolo e abbellendolo con la sua interpretazione barocca dell'immagine dell'antico vescovo che seppe difendere e proteggere la città.Vai al dettaglio -
Casa Marsili Angelelli
Porzione della casa della famiglia Marsili acquisita nel Cinquecento dalla famiglia Rossi e nel 1589 dotata di un portico rinascimentale con volte a crociera e capitelli scolpiti. Pienamente rinascimentali anche il solenne portale in arenaria scolpito con decorazione di stile classico e i due capitelli giganti del sottoportico, pure in arenaria. La facciata di stampo quattrocentesco è stata regolarizzata e restaurata in stile. Nella prima corte interna piccolo altorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino. Al primo piano soffitti a cassettoni dipinti.Vai al dettaglio -
Palazzo Bargellini Pallavicini Panzacchi
La facciata, rimaneggiata in tempi recenti, conserva capitelli del portico cinquecentesco. Nell'interno si trova un grandioso scalone di Alfonso Torreggiani, eretto nel 1732, quando Lorenzo Panzacchi trasformò l'intero edificio.Vai al dettaglio -
Liceo Augusto Righi
L'edificio fu progettato dall'Ufficio Tecnico della Provincia nel 1936-40, venne in seguito modificato sensibilmente con la sopraelevazione di un piano. Interessanti le decorazioni sul fronte posteriore dove si trova l'ingresso alle palestre.Vai al dettaglio -
Casa Salina già Alamandini
L'impianto architettonico di questo edificio ha origini cinquecentesche. Danneggiato nel 1944 durante un bombardamento aereo sulla città, si salvarono solo il piano delle cantine e alcuni elementi lapidei del piano terra. L'edificio presentava un portico voltato i cui pilastri avevano capitelli in pietra attribuiti a Formigine, un portale in pietra arenaria con un ricco decoro e fregio sovrastati da una testa di Ercole, attribuiti ad Alfonso Lombardi. La facciata era realizzata a bugnato, con fasce marcapiano e finestre con fregi sopra l'architrave. I pochi elementi lapidei rimasti, come i capitelli, i peducci delle volte, la testa di Ercole e il portale d'ingresso in arenaria furono ricollocati nel progetto di ricostruzione del 1949 che sostituì l'antico edificio.Vai al dettaglio -
Palazzo Bolognetti, poi Mattei Venturoli
Poi Mattei-Venturoli. La facciata, riformata da Edoardo Collamarini nel 1912, conserva l'antico portico cinquecentesco con colonne ottagonali e pilastri e una porta d'ingresso centinata con modanatura barocca di macigno. Lo stile dei loggiati interni rivela l'origine cinquecentesca del palazzo con colonne e ricchi capitelli; sullo sfondo prospettico si apre un giardino con un artistico pozzo in ferro battuto. Al piano terra sono presenti vari saloni affrescati con decorazioni settecentesche e due sovraporte ottocentesche di Coriolano Vighi. Al piano nobile si trovano: un ampio salone con ricco camino e pittura di scuola carraccesca raffigurante Giove tonante; un corridoio con volta a botte decorata con pitture seicentesche; varie sale con decorazioni settecentesche alcune attribuite a Carlo Lodi e una galleria dipinta da Giovanni Benedetto Paolazzi. Ai conti Mattei si deve la ristrutturazione novecentesca, che unì il palazzo con la casa di via Begatto 1, appartenuta al celebre pittore Angelo Michele Colonna.
Il palazzo è denominato anche Conti Castelli (n.d.r.)
