Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1866Il Caffè del PavaglioneDopo un lungo periodo di chiusura riprende l'attività in piazza della Pace - in seguito piazza Galvani - il Caffè del Pavaglione, fondato nel Settecento. A metà del secolo il locale offriva "uno spettacolo indecoroso, sia per la riprovevole sporcizia dell'ambiente, che per il contegno villano dei frequentatori". Ora è gestito "con decorosa proprietà" dai coniugi Filippo e Sofia Bergonzoni e diventa luogo di incontro di cittadini di ogni estrazione sociale. I contadini e i commercianti del mercato dei bozzoli lo frequentano durante il giorno. Alla sera lo animano "i soci del Club Felsineo e gli habitués dei veglioni e delle feste carnevalesche" (Trebbi), i frequentatori del ballo popolare e dei concerti bandistici. Il Caffè avrà tra i suoi avventori i personaggi illustri della città, da Gioacchino Napoleone Pepoli a Marco Minghetti, dal chirurgo Francesco Rizzoli al sindaco Tacconi. Ma è soprattutto a Giosue Carducci, assiduo con il suo cenacolo di "chiari e vivaci ingegni, quasi tutti giovani" presso la vicina libreria Zanichelli, che il Pavaglione sarà "debitore della massima gloria" e della fama di "caffè delle persone serie". Al Pavaglione il poeta sarà solito leggere con attenzione il giornale milanese "Il Secolo", col quale a lungo polemizzerà, poi farà una partita a "briscolone" o prenderà parte alle vivaci discussioni del Caffè, intervenendo "con parole di chiarimento o di approvazione, o con motti arguti".dettagli
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1866Il Comitato Bolognese dell'Associazione a pro dei militari feriti o malati in tempo di guerraNell'imminenza del nuovo conflitto con l'Austria si costituisce in città il Comitato permanente dell'Associazione italiana di soccorso ai militari feriti o malati in tempo di guerra. E' il primo in Italia dopo quelli lombardi. Il prof. Francesco Rizzoli viene eletto Presidente, il prof. Giovanni Brugnoli e il cav. Giovanni Zoboli fungono da Vice Presidenti. I membri del Comitato, accolta la loro missione "con fede ed energia", decidono di ritrovarsi ogni giorno dall'una alle due nell'aula della Società medico-chirurgica all'Archiginnasio. In aiuto aggregano a sé alcune delle signore più in vista di Bologna, il cui cuore "nobilmente palpita per la nazione". Nel 1867 il Comitato di Bologna prenderà parte, assieme ad altri, al Primo Convegno della Croce Rossa a Firenze.dettagli
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14 gennaio 1866Riapertura del Teatro ContavalliLa sera del 14 gennaio riapre il Teatro Contavalli, restaurato e abbellito con l'illuminazione a gas. Il primo evento è una festa da ballo in maschera, che segna l'inizio del Carnevale. Il 25 gennaio verrà data una festa di beneficenza, il cui introito sarà destinato all'Emigrazione Italiana. Il 27 e 28 gennaio si terrà un ballo dei Pompieri, con "particolare invito" agli artiglieri della Guardia Nazionale. Il comandante dei Pompieri, conte Tattini, offrirà rinfreschi e dolci agli oltre duemila presenti. La sera seguente si terrà un nuovo ballo di beneficenza per il Ricovero di Mendicità. Il 17 marzo debutterà al Contavalli in prima assoluta l'opera comica in due parti Il lazzaretto, ossia un giorno in quarantena, musicata dal maestro Francesco Maria Albini su libretto di Luigi Scalchi.dettagli
