Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1847Savino Savini propone la Società Nazionale Drammatica ItalianaIl drammaturgo bolognese Savino Savini (1813-1859), dal 1841 direttore del periodico “La Parola”, foglio settimanale di arti e belle lettere, propone ai suoi concittadini l'istituzione della Società Nazionale Drammatica Italiana, con lo scopo di promuovere gli autori nostrani di teatro e contrastare l'abuso di testi teatrali stranieri, soprattutto francesi. Il compito di esaminare i nuovi testi dovrebbe spettare a un Consiglio Centrale con sede, a turno, in varie città italiane, mentre un "Bollettino Drammatico Nazionale" sarebbe destinato a raccogliere gli atti della Società. Il progetto di Savini sarà interrotto per l'impegno patriottico: dovrà lasciare le scene, chiamato, come tanti altri italiani, “ad occuparsi di un teatro più grande, quello della guerra”. Nel 1848 sarà a Modena con la colonna Zambeccari. In seguito collaborerà, assieme ad Agamennone Zappoli, al Circolo Popolare, club con finalità solidaristiche. Avvicinatosi a Mazzini, sarà eletto nel gennaio 1849 all'Assemblea Costituente Romana e terrà frequenti contatti con Garibaldi e Saffi. Seguirà l'esilio in Piemonte, dove insegnerà matematica e scienze in vari istituti superiori e comporrà testi per la Compagnia Reale Sarda, come Emma Liona, un dramma in cui “la verità storica va del pari col l'effetto scenico”, e Richiami e Reti. Potrà tornare a Bologna solo nel 1858, morendo alla vigilia dell'agognata Unità italiana.dettagli
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1847Crollo del ponte sul SanternoCrolla il ponte sulla via Emilia, che scavalcava il Santerno ad oriente di Imola. Per qualche tempo il traffico commerciale e postale dovrà attraversare il fiume con un guado, meno di un chilometro a valle del ponte. In autunno, con clima piovoso, sarà necessaria una deviazione per Faenza, che allungherà il percorso tra Bologna e Rimini di circa quindici chilometri.dettagli
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1847Costruire ferrovie con i disoccupati "oziosi"Il Ragioniere Capo del Municipio di Bologna Angelo Ferlini presenta all'autorità centrale una proposta economica per la costruzione della rete ferroviaria nello Stato Pontificio. Esperto di finanze, Ferlini ritiene che l'impiego di grandi masse di lavoratori nell'impresa delle ferrovie serve ad affrontare il grave problema della disoccupazione. Propone quindi che i comuni si facciano carico della realizzazione di singoli tronchi ferroviari, dando lavoro a tutti coloro che sono mantenuti “oziosi nelle carceri e in alcuni Stabilimenti, costosissimi e pregiudicevoli all'industria e al buon costume”. A Bologna, ad esempio, la Casa di Beneficenza ospita circa 500 persone al giorno, dando loro un sussidio assolutamente insufficiente, che le costringe alla questua o peggio ancora a “mezzi illegittimi”. La proposta Ferlini sarà accolta per il momento con freddezza. Nel 1850 verrà unita a quella dei principi Conti e Altieri ed otterrà una iniziale concessione. Nel governo pontificio è ancora diffusa la diffidenza verso le strade ferrate, che papa Gregorio XVI definiva "chemin d'enfer", storpiando il termine francese.dettagli
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1847Progetti di completamento della facciata di San PetronioL'architetto Giuseppe Modonesi (1820-1891), già vincitore di un Premio Curlandese e Accademico d'Onore, presenta all'Esposizione di Belle Arti e Meccanica un progetto per il completamento della facciata di San Petronio. Il tema sarà ripreso anche dall'ing. Enrico Brunetti Rodati (1813-1859), autore della nuova Porta Saragozza. L'Accademia esprimerà parere negativo su entrambi i progetti e proporrà di bandire un concorso, che però sarà svolto solo nel 1887. L'idea di una colletta per risolvere l'annosa questione della facciata è venuta dal libraio Masi, che nel 1846 ha lanciato un programma-invito alla cittadinanza, sicuro della disponibilità di molti. Secondo altri, però, non si è trattato che di "un pio desiderio".dettagli
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1 gennaio 1847Una cantata di Rossini e Marchetti per Pio IXAlle 3 di notte del 1° gennaio nell’aula massima del Campidoglio, alla presenza di nove cardinali e “sceltissimo uditorio”, viene eseguita una cantata in onore di Pio IX scritta da Giovanni Marchetti (1790-1852) e musicata da Gioachino Rossini (1792-1868). Del nuov’anno già l’alba primiera Di Quirino la stirpe ridesta E l’appella alla santa Bandiera Che il miglior de’Gerarchi levò. Esultate, accorrete o fratelli, Gran momento per tutti s’appresta Per la ville, per gli alti castelli Una voce solenne suonò. Su, rompete le vane dimore, Accorrete all’invito di Pio: Basti Ei solo a destarvi nel core, La scintilla che l’ozio ammorzò. Benedetto chi mai non dispera Nell’aita suprema di Dio! Benedetta la santa Bandiera Che il miglior de’Gerarchi levò In mattinata nella piazza del Popolo si riuniscono in corteo gli studenti della Sapienza amnistiati, gli artisti e “una parte di ardenti popolani”. Guidato da Ciceruacchio e da C. Matthey e ingrossato lungo la via, il corteo sale al Quirinale dove viene cantato l’inno alla santa Bandiera, ripetuto poi in tante città d’Italia, scritto da Filippo Meucci e musicato dal bolognese Gaetano Magazzari (1808-1872). Bandiera la santa bandiera Che il Vicario di Cristo innalzò La cantata del Quirinale verrà ricordata dagli storici molto più dell‘accademia dedicata al Papa “dai veri romani senza mischianza di sette”.dettagli