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Caserma Marco Minghetti
Porzione dell'antico Convento delle Suore domenicane di Sant'Agnese, risalente al 1253, con l'occupazione napoleonica della città, a cavallo del 1800, venne destinato a caserma. Fu sede della guarnigione austriaca fino all'8 agosto 1848. In questa struttura fu rinchiuso il patriota Ugo Bassi, fucilato alla Certosa di Bologna l'8 agosto 1849. L'immobile passato al Demanio Militare all'indomani dell'unità d'Italia, fu sede dell'Ufficio militare di Leva per l'Esercito e l'Aeronautica. Dal luglio 2007 è sede del Centro Documentale di Bologna (ex Distretto Militare).Vai al dettaglio -
Palazzo Massei
La nuova facciata fu eseguita fra il 1843 e il 1851 su progetto di Enrico Brunetti Rodati. Il complesso riunisce a sè diversi corpi di fabbrica costituendo un importante esempio di architettura ottocentesca bolognese dell'epoca della Restaurazione. Dall'ingresso l'ampio loggiato con volte a crociera costituisce il fulcro distributivo del piano terreno. Lo scalone di collegamento al piano nobile è arricchito da una loggia colonnata e decori a grisaille con quadrature, rosoni, finte lesene e figure di gusto neoclassico alle pareti. Al piano nobile sono ancora presenti le ricche decorazioni ottocentesche ed un dipinto di Antonio Basoli.Vai al dettaglio -
Palazzo Minarini
Poi Pallotta della Torre del Parco. Il palazzo fu eretto nel Cinquecento su commissione della famiglia Minarini, poi Sampieri. La scala, di impianto cinquecentesco, è arricchita da un rilievo in cotto del XVIII secolo raffigurante una Pietà. Importante il lungo atrio di ingresso ravvivato da belle porte trabeate e chiuso da un cancello di fattura neoclassica. In alcune sale interne sono presenti soffitti a cassettoni con decorazioni seicentesche. All'inizio dell'Ottocento il palazzo fu interessato da alcuni lavori di abbellimento, sia all'interno che all'esterno, secondo i canoni dell'arte neoclassica.Vai al dettaglio -
Cappella Ghisilardi
L'elegante impianto sepolcrale a croce greca fu commissionato da Ludovico Ghisilardi a Baldassarre Peruzzi e realizzato nel 1530-34 sotto la direzione di J. Ranuzzi. La cappella venne occultata da C.F. Dotti nel 1731, ricostruita nella facciata da R. Faccioli nel 1909-10, è stata integralmente restaurata e riaperta al pubblico nel 2000. Unico esempio di monumentalità romana e trionfale, è caratterizzato dal gigantismo dell'ordine e dall'entrata di luce dall'alto. La cappella, il cui fulcro è costituito dall'impianto sepolcrale di matrice "antiquaria", è arricchita dai risalti architettonici in arenaria di A. Lombardi e dall'altare tardo cinquecentesco di P. Fiorini, su cui è stata ricollocata la pala raffigurante il Cristo in gloria di L. Sabbatini.Vai al dettaglio -
Casa Zambeccari
L'impianto originale dell'edificio risale al 1500, mentre lo scalone d'onore fu costruito alla fine del 1700. Ornano le stanze del piano nobile ricche decorazioni pittoriche attribuite alla scuola del Basoli. Al piano nobile due colonne ioniche racchiudono un'alcova e all'interno di una finta colonna marmorizzata è celato un antico gabinetto. Molte sono le testimonianze d'epoca ancora presenti, come la piccola e preziosa cappella di famiglia della prima metà del XIX secolo, le antiche cantine e gli ampi locali della soffitta con le due altane da cui si gode una panoramica vista sulla città. Abitò in questa casa il celebre musico Carlo Broschi detto il Farinelli, morto a Bologna nel 1782.Vai al dettaglio -
Compagnia dell'Arte dei Brentadori
I trasportatori del vino con la brenta ebbero qui la loro prima sede. I brentadori erano gli unici autorizzati a svolgere questa attività di trasporto e, all'occasione, avevano anche il compito di spegnere gli incendi. La compagnia è stata attiva dalla prima metà del XIII secolo fino alla fine del XIX secolo.Vai al dettaglio -
Ex convento delle Acque
Un importante intervento di restauro nel 2005 ha riportato alla luce ciò che rimane di uno dei più interessanti edifici monastici bolognesi, il cui nucleo originario risale ai primi del 1300. I frati Gesuati, soprannominati "Padri delle acque", gestirono il convento e nel 1628 diedero mandato a Girolamo Rainaldi di ricostruire la chiesa dedicata ai Santi Girolamo ed Eustachio. A metà del Seicento la proprietà passò agli Olivetani di San Michele in Bosco, ma fu nell'Ottocento che la chiesa, occupata dalle truppe austriache, fu devastata da un incendio e sulle sue rovine vennero costruite abitazioni civili. Il chiostro ed altre parti conventuali superstiti sono state riportate all'antico splendore e si sono riscoperti affreschi di artisti quali Michele di Matteo e Giovanni Martorelli (1420 ca.); Lattanzio Gambara e Benedetto da Marone; Amico Aspertini e il giovane Guido Reni; e al piano superiore episodi della scuola di Cesare Baglioni.Vai al dettaglio -