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18 gennaio 1866Primo matrimonio civileNelle sale del Municipio, alla presenza di molti cittadini, il sindaco Carlo Pepoli, assistito dal Segretario dell'Ufficio di Stato Civile, unisce in matrimonio i signori Luigi Zuntini e Cecilia Pezzoli. E' il primo matrimonio celebrato a Bologna con rito civile. Agli sposi vengono regalati alcuni gioielli d'oro. L'Ufficio di Stato Civile è stato aperto il 1° gennaio e ha subito cominciato a funzionare raccogliendo le nascite e le morti in città. Secondo le leggi vigenti ha anche il compito di curare le pubblicazioni e la celebrazione dei matrimoni civili, avversati dalla Chiesa, ma necessari soprattutto rigiardo ai diritti di successione. Anche il Vicario capitolare mons. Canzi si mostra prudente al riguardo: pur ribadendo che per la Chiesa sul matrimonio nulla è cambiato, consiglia con una circolare ai parroci di "non fare opposizione all'Atto Civile".dettagli
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febbraio 1866Febbraio senza plenilunioIl mese di febbraio è senza plenilunio. Si tratta di un evento astronomico pressoché unico nella storia. Nel 1866 questa fase lunare si compie poche ore prima l'inizio del mese e poche ore dall'inizio del successivo, per cui gennaio e marzo hanno due pleniluni e febbraio niente. Secondo i calcoli astronomici questa coincidenza si ripeterà tra due milioni di anni.dettagli
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22 febbraio 1866La loggia "Felsinea"Sette persone, tra le quali il poeta Giosue Carducci, che ne sarà Maestro, fondano la loggia massonica “Felsinea” di Rito Scozzese Antico e Accettato, che nel marzo successivo entrerà a far parte del Grande Oriente Italiano (GOI). Ha sede in alcune sale al pianterreno di palazzo Lambertini, in via del Poggiale (poi Liceo Minghetti), e si schiera su posizioni democratiche e “garibaldine”, vicine a quelle della loggia milanese guidata da Ausonio Franchi. Ne fanno parte persone che hanno "una posizione sociale molto eminente nel mondo profano", intellettuali e leader democratici come Giuseppe Ceneri, Quirico Filopanti, Francesco Magni, futuro rettore dell'Università, Augusto Matteo Mauro, Giuseppe Barbanti Brodano, Giovanni Pascoli, il citato Carducci. Venerabile è il matematico e politico Luigi Cremona (1830-1903), fratello del pittore Tranquillo Cremona (1837-1878), spirito profondamente laico, anche se di idee moderate e legato alla Monarchia. Nel gennaio 1867 la loggia si ritirerà dal GOI e, mutato il proprio rito da Scozzese a Simbolico, si unirà al Gran Consiglio di Milano. Da allora terrà le proprie riunioni nella sede della "Galvani". Il 1° aprile 1868 il Consiglio delibererà l'espulsione di alcuni fratelli non graditi, tra i quali Carducci e Ceneri, considerati "membra atrofizzate e inutili". Pochi mesi dopo la "Felsinea", per le sue posizioni di sinistra, sarà esclusa dalla Comunione nazionale e si scioglierà. L'attività massonica di Giosue Carducci si interromperà per alcuni anni. Solo il 21 aprile 1886, su espresso invito di Adriano Lemmi, capo supremo dell'Ordine, il poeta sarà affiliato a Roma alla Loggia Nazionale “Propaganda Massonica”. Di questa loggia faranno parte fratelli, che non possono "per la loro profana posizione, frequentare mai, o quasi mai, i lavori delle Officine delle città di residenza". Tra essi anche attivisti politici e parlamentari bolognesi, quali Filopanti, Ceneri, Oreste Regnoli, Agostino Bertani, Aurelio Saffi.dettagli
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19 marzo 1866La Società Operaia celebra l'onomastico di Mazzini e GaribaldiLa Società Operaia invia contributi a Mazzini e Garibaldi a sostegno della loro opera di “apostolato patriottico” e organizza per il 19 marzo una manifestazione pubblica per celebrare il loro onomastico. Secondo le autorità l'iniziativa è il frutto della "smania di occuparsi di politica" del presidente Filopanti. L’evento principale è un banchetto a Villa Baruzzi, dove sono presenti oltre 400 persone. Un rapporto della polizia afferma che “i più esaltati del partito d’azione” - emigrati e studenti - vi partecipano “con persone dell’infima classe, che sempre accorrono quando si tratta di un disordine e di pescare nel torbido”. Altre feste per il giorno di