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6 gennaio 1847Il cardinale Amat sostituisce il conservatore VannicelliDopo che una delegazione bolognese è andata a Roma per esporre la situazione critica della Legazione, il cardinale conservatore Vannicelli Casoni, Legato a Bologna, è richiamato in Vaticano e sostituito dal più moderato cardinale Luigi Amat (1796-1878). Costui si è guadagnato la stima e il rispetto dei liberali nel periodo della sua legazione a Ravenna, tra il 1838 e il 1843. Il 6 gennaio il suo arrivo a Bologna è festeggiato con una calorosa dimostrazione nel Teatro comunale. Amico di Pio IX, Amat appoggerà la politica riformatrice dei suoi primi anni di pontificato. Nel 1848, lasciato dopo l'insurrezione l'incarico a Bologna, non volendo partecipare alla reazione papalina si ritirerà dalla vita politica e ricoprirà varie cariche nell'ambito della corte pontificia.dettagli
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7 gennaio 1847La Conferenza economico-morale e il nuovo "Felsineo"Dopo l'elezione di Pio IX al pontificato e le sue parziali aperture al liberalismo, i moderati bolognesi, compresi i soci della Società Agraria, danno vita a un nuovo circolo, la Conferenza economico-morale, che sceglie come presidente il giovane Marco Minghetti (1818-1886) e come segretario Luigi Tanari (1820-1904). Organo di stampa della Conferenza, che si riunisce ogni lunedì in casa di Carlo Berti Pichat (1799-1878), è ancora il vecchio "Felsineo", che dal 7 gennaio appare in una nuova veste editoriale. Dalle mani di Berti Pichat, finora direttore e proprietario, il giornale passa ad una Società editrice, che designa come responsabile Antonio Montanari (1811-1898), coadiuvato dallo stesso Minghetti. Ora il foglio - che sarà presto giudicato da Massimo D'Azeglio come "uno dei migliori e più giudiziosi giornali d'Italia" - può pubblicare articoli di carattere sociale e politico, in cui si auspica il passaggio dell'azione papale al riformismo, offrendo l'appoggio del partito liberale moderato. Presto però nella redazione scoppierà una crisi: Carlo Berti Pichat e il fratellastro Augusto Aglebert (1810-1882) lasceranno il giornale e fonderanno "L'Italiano", di tendenza più radicale. Minghetti resterà direttore del "Felsineo" fino alla sua nomina a ministro di Carlo Alberto. Il 16 maggio 1848, l'amministratore Carlo Rusconi, ormai votatosi alla causa repubblicana, ne farà cessare la pubblicazione.dettagli
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22 gennaio 1847Agitazioni per il rincaro del granoUn editto del 1 dicembre 1846 vieta l'esportazione dei grani all'estero. In alcune provincie dello stato pontificio il raccolto dell'anno è stato molto scarso e le intemperie della stagione invernale hanno danneggiato i campi seminati. La circolazione delle granaglie è permessa solo tra le provincie del regno, anche per consentire il soccorso di quelle che hanno bisogno da parte di quelle in cui il raccolto è stato sovrabbondante. Della situazione non tardano ad approfittare i monopolisti e i contrabbandieri. Il rincaro del grano e la “piccolezza” del pane producono un malcontento generale nel popolo. In campagna, a causa del cattivo tempo, sono mancati i consueti lavori della terra e la condizione delle classi agricole più povere è davvero miserevole. Il 22 gennaio giunge a Bologna la notizia che a Cesenatico una banda di uomini armati ha tentato di impadronirsi con la forza di una ingente partita di grano. Secondo la pubblica voce essa era destinata ad uscire dai confini dello stato. La sommossa provoca alcuni morti e oltre quaranta feriti. Alla fine i popolani sono costretti a cedere alla forza pubblica e a ritirarsi in armi, pronti alla vendetta. Fatti analoghi accadono anche in altre parti della Romagna e nella provincia di Bologna.dettagli
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10 febbraio 1847Ballo a beneficio dei poveri in casa MinghettiDurante il carnevale la famiglia Minghetti mette a disposizione il suo palazzo, allestito a proprie spese, per un ballo a favore dei poveri. Si teme che intervengano in pochi per il prezzo d'ingresso molto alto, invece vengono venduti 586 biglietti. Il ricavato di quasi 2.800 scudi sarà distribuito tra un alto numero di persone indigenti, non senza critiche. Molti avrebbero preferito, invece di un “meschino soccorso” per tutti, un contributo più sostanzioso per le famiglie povere “alle quali non è lecito di stendere la mano per accettare l'elemosina”, cioè i cosiddetti “vergognosi”. Nel 1847 a Bologna sono 24.917 le persone censite come povere.dettagli
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22 febbraio 1847Assalti a diligenze. L'insicurezza dei viaggiatoriUna decina di briganti armati di pistole e tromboni assaltano la diligenza per Firenze poco fuori dalle mura di Bologna, in località San Ruffillo. Oltre alla cassaforte, i malviventi derubano i passeggeri di preziosi e gioielli. A gennaio, nella notte tra il 21 e il 22, una banda di otto malfattori ha aggredito sull’Appennino la diligenza in servizio da Bologna a Firenze, sottraendo una somma ingente. In novembre altre due rapine riguarderanno la diligenza proveniente da Ferrara e la vettura postale per Piacenza, che verrà assalita alle sette del mattino in località Otto Colonne, fuori porta San Felice. Molti viaggiatori stranieri esprimono la decisione di non voler più attraversare in futuro lo Stato Pontificio nei loro viaggi, per l'insicurezza delle strade e l'inefficienza della forza pubblica.dettagli
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24 febbraio 1847La Società Mineralogica BologneseLa Società Mineralogica Bolognese, con sede a Bologna in piazza Calderini, ottiene il 24 febbraio la privativa per lo sfruttamento di miniere “per quella parte delle Legazioni di Bologna e Ravenna che giace al mezzodì della Via Emilia”. Essa prevede “lo scavamento di ogni minerale entro il quadrato di due miglia per ogni miniera”. L'atto formale di costituzione della Società, davanti al notaio Mandrioli, è del 31 gennaio 1848. Il capitale iniziale è di 25.000 scudi diviso in 252 azioni. Tra i membri fondatori vi sono il marchese Carlo Bevilacqua, Emilio Loup, eletto presidente, Livio Zambeccari e il marchese Luigi Pizzardi. I primi rinvenimenti importanti si avranno nel 1854 a Bisano e Sassonero, nella valle dell'Idice. Le notizie sulla vena di rame risalgono però al 1674, quando fu scoperta dal marchese Antonio Montalbano della Fratta. Nel 1856 la Società avrà in corso di escavazione quattro miniere di rame. Quella di Bisano giungerà a 150 metri sotto il livello dell'Idice. Il presidente Loup presenterà con orgoglio campioni di minerali provenienti da queste miniere nel corso della Esposizione industriale e artistica della provincia.dettagli
