Agitazioni per il rincaro del grano
Un editto del 1 dicembre 1846 vieta l'esportazione dei grani all'estero. In alcune provincie dello stato pontificio il raccolto dell'anno è stato molto scarso e le intemperie della stagione invernale hanno danneggiato i campi seminati.
La circolazione delle granaglie è permessa solo tra le provincie del regno, anche per consentire il soccorso di quelle che hanno bisogno da parte di quelle in cui il raccolto è stato sovrabbondante.
Della situazione non tardano ad approfittare i monopolisti e i contrabbandieri. Il rincaro del grano e la “piccolezza” del pane producono un malcontento generale nel popolo. In campagna, a causa del cattivo tempo, sono mancati i consueti lavori della terra e la condizione delle classi agricole più povere è davvero miserevole.
Il 22 gennaio giunge a Bologna la notizia che a Cesenatico una banda di uomini armati ha tentato di impadronirsi con la forza di una ingente partita di grano. Secondo la pubblica voce essa era destinata ad uscire dai confini dello stato.
La sommossa provoca alcuni morti e oltre quaranta feriti. Alla fine i popolani sono costretti a cedere alla forza pubblica e a ritirarsi in armi, pronti alla vendetta. Fatti analoghi accadono anche in altre parti della Romagna e nella provincia di Bologna.
- Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 2., p. 190
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 1., p. 136, 138-139, 141-142