San Giuseppe si tengono senza incidenti in alcuni comuni della provincia. Quella di Imola sarà rimandata di una settimana a causa del brutto tempo. La festa bolognese del 1867, promossa dalla Società democratica, metterà in allarme le autorità a tal punto da decidere di garantire l'ordine in città "con misure preventive e con qualche apparato di truppe, sia in linea che della guardia nazionale". Nel 1868 la celebrazione dell’onomastico di Mazzini e Garibaldi sarà vietato dalla Questura. Le associazioni democratiche risponderanno con un’assemblea assieme all’Associazione Universitaria e a quella dei tipografi.dettagli
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25 marzo 1866Tentato furto nel santuario di San LucaIl santuario di San Luca subisce un attentato sacrilego. Ignoti tentano di derubare la sacra immagine della Vergine, ornata di gioielli e pietre preziose. Riescono a strappare una foglia della corona, donata nel 1857 da papa Pio IX. I bolognesi, commossi, si affetteranno a farla rifare in oro. La cappella della Madonna verrà riaperta il 25 marzo 1867, dopo lavori di abbellimento. Nel 1868 sarà arricchita di quattro magnifiche lampade di bronzo dorato, dono del conte Domenico Pallavicini.dettagli
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2 aprile 1866Il Domino ClubIn un appartamento a piano terra di casa Frati in via Miola (poi via Farini) apre la sua sede il Domino Club. E' erede della prestigiosa Società del Casino, che nel periodo della restaurazione offriva intrattenimenti ai membri delle classi elevate e agli ufficiali del contingente austriaco di occupazione. Il Domino è tra i circoli più esclusivi della città: il costo mensile di iscrizione corrisponde al salario medio di un operaio. Secondo il regolamento del club “rimane assolutamente proibita ogni riunione o discussione organizzata estranea all'indole della società, compresi, concerti, balli e atti consimili“. Nel 1867 sarà eletto presidente il conte Giovanni Malvezzi (1819-1892), che manterrà la società completamente apolitica. Nel 1894 verrà acquistata la sede definitiva, in via Castiglione n. 16.dettagli
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6 aprile 1866Il Pio Istituto PallottiIl testamento dell'avvocato Giuseppe Pallotti dispone l'istituzione di un “pio privato istituto di beneficenza” per il mantenimento e l'educazione di ragazzi poveri e “zitelle abbandonate”. Il benefattore vuole contribuire all'educazione cristiana dei giovani, mediante l'accoglienza di alcuni di essi nel seminario o nei collegi ecclesiastici di Bologna. Per il funzionamento dell'istituto lascia sette poderi situati a Galliera e Pieve di Cento, amministrati da una commissione presieduta da un canonico del Capitolo di San Pietro. Con Regio Decreto del 13 febbraio 1868 l'istituto Pallotti sarà eretto in Corpo Morale. Dal 1870 quattro ragazzi saranno accolti nel collegio San Luigi e quattro in seminario, mentre le prime diciotto ragazze entreranno nei ritiri della B.V. dell'Addolorata e delle Canossiane. Dal 1879 l'Asilo Primodì ospiterà, grazie al lascito Pallotti, quattro giovani da avviare ad una attività di lavoro. Nel corso del Novecento l'accoglienza nei collegi sarà man mano sostituita dall'assegnazione di borse di studio.dettagli
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4 maggio 1866Arruolamento di garibaldiniLa Società Operaia diventa il centro di arruolamento dei volontari garibaldini in vista della guerra con l’Austria. Il 4 maggio l’assemblea della Società decide di chiedere al Comune l’uso dell’Orto Agrario per le esercitazioni militari e la disponibilità dei fucili della Guardia Nazionale. Molti dei componenti dell’Operaia partiranno per il fronte e tra essi il presidente Quirico Filopanti (1812-1894), che il 14 luglio sarà in zona di operazioni. Pochi giorni dopo sarà ferito, ma rimarrà sul campo.dettagli