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25 febbraio 1847Prime applicazioni dell'anestesiaAll'ospedale Sant'Orsola il dott. Enrico Giacomelli applica per la prima volta l'anestesia eterea. Già il 14 febbraio, a Ravenna, il prof. Luigi Fuschini è riuscito ad annullare il dolore in un paziente operato, grazie a una prolungata aspirazione di aria eterizzata. La scoperta riguardo all'inspirazione dell'etere solforico è stata fatta da poco in Francia. Tre medici americani hanno condotto una sperimentazione su se stessi. Il prof. Francesco Rizzoli ne riferirà alla Società Medico-Chirurgica e i primi risultati clinici saranno prontamente pubblicati sul “Bullettino delle Scienze Mediche”. L'anestesia eterea produce uno stato narcotico che può essere molto utile nelle gravi operazioni di chirurgia. L'uso dell'etere deve essere comunque sempre molto ponderato, per le gravi conseguenze che può produrre. Anche l'anestesia con cloroformio sarà utilizzata a Bologna durante un'operazione di fistola rettale a poco più di un mese dalle prime sperimentazioni del medico inglese James Young Simpson (1811-1870) e Rizzoli la introdurrà subito nella pratica operatoria. L'anestesia costituisce una svolta decisiva nella storia della chirurgia, facilitando il lavoro dei medici e riducendo notevolmente le sofferenze dei pazienti.dettagli
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25 febbraio 1847Il giornale "L'Italiano"Dopo la lite col Minghetti e l'abbandono della redazione del "Felsineo", Carlo Berti Pichat (1799-1878) e Augusto Aglebert (1810-1882) fondano il giornale “L'Italiano”, che si caratterizza per una accentuazione politica nazionale e una forte sensibilità sociale (Roversi). Il nuovo foglio esce in un primo tempo ogni dieci giorni, poi due volte alla settimana, articolato in "studi economici", "studi agronomici" e "studi tecnici". Il grande formato iniziale sarà ridotto dopo l'introduzione nel 1848 della tassa sul bollo. Oltre che trattare di economia rurale, come il “Felsineo” darà sempre più spazio alle discussioni politiche, ma con un indirizzo più radicale. Terminerà le pubblicazioni il 29 aprile 1848. Nell’ultimo numero Berti Pichat dichiarerà che “è giunto il momento di cessare dalle parole e d’impugnare la spada”. Poi chiuderà il giornale e partirà per il Veneto.dettagli
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marzo 1847Enrico Levi e la Banca dello ScontoE' annunciato in marzo il progetto di una Banca di Sconto per le Quattro Legazioni, con capitale di 500.000 scudi, da raccogliersi con 500 azioni. La Società è costituita dopo l'approvazione del governo e il versamento dei due terzi delle azioni. Lo scopo dell'iniziativa è una maggiore autonomia finanziaria da Roma e la raccolta di risorse per investimenti nell'agricoltura e nell'industria locale. La sede della banca è a Bologna, con succursali a Ferrara, Forlì e Ravenna. Tra gli estensori del progetto vi sono i conti Filippo Agucchi e Giovanni Massei, Marco Minghetti, il marchese Luigi Pizzardi ed Enrico Levi. Ricco possidente terriero, famoso viticultore ed enologo, Enrico Levi (1812-1884) è la figura più importante espressa dalla piccola comunità ebraica bolognese durante il periodo risorgimentale. Si distinguerà durante i moti del 1848-1849 e l'insurrezione del 1859 come ufficiale della Guardia Civica e sarà poi eletto nel primo consiglio comunale dopo l'Unità.dettagli
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3 marzo 1847Esce a Bologna "Il Quotidiano"Dodici giorni prima dell'Editto di Pio IX sulla stampa, che limiterà la censura preventiva, esce a Bologna il giornale “Il Quotidiano”. Il primo numero è stampato in 2.500 copie, più del "Felsineo" di Minghetti, ma nonostante le attese il foglio non avrà grande diffusione. Sarà pubblicato, ad onta del suo titolo, solo due volte alla settimana, in quattro pagine composte su tre colonne. Garbato e piacevole (Bellocchi), sarà diretto con indirizzo liberale da Antonio Vesi e sosterrà le simpatie neoguelfe suscitate dall'elezione del nuovo papa. Avrà tra i collaboratori anche esponenti più radicali, come Quirico Filopanti, Cesare Masini e Francesco Orioli.dettagli
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13 marzo 1847Agitazioni nelle campagneA marzo nella bassa pianura ferrarese, a Malalbergo, a San Pietro in Casale si verificano raduni di contadini per ottenere un aumento del salario. I lavoratori incrociano le braccia e impediscono anche a coloro che non condividono le loro idee di svolgere le mansioni dei campi. La forza pubblica interviene a disperdere gli scioperanti. Alcuni esperti, quali Marco Minghetti, ritengono che per provvedere “alla classe più numerosa delle città e dei castelli” sia necessario sviluppare industrie, che abbiano nel paese una salda base naturale, si fondino cioè sulle materie prime locali, quali la lana e la canapa. I lavori straordinari e improduttivi, promossi dalle autorità pontificie, non valgono secondo loro a togliere la “lebbra dell'accatteria” e a impedire “la scioperatezza e l'ozio della plebe”.dettagli
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19 aprile 1847La Consulta di StatoPio IX delibera la crazione di una Consulta di Stato per le finanze e l'amministrazione, prevista già nel Memorandum delle Potenze del 1831. Ne fanno parte per Bologna Marco Minghetti e Antonio Silvani, Gaetano Recchi per Ferrara, Giuseppe Pasolini per Ravenna e Luigi Paolucci per Forlì, tutti elementi moderati o conservatori. Silvani è stato chiamato dal Papa nel dicembre precedente, assieme all’avv. Pietro Pagani di Imola, per studiare le riforme alle leggi dello Stato Pontificio. Il 5 luglio Pio IX approverà la costituzione della Guardia Civica. Nel marzo 1848 concederà lo Statuto.dettagli
