copertina di Arpad Weisz
Bologna dello sport

Arpad Weisz

1896-1944

Arpad Weisz nacque in Ungheria nel 1896 da famiglia ebraica. 

Dall’età di 15 anni iniziò a praticare il calcio nel Torekves. Due anni dopo esordì in prima squadra.

Durante la grande guerra si arruolò come volontario nell’esercito austro-ungarico e fu catturato dagli italiani sul Monte Mrzli, nel corso della quarta battaglia dell'Isonzo.

Dopo la guerra venne ingaggiato dall’Internazionale di Milano dove terminò la sua carriera da giocatore ed iniziò una nuova esperienza da allenatore.

Nel 1929, a soli 34 anni, vinse il tricolore con l’Ambrosiana-Inter.

Nel 1930 pubblicò con Aldo Molinari Il giuoco del calcio, un manuale in cui esprimeva una concezione molto moderna di questo sport. Nel 1935 passò ad allenare il Bologna FC.

Conquistò lo scudetto del 1936, impiegando solo quattordici giocatori, record mai eguagliato.

Nella stagione successiva vinse nuovamente il titolo ed il 6 giugno del 1937 a Parigi condusse il Bologna alla vittoria del Torneo dell’Expo.

Nel 1938, a seguito delle leggi razziali, fu costretto a lasciare l’Italia.

Guidò il Bologna per l’ultima volta il 23 ottobre di quell'anno contro l’Ambrosiana-Inter, la sua ex-squadra. Nel 1939 raggiunse l’Olanda per guidare il Dordrecht.

Dopo l’invasione del paese da parte dei Tedeschi, venne arrestato con la famiglia e condotto nel lager.

La moglie e i figli finirono subito nelle camere a gas. Lui trascorse un periodo ai lavori forzati in Alta Slesia, prima di morire anch'egli ad Auschwitz il 31 gennaio 1944.

Approfondimenti

  • Matteo Marani, Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo, Reggio Emilia, Aliberti, 2007
  • Matteo Marani, La tragedia dimenticata, in Carlo F. Chiesa, La storia dei cento anni. 1909-2009, Bologna Football Club. Il secolo rossoblù, Bologna, Minerva, 2009, p. 91
  • Matteo Matteucci, Arpad Weisz e il Littoriale, Argelato, Minerva, 2017
  • La menzogna della razza: documenti e immagini del razzismo e dell'antisemitismo fascista, a cura del Centro Furio Jesi, Bologna, Grafis, 1994