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5 maggio 1866Gioacchino Napoleone Pepoli eletto sindacoDopo le elezioni di maggio, diviene Sindaco Gioacchino Napoleone Pepoli (1825-1881), figlio di Letizia Murat e pronipote di Napoleone, affiliato alla Loggia “Galvani” a Bologna. Oltre che un precoce autore teatrale, è stato un protagonista del Risorgimento bolognese, tra i promotori della Società Nazionale, intermediario di Cavour presso Napoleone III, quindi deputato e ministro del nuovo Regno d'Italia. Nel 1863 ha ricoperto la carica di ambasciatore presso lo Zar di Russia. Rimarrà a capo dell'Amministrazione comunale fino al maggio 1868, anno in cui diverrà senatore e ambasciatore del Regno d'Italia a Vienna.dettagli
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6 maggio 1866L'Unione LiberaleL'Unione Liberale bolognese, presieduta dal senatore Rinaldo Sanguinetti, tiene la sua prima riunione ufficiale. E' in parte filiazione politica della Loggia massonica "Galvani".Ha tra i maggiori esponenti Augusto Aglebert, Cesare Albicini, Ferdinando Berti, e, per breve tempo, l’avv. Giuseppe Ceneri (1827-1898), docente di diritto romano all’Alma Mater, che un anno dopo darà vita all’Unione Democratica.Pur muovendosi in ambito liberale, l'associazione vuole darsi a una impronta democratica e promuovere l'applicazione delle libertà civili e politiche.Il programma, presentato il 6 maggio, prevede una maggiore libertà economica e amministrativa, una tassazione più equa, l'abolizione delle corporazioni religiose e della manomorta, la propagazione delle istituzioni cooperative tra gli operai.Le elezioni del 1867 faranno esplodere profonde divergenze politiche tra moderati e radicali, monarchici e repubblicani. La controversa candidatura di Marco Minghetti provocherà la fine dell'Unione e la crisi della massoneria bolognese.dettagli
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21 maggio 1866Venti di guerraLe voci di una probabile guerra contro l'Austria si fanno insistenti. Il governo chiama alle armi la leva del 1845. Si parla di corpi d'armata riuniti a Bologna e Piacenza. Il richiamo della classe 1843, in congedo illimitato, è accolto ovunque con gioia. Bologna viene subito imbandierata e gli studenti universitari fanno pacifiche dimostrazioni, inneggiando al re e a Garibaldi. E' aperto un Comitato di arruolamento di volontari, con l'assenso del governo, e molti accorrono ad iscriversi. Il 6 maggio un decreto ordina la formazione di venti battaglioni di volontari. L'entusiasmo va alle stelle dopo che l'11 maggio il generale Garibaldi accetta, "con semplicità e franchezza", il ruolo di comandante di questo contingente. Dal 15 maggio il ministero della guerra determina che tutti i corpi militari si trovino "sul piede di guerra", compreso il 4° Corpo d'Armata al comando del generale Cialdini, che è di stanza a Bologna. Il 21 maggio, accompagnato da un corteo di popolo e preceduto dalla banda comunale, parte per Castel San Pietro il battaglione mobile bolognese della Guardia Nazionale al comando del maggiore Trombetti. Poco prima arriva in stazione un convoglio di volontari veneti diretti al deposito di Barletta. Tutti salutano al grido di "Viva l'Italia! Viva Garibaldi! Viva Bologna!". I presenti guardano meravigliati alcuni ragazzi tirolesi e croati in uniforme austriaca, venuti ad arruolarsi con gli italiani.dettagli