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maggio 1847Il bureau dello spirito pubblicoNel maggio la Conferenza Economico-morale approva la proposta di Rodolfo Audinot (1814-1874) per un “bureau dello spirito pubblico”, che richiama quello dei Girondini francesi e le “fucine” costituzionali della Cisalpina. E' un ufficio di corrispondenza, che ha il compito di stabilire contatti con le principali città dello Stato, per conoscerne la condizione morale, i bisogni, i fatti importanti e inserire poi nel "Felsineo", organo della Conferenza, le notizie più interessanti. I moderati bolognesi, in particolare Luigi Tanari, hanno da tempo steso una vasta rete di contatti con esponenti liberali nelle Marche e in Umbria, proponendo un coordinamento politico al fine di "correre di concerto una strada medesima per uno scopo a tutti comune". In questo periodo l'azione si allarga ad eminenti esponenti lombardi, piemontesi e toscani. Bologna si pone come centro del liberalismo più avanzato e capofila dell'opposizione al dominio austriaco in Italia, mentre lo stato pontificio è visto in questa fase come promotore del processo riformistico e costituzionale.dettagli
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6 maggio 1847Grandi accoglienze per Cobden, apostolo del liberismoBologna diviene il centro della campagna liberistica per la lega doganale tra gli stati italiani, promossa da Pio IX. Il 6 maggio Richard Cobden (1804-1865) - apostolo del liberismo e fautore, assieme a John Bright (1811-1889), della Lega di Manchester per l'abolizione del dazio sul grano (Anti-Corn-Law League, 1838) - è accolto in città con grandi onori. La Conferenza Economico morale offre un sontuoso banchetto in suo onore a Palazzo Baciocchi. Nel suo discorso Cobden ricorda la fama europea dell'Università bolognese e l'opera di Luigi Valeriani (1758-1828) come propugnatore di “verità di economia politica”.dettagli
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12 maggio 1847Gustavo Modena recita al teatro del CorsoDal 12 maggio al 6 giugno Gustavo Modena (1803-1861), eccellente attore, “pieno d'intelligenza e sapere”, tiene diciannove recite al teatro del Corso. Alcune commedie, quali Luigi XI, Iacopo I d'Inghilterra, la Virginia e soprattutto il Saul alfieriano, suo cavallo di battaglia, sono più volte replicate. Grandi ovazioni ottiene nel dramma Il cittadino di Gand di Romand da lui stesso adattato. L'incasso di una delle serate va a favore degli amnistiati poveri. Lo stesso Modena, ex studente di Legge di origine veronese, laureato a Bologna a pieni voti, "amico di Vicini", è stato allontanato a lungo dallo Stato Pontificio per il suo impegno politico. Un rapporto di polizia segnala che, "di continuo affiatato" con i liberali, durante il moto del 1831 "poneva ogni studio nell'istillare le triste massime del secolo alla gioventù". Figlio del capocomico Giacomo Modena, attore politicamente attivo nel periodo napoleonico, dopo la laurea Gustavo è entrato nella compagnia di giovani dilettanti del teatro Contavalli, rivelando da subito doti non comuni. "Assetato di vita e d'azione", il recitare non è per lui un' "arte ricreativa", ma "il sacerdozio per promuovere generose passioni". Prima di essere scritturato nella compagnia paterna, l'esordio professionale è avvenuto con Luigi Fabbrichesi, "il re dei capi comici": nel 1824 a Venezia ha interpretato la parte di Davide nel Saul di Alfieri, accanto a Vestri e Demarini. Il suo destino "a superare la fama paterna" si è compiuto nei teatri italiani. "Sobrio nell'azione", Modena lavora "con lo sguardo, l'atteggiamento, ed il gesto, con straordinaria efficacia adoperando il silenzio e le pause". Una delle sue caratteristiche è quella di attualizzare i drammi recitati, di legare "la storia antica alle circostanze presenti". Una colorita leggenda racconta che, dopo una rappresentazione dei Baccanali di Roma, il popolo bolognese, impressionato dalla voce e dal suo "gesto eloquente", abbia cominciato ad abbattere gli stemmi pontifici. Non è un caso che anche durante il "reazionario decennio", dopo il ritorno degli Austriaci nel 1849, non ci sarà più spazio per il "gran nome" di Modena sulle scene bolognesi. Tornerà al Teatro del Corso nel 1860 con la Comica Compagnia Perrin. Il 19 ottobre declamerà mirabilmente alcuni brani dell'Inferno e del Paradiso di Dante, facendo intendere anche ai meno esperti "gli ardui concetti e le sublimi idee del divino Poeta".dettagli
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13 maggio 1847Apparato per il compleanno di Pio IXIl 13 maggio si festeggia il compleanno di papa Pio IX. L'alba del “fausto giorno” è salutata da una salva di 101 colpi di cannone. Nella Piazza della Pace è eretto un “monumento temporario”: un arco di proporzioni massicce, con colonne corinzie posate su un alto basamento. Nell'intercolunnio sono raffigurati i cardinali Gizzi e Amat, assieme alle figure della Clemenza e della Sapienza, mentre l'attico è ornato di finti bassorilievi in bronzo con allegorie cristiane e dallo scudo pontificio. La grande struttura è adeguatamente illuminata per essere visibile anche durante la notte. Alla sera nella piazza canta un grande coro di dilettanti bolognesi e la banda cittadina esegue una composizione scritta per l'occasione dal professor Liverani. Il Pavaglione appare tutto ornato di drappi di seta e "illuminato a cera". In Piazza Maggiore la popolazione in festa assiste ai “melodiosi concerti” della banda del II Reggimento Estero. Don Antonio Zanini offre al Pontefice un carme che si conclude con i seguenti versi: E come sotto l'ombra del gran mantoriposi Emilia, e Pio le terga il pianto.dettagli
