Stadio Renato Dall'Ara (già Littoriale)

Nel 1926 nell’area del Meloncello, fuori porta Saragozza, venne inaugurato l’impianto polisportivo del Littorale, promosso dal presidente della FIGC Arpinati e costruito, su progetto dell’ ingegnere Umberto Costanzini e dell’architetto Giulio Ulisse Arata, a spese del partito fascista bolognese.
Lo stadio, pensato sul modello aulico delle Terme di Caracalla e considerato all’epoca il più moderno d’Europa, fu edificato a tempo di record in cemento armato.
Pochi anni dopo venne aggiunta l’alta Torre di Maratona, sotto la quale fu collocata una scultura di Mussolini a cavallo, rimossa nel dopoguerra.
Ospitò importanti manifestazioni sportive e saggi ginnici. Vi furono svolte, inoltre, le prime quattordici edizioni della Fiera campionaria, trasferita dal 1951 alla Montagnola.
Oltre al campo di calcio e alla pista per l’atletica, l’impianto polisportivo comprendeva anche palestre, campi da tennis, due piscine, di cui una al coperto, un “antistadio” per gli allenamenti.
Tra le due guerre il Littoriale visse le imprese del Bologna FC, che qui conquistò scudetti e coppe europee, e quelle degli atleti della Società Bologna Sportiva, tra i quali le campionesse dell’atletica Ondina Valla e Claudia Testoni.
Dopo la triste parentesi della guerra, segnata da una lunga occupazione di attrezzature e veicoli militari, lo stadio tornò ad essere il campo di gioco principale dei rossoblù.
Nel 1963-64 lo “squadrone che tremare il mondo fa” vinse lo scudetto, con Bernardini, Bulgarelli, Pascutti e altri protagonisti di un’impresa mai più ripetuta.
In occasione dei Campionati Mondiali di calcio del 1990 lo stadio, intitolato al grande presidente del Bologna FC Renato Dall’Ara, venne completamente ristrutturato su progetto dell’architetto Enzo Zacchiroli.
Furono aperte nuove uscite di sicurezza, rifatta la pista di atletica e aggiunti posti a sedere con l’innalzamento della vecchia struttura, raggiungendo una capienza di 35mila spettatori.
La tribuna venne dotata di una nuova più ampia tettoia e fu completamente rivisto l’impianto di illuminazione.
Di recente l’impianto è di nuovo oggetto di riqualificazione e di ammodernamento, attraverso un piano urbanistico che comprende la zona antistante e altre strutture annesse.
Intanto, dopo anni di magra, segnati da crisi societarie e retrocessioni nelle serie inferiori, il Bologna FC è tornato protagonista nel campionato di Serie A e nel 2024 ha addirittura conquistato il diritto di partecipare alla Champions con le migliori squadre europee.
- Maurizio Avanzolini, Sport, mattoni e cemento: Bologna e il suo stadio, in: "L'Archiginnasio", (2009), pp. 605-659
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- Bologna 1909-2019. 110 e lode. Il romanzo di una squadra laureatasi a pieni voti in passione, San Lazzaro di Savena, Conti, 2019
- Nazario Sauro Onofri, Vera Ottani, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell'impianto sportivo bolognese, Bologna, Consorzio Cooperative Costruzioni, 1990
- Norma e arbitrio. Architetti e ingegneri a Bologna, 1850-1950, a cura di Giuliano Gresleri e Pier Giorgio Massaretti, Venezia, Marsilio, 2001
- Marco Poli, Cose d'altri tempi. Frammenti di storia bolognese, Bologna, Minerva, 2008
- Pier Paola Penzo, L'urbanistica incompiuta. Bologna dall'età liberale al fascismo, 1889-1929, Bologna, CLUEB, 2009