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23 maggio 1866Partono i primi volontari per GaribaldiA mezzogiorno del 23 maggio i primi cento volontari del corpo comandato dal generale Garibaldi partono per il deposito di Barletta, uno dei quattro centri di raccolta stabiliti in vista della guerra contro l'Austria. Preceduti e seguiti dalle bandiere nazionali, al suono della banda e tra i "clamorosi" evviva della folla plaudente, i patrioti attraversano le vie della città in direzione della stazione ferroviaria. Qui la scena assume "il carattere più spiccato dell'entusiasmo". Il 24 maggio partono altri duecento volontari bolognesi in due convogli separati. L'invio ai depositi di Bari e Barletta continuerà per diversi giorni. Sono infatti oltre 1.500 gli iscritti al Comitato preparatorio. Varie volte alla stazione i giovani bolognesi incontreranno i volontari provenienti da altre città e regioni italiane - veneti, toscani, romagnoli - con i quali scambieranno "il cordiale saluto dei fratelli d'armi" (Venosta).dettagli
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giugno 1866Arresti di parroci e di attivisti cattoliciPochi giorni prima della guerra contro l'Austria, a Bologna comincia un vero e proprio rastrellamento contro i cattolici ostili al nuovo stato italiano, benchè da tempo essi abbiano annunciato la sospensione di ogni attività di propaganda e di diffusione della stampa "sovversiva". Minacce, arresti, perquisizioni sono provocate dalla legge Crispi del 17 maggio, la cosiddetta “legge dei sospetti”, che assegna al governo “poteri eccezionali per provvedere alla sicurezza interna dello Stato” e consente l'assegnazione del domicilio coatto a persone considerate sospette. L'Associazione cattolica per la libertà della Chiesa è costretta a sciogliersi. Il fondatore Giambattista Casoni (1830-1919) riesce a fuggire in Vaticano ed entra a far parte della redazione dell'"Osservatore Romano". Il presidente Fangarezzi, arrestato e rilasciato dopo alcuni giorni, si rifugia in Svizzera. Oltre a numerosi esponenti del laicato cattolico vergono arrestati - e spesso allontanati da Bologna - 50 sacerdoti diocesani, tra i quali 33 parroci. La cacciata dei parroci segna uno dei momenti più alti della contrapposizione tra l'autorità statale e la chiesa bolognese.dettagli
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17 giugno 1866Incontro tra Cialdini e La Marmora per il piano di guerraIl 16 giugno la Prussia apre le ostilità contro l'Austria. Il Regno d'Italia si prepara anch'esso a intervenire, secondo i patti stabiliti. Il 17 giugno si svolge a Bologna un incontro tra i generali Enrico Cialdini (1811-1892) e Alfonso La Marmora (1804-1878), comandanti delle due armate del contingente italiano. Il colloquio è volto a stabilire la condotta della campagna militare. Probabilmente si giunge a un accordo per azioni differite dell'esercito, diviso "in due masse separate". Ma il piano rimane in gran parte incerto e non senza equivoci. Per Cialdini è inteso che l'attacco principale deve essere condotto dal 4° corpo d'armata da lui guidato sul Basso Po, dopo un'azione dimostrativa dell'armata di La Marmora nei pressi del Mincio, volta ad attirare a sé il nemico. Di fatto La Marmora non si rassegnerà ad avere un ruolo secondario e deciderà di muoversi in modo autonomo, passando il 23 il Mincio a Valeggio e Goito. Le incomprensioni e la rivalità tra i due generali saranno motivo non secondario dell'insuccesso a Custoza il 24 giugno.dettagli
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luglio 1866L'acqua minerale del Navile di BolognaDa un pozzo situato in via del Porto, alla profondità di circa 12 metri dal piano stradale, è ricavata l'Acqua Minerale Salino Magnesiaca del Navile di Bologna. Sul “Monitore di Bologna” si consiglia di berla appena “estratta dal pozzo” - presso lo stabilimento accanto alla fonte, aperto "dalla levata del sole al tramonto" - oppure di acquistarla nei punti vendita del centro: il negozio di confetture Borgognoni in Borgo Salamo e la farmacia Bonavia in via dei Vetturini. La pubblicità garantisce che questa acqua mantiene in ogni stagione “le sue proprietà salutari”. La statistica del Regno sulle acque minerali la definisce "bevanda purgativa" e le riconosce proprietà benefiche contro dipsepsie e ingorghi glandolari. Di fatto essa proviene da uno degli epicentri delle periodiche epidemie di colera che in questo periodo flagellano la città.dettagli