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16 giugno 1847Grande concerto per gli Asili InfantiliPer l'anniversario dell'elezione di Pio IX al soglio pontificio si tiene al Teatro Comunale un grande concerto vocale e strumentale, il cui ricavato è destinato agli Asili d'Infanzia. Il programma comprende nella prima parte pezzi tratti da opere di Mercadante, Donizetti, Verdi, eseguiti da ottimi cantanti e musicisti. Un "trionfo pieno, inconcepibile" ottiene una sinfonia di Herold, suonata a sedici mani su quattro pianoforti, mentre il coro di trentasei signore, che canta i tre cori di Rossini Fede, Speranza e Carità, desta nel pubblico "un'ebbrezza di gioia, un tripudio di carità, un fremito di entusiasmo". Nella seconda parte, la banda cittadina esegue valzer di Strauss, mentre l'orchestra diretta dal giovane maestro Cesare Aria suona ancora pezzi di Donizetti e Rossini. Lo spettacolo riesce "splendido e magnifico, e veramente imponente". Il popolo bolognese accorre in folla a questo evento benefico e applaude "al non plus ultra".dettagli
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16 giugno 1847Gli Asili InfantiliNei locali delle vecchie Scuole Pie in via de' Poeti è aperta la prima “sala d'asilo” ispirata alle idee del sacerdote Ferrante Aporti (1791-1858), paladino della lotta all'ignoranza, da lui considerata la vera origine dei mali dell'uomo e della società. I promotori dell'iniziativa benefica - che è posta sotto la speciale autorità del Cardinale Arcivescovo - si propongono "di soccorrere i fanciulli poveri, di curare la sanità e la vigoria del corpo, educarli alla religione e alla morale, formarli alle abitudini di ordine e di lavoro". La propaganda per l'istituzione degli Asili infantili è attiva da oltre dieci anni negli ambienti liberali cittadini, per opera di donne quali Rosa Minghetti e Brigida Fava Ghisilieri. L'iniziativa è stata a lungo osteggiata e messa a tacere dall'autorità pontificia. Il 15 maggio 1848 sarà aperto un secondo asilo, per circa cento bambini, in Borgo della Paglia (poi via Belle Arti). Nel 1851 l'asilo di via de' Poeti si trasferirà nell'ex convento di S. Pietro Martire in via Orfeo. Nel 1853 sarà introdotta una “classe maggiore”, considerata un vivaio per i bambini “prossimi ad introdursi in qualche mestiere”. Fino al 1857 gli asili accoglieranno in media circa 130 bambini tra i 4 e i 6 anni. I requisiti d'ammissione saranno: "povertà, buona salute, subita vaccinazione". Oltre che nel lavoro manuale delle trecce di paglia, i piccoli ospiti saranno impegnati nella lettura, utilizzando il libro in uso nelle Scuole pie. Impareranno anche elementi di dottrina cristiana, storia sacra, artitmetica, calligrafia. Saranno infine impegnati in esercizi ginnastici e in altre attività adatte alla loro tenera età. Nel 1862 il filantropo Carlo Ferraresi lascierà un cospicuo patrimonio, che consentirà il mantenimento nel tempo della benefica istituzione. Il 31 marzo di quell'anno gli Asili saranno eretti in Corpo Morale.dettagli
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22 giugno 1847Crolla l'arco per Pio IXA Bologna si vuole ricordare solennemente l'incoronazione di Pio IX con una grande festa alla Montagnola, trasformata in un “incantevole giardino”, diviso in aiuole e intersecato da viali adorni di vasi e fiaccole. All'ingresso del pubblico passeggio, popolato di statue e accampamenti militari, viene innalzato un arco trionfale alto oltre 20 metri, opera di Massimiliano Putti (1809–1890), ornato di bassorilievi, iscrizioni e frasi inneggianti al Pontefice, con in cima la statua che lo raffigura. La sera del 22 giugno, mentre sulla sommità della collina vengono sparati i primi fuochi artificiali, un vento impetuoso fa crollare il grande arco, sotto il quale per fortuna il popolo non è ancora autorizzato a passare. Un uomo muore comunque, per lo spavento provocato dalla “terribile caduta”.dettagli
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2 luglio 1847Scompare Girolamo BianconiNella sua villa di Gavaseto muore il prof. Girolamo Bianconi (1772-1847), professore di Archeologia all'Università. Dal 1804 ha ricoperto l'incarico di custode del Museo di Antichità e si è adoperato ad accrescerne le collezioni, occupandosi soprattutto di numismatica. Dal 1815 al 1825 è stato anche aggiunto della Biblioteca. Nel 1836 è successo a Filippo Schiassi sulla cattedra di Archeologia, nonostante la poca stima del canonico nei suoi confronti. Egli infatti lo giudicava "persona priva di facilità di espressione e dotato di scarsa chiarezza e precisione nelle relazioni". E' autore di una fortunata Guida del forestiere per la città di Bologna e i suoi sobborghi, più volte ristampata, rivista e accresciuta tra il 1820 e il 1854.dettagli
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8 luglio 1847Organizzazione della Guardia CivicaL'8 luglio il cardinale Amat concede ai bolognesi la Guardia Civica, approvata il 5 luglio da Pio IX. Per la prima volta dopo secoli il Pontefice affida la difesa e l'ordine dei suoi territori a una milizia italiana e non solo a truppe mercenarie. Il 10 luglio lo stato maggiore del corpo degli svizzeri presenta una supplica al Papa per lo scioglimento, dietro compenso, del contratto per i servizi alla Santa Sede, ritenuti non più necessari stante l’istituzione della Guardia Civica. I volontari, intanto, corrono in gran numero ad arruolarsi nel nuovo corpo militare. Anche i ragazzini, "invasi di ardore marziale", vogliono fare esercitazioni. Il 30 luglio è emanato un regolamento per la Guardia Civica in tutto lo Stato pontificio, modellato su quello della Guardia Nazionale francese. Essa è posta sotto l'autorità dei governatori e dei capi provincia. Il 27 agosto il Legato nomina una Deputazione per la formazione dei ruoli nei quattro Rioni: i componenti sono il marchese Giuseppe Tanari e l'avvocato Giuseppe Galletti per Santa Maria Maggiore; Marco