La chiesa di San Francesco riaperta al culto
L'Ufficio di Ornato municipale promuove notevoli opere di ripristino in San Michele in Bosco e in Sant'Ignazio, sede dell'Accademia di Belle Arti.
Il 28 novembre viene riaperta al culto la chiesa di San Francesco, già dei Minori Conventuali, dopo un discutibile restauro “cosmetico” da parte dello scenografo Francesco Cocchi di Budrio, discepolo del Basoli, tornato a Bologna dopo un lungo soggiorno in America.
Le volte sono dipinte di azzurro e simulano il cielo stellato, mentre le pareti, a giudizio di un cronista dell'epoca, assomigliano “né loro piccoli dettagli e né colori ad un paravento”.
Il tempio, che dal 1800 ha ospitato magazzini e uffici doganali, ora trasferiti nel vicino Borghetto di San Francesco (poi via de' Marchi), è stato restituito ai frati nel 1842.
In occasione della riapertura, Gioachino Rossini compone un Tantum ergo per due tenori, basso e orchestra.
Nel 1866 la chiesa tornerà ad essere magazzino militare e sarà definitivamente riaperta al culto solo nel 1886. Diverrà da allora “il bel San Francesco”, oggetto di un lungo e radicale restauro a cura di Alfonso Rubbiani e della sua Gilda di artisti.
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., pp. 247-248
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, p. 1344
- Elena Gottarelli, Urbanistica e architettura a Bologna agli esordi dell'unità d'Italia, Bologna, Cappelli, 1978, pp. 38-39
- Francesco Majani, Cose accadute nel tempo di mia vita, a cura di Angelo Varni, Venezia, Marsilio, 2003, p. 159, nota 374
- Rossini a Bologna, note documentarie (...) a cura di Luigi Verdi, Bologna, Patron, 2000, p. 117