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18 luglio 1866Prigionieri austriaci nel cortile della CisternaNella guerra contro l'Austria il Corpo l'armata del generale Cialdini, che l'8 luglio ha attraversato il Po, occupa dapprima Rovigo, poi Padova, Treviso e Vicenza. Da Bologna transitano 60.000 soldati diretti a Ferrara. Anche il Sindaco Pepoli è chiamato "con dispaccio governativo" nella città estense. Pochi giorni dopo sarà nominato Commissario a Padova, una delle Provincie Venete sottratte all'Austria. Il 18 luglio sono tradotti in città alcuni soldati austriaci, prigionieri di guerra o disertori. Vengono temporaneamente rinchiusi nel cortile della Cisterna all'interno del Palazzo Comunale. Una cosa simile era già accaduta durante la "gloriosa giornata" dell'8 agosto 1848.dettagli
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3 settembre 1866Ripristino del selciato in via dei VetturiniCominciano in via dei Vetturini (in seguito via Ugo Bassi) i lavori di rinnovo del manto stradale, con falde a ciottoli, binari centrali in granito e marciapiedi laterali. Il ripristino del selciato, iniziato nel 1865 in via Galliera, è ritenuto "necessarissimo". In seguito sarà eseguito in altre strade centrali, quali il Mercato di Mezzo, via S. Felice e il Trebbo dei Carbonesi.dettagli
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11 settembre 1866La nuova via FariniAlcuni tratti stradali nella parte meridionale dell'antico centro cittadino sono completamente ridisegnati e rettificati su progetto dell'ing. Coriolano Monti (1815-1880). Nella seduta dell'11 settembre del Consiglio comunale la nuova strada così ricavata è intitolata a Luigi Carlo Farini (1812-1866), artefice dell'annessione dell'Emilia al Regno d'Italia, scomparso il 1° agosto (una malattia neurologica l'ha colpito nel 1863, mentre era in carica come Presidente del Consiglio, minandone le facoltà mentali). L'intervento di Monti - e di altri architetti, quali Mengoni, Cipolla, Zannoni, Faccioli - comprende via Miola, via Ponte di Ferro, Borgo Salamo e via dei Libri, con strettoie e notevoli dislivelli. Vengono rimodellati i palazzi Tacconi, Casali-Frati (1865), Guidotti, Dolfi, Pizzardi e altri. Il nuovo Palazzo Pizzardi, modificato dall'ing. Antonio Zannoni (1833-1910), con un alto portico in via Farini e una nuova facciata in via San Mamolo, sarà inaugurato nel 1869. Alcuni lo criticheranno per mancanza di "unità di stile e di concetto". Scompaiono alcune testimonianze del passato, come lo scalone di palazzo Guidotti o la torre degli Andalò, incorporata nelle case Dolfi. L'architettura neo rinascimentale del Monti appare efficace nel rivestire e unificare gli edifici porticati della nuova strada, adeguandosi bene alle architetture preesistenti, in particolare nel bel tratto curvilineo di palazzo Tacconi, che culmina nell'incrocio con via Santo Stefano. In questo punto, sulla piazzetta che ospitava la chiesina di Santa Tecla, l'ingegnere capo dell'Ufficio Tecnico edifica, tra il 1863 e il 1865, una palazzina a pianta trapezoidale, che completa e definisce uno degli angoli più spettacolari della città (Gottarelli).dettagli