Minghetti e Rodolfo Audinot per San Francesco; il conte Annibale Ranuzzi e Gaetano Zucchini per San Domenico, i conti Cesare e Giovanni Massei per San Giacomo. Sono tutti esponenti del liberalismo moderato. La Guardia Civica di Bologna e appodiati è formata da cittadini tra i 21 e i 60 anni, con esclusione di persone “di condizione servile”, dei braccianti e di coloro che esercitano mestieri “sordidi e abbietti”. Sarà divisa in due battaglioni, composti da uomini provenienti dallo stesso rione e avrà un comandante unico nella persona del marchese Alessandro Guidotti, mentre il conte Giovanni Gozzadini sarà capo di stato maggiore e Giuseppe Galletti segretario presso il Comando generale. Con la costituzione della Guardia Civica vengono sciolte le Pattuglie Cittadine. Il servizio comincerà il 5 dicembre con turni di 25 militi e un tenente per ognuno dei quattro quartieri. Le milizie cittadine diventeranno una istituzione diffusa in tutti gli stati italiani. Mentre i mazziniani vi vedranno un nucleo del futuro esercito nazionale, i regnanti le intenderanno come strumento per arginare e controllare i fermenti rivoluzionari.dettagli
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15 luglio 1847Complotto sanfedistaMentre si svolgono gli arruolamenti per i battaglioni della Guardia Civica e si prepara una festa per l'anniversario dell'amnistia concessa da Pio IX, a Roma si sparge la voce di un complotto organizzato dai “retrogadi” per fare strage di esponenti liberali. Il moto è previsto per il 17 luglio. La mattina del 15 luglio sui muri di Roma si trovano affissi manifesti con i nomi dei capi della congiura, soprattutto funzionari, che tramerebbero assieme a “briganti del borgo di Faenza” venuti appositamente nella capitale. Tra essi vi sono il Governatore mons. Grassellini, Stanislao Freddi - "uomo in Romagna odiatissimo" (D'Azeglio), sanfedista seguace del principe di Canosa, colonnello dei carabinieri e giudice del tribunale speciale voluto dal cardinale Albani - il capitano Allai, "vizioso, aspro, collerico, calunniatore", il capitano Muzzarelli e altri. Nella notte tra il 16 e il 17 luglio Freddi e Allai vengono arrestati, mentre tentano di riparare nel Regno di Napoli. L'occupazione di Ferrara da parte degli Austriaci sembra confermare l'esistenza di un piano sanfedista per bloccare l'evoluzione liberale di Pio IX.dettagli
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16 luglio 1847Grandioso lampadario sulla torre AsinelliIn occasione del primo anniversario dell'amnistia per i condannati politici, il Comune offre alla cittadinanza “uno spettacolo veramente nuovo, e di magico effetto”: Per opera del meccanico Giacomo Minarelli, in cima alla torre Asinelli viene installata una armatura in legno “alta 23 piedi”, sulla quale sono installate 120 fiammelle, che formano una grande fiamma visibile, come un faro, anche da gran parte della provincia. Una miscela di “fuoco del Bengal” e di “fuoco Greco” fa sì che la fiamma si colori ora di bianco ora di rosso.dettagli
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13 agosto 1847Gli Austriaci occupano FerraraIl 13 agosto cinquecento soldati austriaci escono dalla piazzaforte di Ferrara e occupano il centro cittadino, caricando fucili e cannoni “alla vista del popolo attonito”. Quattro pezzi di artiglieria sono piazzati davanti alla porta del Palazzo della Ragione e sono posti presidi alle porte cittadine. La sera il caffè Apollo e il caffè del Popolo restano chiusi. C‘è aria di stato d‘assedio. Dal 17 luglio, un contingente di 1.200 soldati austriaci, dopo essersi introdotto nella città, appartenente allo Stato Pontificio, "con ostentazione di guerra", si è asserragliato nella fortezza e nei quartieri da essi tenuti dal 1815, dopo il congresso di Vienna. A Bologna si teme un'invasione delle Legazioni da parte degli Imperiali. Il 12 agosto è apparso sul “Felsineo” un articolo di allarme. Il 20 agosto un contingente di mercenari svizzeri con l‘artiglieria partono verso Ferrara. La popolazione bolognese, convinta che vadano a contrastare gli Austruaci, fa una dimostrazione di simpatia nei loro confronti.dettagli
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25 agosto 1847Concessione delle Strade ferrateNell'udienza del 25 agosto il Papa approva l'impresa delle strade ferrate. Le linee concesse sono due: una da Roma al confine del Regno di Napoli e l'altra da Roma a Bologna e fino al confine con il Ducato di Modena. Per questa ultima linea operano la Società Bolognese, rappresentata dal marchese Annibale Banzi, e la Società Fabbri-Cholmely. Per la realizzazione dei lavori il Governo impone che le sue società si fondano e che i cantieri siano aperti in tre punti diversi.dettagli
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1 settembre 1847Termina la costruzione della Strada PorrettanaDopo trent'anni di lavori, effettuati con grande "sacrificio e dispendio" della Provincia di Bologna, termina la costruzione della strada carrozzabile tra il capoluogo e i Bagni della Porretta. Nel 1816 venne abbandonata l'idea di riattivare il tracciato medievale lungo il crinale e fu decisa una nuova direttrice in fondovalle che attraversava Vergato, il centro più importante nella media Valle del Reno. Una via giudicata da alcuni tecnici dell'epoca "più lunga, insussistente, disastrosa e dispendiosissima". Il progetto venne affidato all'arch. Gian Battista Martinetti (1764-1830), sovrintendente dei lavori pubblici a Bologna. I lavori andarono avanti alacremente per alcuni anni, per essere poi a lungo abbandonati. Nel 1847 è attuata la saldatura tra la Strada Porrettana e la via Leopolda - la strada da Pistoia al confine emiliano a lungo osteggiata dal Granduca di Toscana - garantendo così più facili comunicazioni tra la Valle del Po e il Tirreno. La futura Statale 64 continuerà però a non soddisfare le esigenze dei viaggiatori in quanto insicura e con tempi di percorso incerti. Il fiume Reno, che lambisce la falda sulla quale si svolge la strada in quasi tutto il suo tracciato, la erode senza sosta, provocando frane e smottamenti che costringeranno a continue riparazioni.dettagli