Istituto dei ciechi Francesco Cavazza
L'edificio, già monastero delle suore Cappuccine e quindi chiesa e conservatorio delle Zitelle di San Giuseppe, sore nel 1606 come ritiro per ragazze povere per iniziativa del padre gesuita Giorgio Giustiniani. Fu costruita, all'angolo fra strada Castiglione e Borgo dell'Oro, l'attigua chiesetta dedicata a San Paolo, successivamente unita ai locali del conservatorio. Nel 1817 si insediarono le suore di Santa Maria Egiziaca. L'8 maggio 1888, in occasione della "Esposizione Emiliana" di Bologna, il re Umberto I e la regina Margherita inaugurarono qui la sede dell'Istituo dei ciechi.Vai al dettaglio -
Palazzo Hydra (ex complesso di S. Maria della Pace)
Al trecentesco impianto della chiesa di S. Maria della Pace venne affiancato un convento, prima sede dei padri Fiesolani di S. Girolamo, poi dei Carmelitani, infine dei missionari di S. Ignazio. Nel 1813 la chiesa fu demolita e nel 1843 fu creato il nuovo prospetto in stile neoclassico, non distante dall'aspetto attuale. Alla fiine del 1900 un attento restauro restituisce visibilità ad alcuni affreschi del chiostro cinquecentesco, allo stucco settecentesco di Santa Maria delle Grazie e ad alcuni trompe-l'oeil ottocenteschi del monumentale scalone. Alcune volte del primo piano sono affrescate con figure allegoriche in stile neoclassico. L'originale del bassorilievo, denominato "Pietra della Pace" del 1322 la cui copia è visibile all'entrata, è ora conservata presso il Museo Civico Medievale.Vai al dettaglio -
Palazzo Pietramellara
NO CARTIGLIO
E' all'angolo orientale di piazza Cavour e pervenne nel 1518 ai Pietramellara, che lo ricostruirono poi con G.G. Monti e Luigi Casali. La facciata incompiuta del Venturoli (1791) ha i fasti della famiglia Pietramellara, che sono di Giacomo De Maria. Nell'interno le statue sono del Brunelli, i dipinti del Basoli, mentre il Trionfo di Urania è del pianoro per le figure e del Mengazzino per gli ornati. E' interessante nel pavimento del corridoio la meridiana fatta dall'astronomo Geminiano Montanari nella seconda metà del secolo XVII. (Bortolotti)
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Palazzo Orlandini
Il palazzo è costruito sui resti della chiesa di San Girolamo ed Eustachio, costruita nel 1630 su disegno dell'architetto Girolamo Rainaldi, poi devastata nelle parti lignee durante l'incendio del diciottesimo secolo. Le murature non distrutte furono inglobate nell'odierna architettura ad uso residenziale. Sono ancora leggibili, sul prospetto interno della corte, alcune tracce dell'imposta di volta della navata centrale della chiesa. L'ampiezza dell'antica chiesa era equivalente alla volumetria complessiva dell'odierno edificio.Vai al dettaglio -
Palazzo Poeti
L'edificio di origine tardo quattrocentesca fu edificato, probabilmente, per volere di Alessandro Battista Poeti. Nel 1720 il porticato quattrocentesco del palazzo fu demolito per dare maggior spazio alla costruzione dell'antistante Palazzo Monti. All'interno rimane un bell'androne passante del quattrocento che costituisce uno scenografico cannocchiale prospettico sul giardino. Al piano nobile sono presenti soffitti, settecenteschi e neoclassici, decorati con grottesche, greche e quadrature con soggetti allegorici. Il prospetto meridionale che si affaccia sul giardino interno fu ridisegnato nel Settecento e si presenta con un ricco equilibrio compositivo fra arcate, marcapiani e elaborate cimase.Vai al dettaglio -
Palazzo Stelloni
Palazzo Stelloni, riedificato nella sua forma attuale verso il 1840 in luoghi dal forte valore storico per le vicende della città, confina con "Casa Stagni" della quale continua senza interruzione la dislocazione dei vani interni. Presenta un fronte semplice ed austero, mentre svariate camere interne sono elegantemente decorate con motivi geometrici o floreali che testimoniano l'influsso dello stile liberty.Vai al dettaglio -
Palazzo Savioli
Uno degli ultimi palazzi senatori venne costruito ed ampliato tra il 1772 e il 1778 su commissione di Ludovico Savioli. I progetti sono degli architetti Raimondo Compagnini e successivamente del quadraturista Giuseppe Jervolini. Nel cortile interno del palazzo si trova una settecentesca scultura in cotto raffigurante San Vincenzo de' Paoli e al primo piano sono presenti affreschi settecenteschi tra cui il ciclo pittorico di "Amore e Psiche".Vai al dettaglio