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7 ottobre 1866Epidemia di coleraUna donna affetta dal colera è trovata riversa ai giardini della Montagnola ed è trasportata in lazzaretto. In questo periodo si registrano diversi altri casi in città. La maggior parte delle persone colpite provengono da luoghi infetti: sono ad esempio soldati dei corpi volontari e dell'esercito in congedo dal Tirolo o dall'Isonzo o di ritorno dai campi di prigionia austriaci, dove il morbo è diffuso. All'Ospedale militare per i colerosi al Ranuzzino vengono ricoverati circa 80 soldati di stanza nei forti e nelle caserme di Bologna o di passaggio alla stazione, e ne muoiono 50. Tra i civili vengono denunciati 40 casi, con 33 decessi. L'epidemia durerà fino a fine novembre. Tra il 1865 e il 1867 si contano circa 180 morti, un numero decisamente inferiore ai coevi dati di Ancona, dove si registrano oltre 2.000 morti, o al terribile bilancio dell'estate 1855, quando, per l'epidemia di cholera morbus, a Bologna si verificarono circa 3.500 decessi.dettagli
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19 ottobre 1866Si festeggia l'ingresso dei soldati italiani a VeneziaIl 19 ottobre la città viene tutta imbandierata per festeggiare l'ingresso dei soldati italiani a Venezia. Il Sindaco fa pubblicare un telegramma inviato dal primo ministro Ricasoli: La bandiera italiana sventola dalle antenne di S. Marco, salutata dalle frenetiche grida della popolazione esultante. A sera tutti gli edifici pubblici vengono illuminati, mentre la banda del Comune e le bande militari percorrono le vie centrali. La pace con l'Austria è stata firmata a Vienna il 3 ottobre e il giorno seguente salve di artiglieria sparate dai forti attorno alla città avevano diffuso la lieta novella. L'entusiasmo per la fine della guerra e la conquista del Veneto è turbato dalla presenza del colera in città, con diversi nuovi casi di contagio.dettagli
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22 ottobre 1866Il Teatro del Corso illuminato a gasL'impresa di Giovanni Serafini effettua una serie di restauri al teatro del Corso. Durante l'estate del 1866 vengono collocate le tubature del gas, è installato un gran numero di lumiere e soprattutto viene rifatta completamente la decorazione pittorica, sotto la direzione di Luigi Samoggia (1811-1904). Abile e famoso decoratore, Samoggia è autore di lavori di abbellimento nei maggiori edifici storici di Bologna, dal Palazzo Comunale alla Basilica di San Luca, dal Palazzo della Cassa di risparmio alla Metropolitana di San Pietro. La sua specialità, però, sono i teatri: interviene al Comunale, ma anche in sale fuori Bologna, nelle Marche e a Viterbo. Alla riapertura del teatro i commenti dei giornali bolognesi sono molto favorevoli: "Uno e stupendo è il concetto che insieme lega le diverse parti della nuova ornamentazione, cominciando dalla graziosa bocca d'opera e passando alle dipinture e ai bassorilievi". La profusione di stucchi e dorature, i festoni floreali dipinti, la nuova illuminazione a gas, rendono il teatro più signorile e richiamano la migliore società, in una stagione in cui esso è chiamato a sostituire il Comunale, a sua volta in restauro. Il teatro del Corso è il più importante palcoscenico cittadino per la prosa. Una sua caratteristica è che i palchi sono quasi tutti privati, per cui capita spesso che vi sia ressa in platea, ma che i loggioni restino deserti. Solo per carnevale si riempie del tutto. Negli ultimi decenni del secolo presenterà anche stagioni di musica e si proporrà come il teatro del “Grande Attore”.dettagli
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1 dicembre 1866Linea ferroviaria Bologna-PadovaE' attivato il collegamento ferroviario tra Bologna a Padova, attraverso Ferrara e Rovigo. Il tronco Padova-Rovigo, in territorio ancora dipendente dall'Austria, è stato completato nel giugno precedente e il tratto tra Rovigo e la sponda del Po a Pontelagoscuro è stato costruito in fretta durante la Terza guerra d'Indipendenza, come ferrovia militare. L'esercizio civile dell'intera linea parte al termine delle ostilità ed è affidato alla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia (SFAI) fino al 1885. Nel 1905 entrerà a far parte della rete delle Ferrovie dello Stato.dettagli