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7 settembre 1847Salvatore Muzzi e il settimanale "L'Eco"Il 7 settembre vede la luce a Bologna "L’Eco. Giornale popolare dell'Emilia" (dal 1848 "Giornale popolare"), settimanale di lettere e scienze politiche. Il titolo rende conto del fatto che esso riporta notizie prese qua e là da altri giornali, quasi senza aggiungere altro. E' redatto da Salvatore Muzzi (1807-1884), insegnante e pubblicista, autore degli Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 e di molte altre opere storiche, di testi scolastici e di saggi sull'arte. Dopo l'Unità sarà segretario del ministero dei lavori pubblici e direttore generale delle Poste del Regno.dettagli
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8 settembre 1847La chiesa di S. Maria delle GrazieFuori porta San Felice viene aperta al culto la chiesetta della B.V delle Grazie, fatta costruire dai fratelli Gavaruzzi a custodia e protezione di una antica immagine dipinta su un pilastro esistente nei pressi del ponte sul torrente Ravone e perciò conosciuta come Madonna del Pilastrello. Nel 1856-57 alla chiesa saranno aggiunti il campanile e la canonica. Nell'800 avrà funzione di sussidiaria della Parrocchia di S. Maria Assunta di Borgo Panigale. Nel secolo seguente la chiesetta-oratorio sarà scelta per alcuni anni come sede della nuova parrocchia voluta nel rione Santa Viola dal card. Della Chiesa, sulla base del Beneficio costituito dalla facoltosa signora Imelde Zappoli. Nel 1938 in località "La Cavalleria" - così chiamata per la presenza di numerosi stallatici - sarà posta la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, intitolata a S. Pio V e inaugurata nel 1940. La vicina chiesetta ottocentesca della B.V delle Grazie verrà chiusa l'anno successivo.dettagli
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16 settembre 1847Adunanze popolari al Caffè del TeatroNel Caffè del Teatro Comunale si tengono adunanze di studenti dell'Università e dell'Accademia di Belle Arti, assieme a operai e popolani. I principali agitatori sono Francesco Pigozzi (1815-1891) medico e giornalista di nobile famiglia e il marchese Lodovico Pietramellara (1822-1886), emissari di Livio Zambeccari (1802-1862), figlio del celebre aeronauta, compromesso politico dopo i moti del 1843 e considerato dalla polizia una sorta di Ciceruacchio dei nobili. Il gruppo - non più di un centinaio di persone - aspira ad ottenere qualche posto di comando nella Guardia Civica e vuole spingere il governo a riforme liberali. Zambeccari è impegnato a dar vita a Bologna ad un Circolo popolare e a una corrente repubblicana. Il 16 settembre davanti al caffè c‘è un grande assembramento e si odono grida contro l‘Austria. Intervengono la Guardia Civica e la Polizia pontificia e il caffè viene chiuso. Pigozzi viene arrestato assieme ad altri giovani. Una volta libero, riparerà a Firenze.dettagli
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ottobre 1847Due Battaglioni della SperanzaSul modello di quello romano, si formano in ottobre a Bologna due Battaglioni della Speranza, composti da allievi dei collegi Bellentani e Minarelli. A partire dai 12 anni i ragazzi vengono addestrati all'uso delle armi nelle ore vacanti dalle lezioni. Il battaglione della scuola Bellentani è al comando di Luigi Bellentani (1797-1877), reduce dell'armata napoleonica e precettore dei figli del ministro Galletti. Quello della scuola Minarelli è affidato al marchese Vittorio Paolucci di Calboli (1802-1872), ex ufficiale dell'esercito piemontese. Anche presso le Scuole Pie, sulla spinta dell'entusiasmo suscitato dalla creazione della Guardia Civica, si tenterà - però invano - di istituire una Scuola Militare. Gli "speranzini" dei collegi Bellentani e Minarelli prenderanno parte al combattimento dell'8 agosto 1848, dando prova di valore.dettagli
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10 ottobre 1847Un busto del Papa in regalo alla cittàIl 10 ottobre una Deputazione venuta da Roma per regalare alla città di Bologna un busto di marmo di papa Pio IX, opera di Camillo Pistrucci (1811-1854), viene ricevuta con tutti gli onori all'Accademia di Belle Arti. Nella sala principale, magnificamente addobbata, è presente tutto “il ceto della Nobiltà”, gli ufficiali, i magistrati e i professori, mentre la Guardia Civica fa “mostra e Corona”, andando ad appostarsi di fronte all'Accademia. Con una lunga orazione, l'avvocato Galletti, del Superiore Comando della Guardia Civica, porge ai Deputati i ringraziamenti della città e rende loro omaggio. La cerimonia è rallegrata prima e dopo da sinfonie musicali. Alla sera, la Deputazione interviene al Teatro comunale, illuminato “a cera” per lo spettacolo autunnale. Al termine viene intonato l'Inno a Pio IX e si gridano evviva per l'unione e l'indipendenza d'Italia. Il 15 ottobre il Papa istituirà la Consulta di Stato, di cui faranno parte i bolognesi Marco Minghetti e Antonio Silvani.dettagli
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novembre 1847La commedia "Federico Barbarossa o sia la Lega Lombarda"Per la stagione lirica autunnale del Teatro Comunale viene messa in scena l'azione mimica Federico Barbarossa o sia la Lega Lombarda, scritta dal librettista bolognese Achille Montignani e messa in ballo dal coreografo Emanuele Viotti. Cesare Aria è maestro direttore, mentre Francesco Roncagli guida il coro. Sul palco si scontrano italiani e imperiali e i primi, finalmente uniti, sconfiggono l'invasore. L'opera ottiene un chiaro successo, anche per le evidenti allusioni all'attualità politica.dettagli
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1 novembre 1847L'Unione Filarmonica e l'Istituzione RossinianaIl 1° novembre è costituita l'Unione ausiliaria Filarmonica o Unione Fabbri, perchè opera del maestro Antonio Fabbri. Ha come scopo "formare un cumulo pecuniario, col quale porgere soccorsi agli artisti di musica, gravati dagli anni, da malattie o da qualche straordinaria sventura". L'iscrizione è riservata a "artisti e dilettanti di musica d'ambo i sessi", che diventano soci pagando solo tre soldi. La società avrà in media circa 500 aggregati, soprattutto musicisti devoti alla Madonna di San Luca e suonatori del Teatro comunale. Ogni anno 12-15 di essi riceveranno soccorsi. Nel 1866, dopo il cospicuo lascito del dott. Paolo Cantoni, l'Unione Filarmonica entrerà nel novero delle Opere pie. Una analoga associazione fu promossa fin dal 1842 da Gioachino Rossini, che fece eseguire il suo Stabat Mater "per fondare almeno le prime basi di una provida istituzione a prò degli artisti bolognesi specialmente bisognosi" e dispose a suo favore il ricavato di tre esecuzioni. Egli stesso, assieme al marchese Bevilacqua, ne formulò gli statuti, che furono presentati in Municipio per l'approvazione. Il 19 marzo 1843 si unì al fondo iniziale, deposto presso la Cassa di Risparmio, l'incasso di un concerto dei professori Parisini e Liverani e in seguito anche quello di una rappresentazione dell'Otello. Benché nel 1847 sia tutto predisposto, dovranno passare ancora molti anni prima che l'Istituzione Rossiniana prenda vita. Funzionerà infatti regolarmente solo dal 1857.dettagli
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13 novembre 1847Due fortunati voli di Luigi PianaIl 13 novembre Luigi Piana (1791-1853), barbiere con la passione delle mongolfiere, tenta un volo aeronautico dai giardini della Montagnola. Già nel 1826 ha presentato al Teatro del Corso il modellino del suo aerostato, aprendo insieme una sottoscrizione che però non ha avuto esito. La macchina da lui progettata è composta da un globo simile a quello dello Zambeccari, sormontato da uno più piccolo, che dovrebbe servire alla direzione del viaggio. I cittadini bolognesi accorrono in massa all'esperimento. L'ascesa avviene, “maestosa e tranquilla”, fra gli applausi del pubblico: il pallone prende terra a quattro miglia dalla città ed è riportato da alcuni volontari, ancora in parte gonfio, al punto di partenza. Alla sera Piana è acclamato al Teatro Contavalli, durante una recita di beneficenza dei Filodrammatici. L'aeronauta ritenta il volo il giorno successivo: il pallone si dirige verso gli Appennini ed atterra felicemente a Vergato, a 25 miglia da Bologna. Al ritorno Piana è festeggiato al Teatro comunale e poi ricondotto tra gli evviva alla sua abitazione. Riceverà un dono in denaro dal Legato pontificio.dettagli
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28 novembre 1847La chiesa di San Francesco riaperta al cultoL'Ufficio di Ornato municipale promuove notevoli opere di ripristino in San Michele in Bosco e in Sant'Ignazio, sede dell'Accademia di Belle Arti. Il 28 novembre viene riaperta al culto la chiesa di San Francesco, già dei Minori Conventuali, dopo un discutibile restauro “cosmetico” da parte dello scenografo Francesco Cocchi di Budrio, discepolo del Basoli, tornato a Bologna dopo un lungo soggiorno in America. Le volte sono dipinte di azzurro e simulano il cielo stellato, mentre le pareti, a giudizio di un cronista dell'epoca, assomigliano “né loro piccoli dettagli e né colori ad un paravento”. Il tempio, che dal 1800 ha ospitato magazzini e uffici doganali, ora trasferiti nel vicino Borghetto di San Francesco (poi via de' Marchi), è stato restituito ai frati nel 1842. In occasione della riapertura, Gioachino Rossini compone un Tantum ergo per due tenori, basso e orchestra. Nel 1866 la chiesa tornerà ad essere magazzino militare e sarà definitivamente riaperta al culto solo nel 1886. Diverrà da allora “il bel San Francesco”, oggetto di un lungo e radicale restauro a cura di Alfonso Rubbiani e della sua Gilda di artisti.dettagli
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30 novembre 1847I "quadri viventi" del professor KellerVa in scena al Teatro del Corso un nuovo tipo di spettacolo, che ha destato in città grandi aspettative. La compagnia del prof. L. Keller rappresenta, “con leggiadre pose”, bellissimi quadri e sculture di artisti famosi, quali Canova e Raffaello, oppure originali composizioni viventi di grande effetto e di propria invenzione. Per usufruire in modo corretto dello spettacolo occorre sgomberare l'animo delle “sensuali voluttà”, che possono essere suscitate dalla vista di donne all'apparenza nude, ma in realtà coperte di una leggera maglia color carne.dettagli
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3 dicembre 1847Muore Antonio SilvaniMuore a Roma l'avvocato Antonio Silvani (1783-1847), giurista e professore dell'Università di Bologna. Il decesso improvviso desta sospetti di avvelenamento, fugati dopo l'autopsia, che decreta la causa in una "fierissima colica". Silvani, già noto consulente legale e avvocato dei poveri, fu ministro di Grazia e Giustizia nel governo provvisorio delle Province Unite e fu tra coloro che firmarono la capitolazione di Ancona il 26 marzo 1831. Dopo il moto venne imprigionato a Venezia dagli Austriaci e in seguito dovette riparare in Francia, fino all'amnistia di Pio IX. Poco prima della morte è stato reintegrato alla cattedra universitaria e chiamato a far parte della Consulta di Stato per la sistemazione del codice civile e penale. In suo onore la Conferenza Economico-Morale invita i cittadini a mettere il velo nero al cappello e ad astenersi dai divertimenti. Il 17 dicembre in San Petronio si svolge il suffragio solenne, alla presenza di una grande folla e di tutte le autorità. La maggior parte dei negozi cittadini in questo giorno portano i segni del lutto. Grandi epigrafi fuori della basilica raccontano “i pregi e le virtù” del defunto. Al termine della cerimonia i vari corpi intervenuti sfilano davanti al Palazzo comunale.dettagli