Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1867Il salumificio dei Fratelli NanniI fratelli Nanni fondano a San Lazzaro di Savena un grande stabilimento a vapore per la preparazione degli insaccati. Esso si trasferirà a Borgo Panigale nel 1869, dotandosi di moderni impianti per la lavorazione dei salumi e utilizzando carni suine fresche provenienti da allevamenti accuratamente selezionati. La fabbrica sarà dotata di ampi laboratori, magazzini sotterranei, ghiacciaie e locali per la "maturazione": 24 delle oltre 40 macchine in dotazione saranno azionate da un motore a vapore. La ditta Nanni sarà premiata a numerose esposizioni internazionali, tra le quali quella del 1889 a Parigi.dettagli
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1867Villa Caldesi, la Casa dell'AngeloL'ex chiesa delle monache degli Angeli, soppressa nel 1831, diviene villa Caldesi. Si trova fuori porta San Mamolo all'angolo con la via Panoramica per San Michele in Bosco. Nel convento appresso i Canonici Renani custodivano una famosa pala di Giotto, in seguito trasferita alla Pinacoteca Nazionale. Dal 1370 vi si insediarono i monaci Camaldolesi. Nel 1598 l'edificio passò al Collegio Montalto. Durante la peste del 1630 fu trasformato in lazzaretto per gli uomini. Della chiesa rimane un portico occluso di sei arcate, orientato a nord verso la città. E' decorato con terrecotte, tondi tra arco e arco e capitelli in stile Rinascimento. La testata su via San Mamolo è chiusa da una bifora sormontata da un elegante angelo "dalle chiome svolazzanti, dalle lunghe ali, dalla tunica a doppie maniche e dalla veste leggera cadente fin sopra i piedi" (Zucchini). Villa Caldesi sarà conosciuta come la Casa dell'Angelo. Alla fine del '900 il Comune di Bologna la destinerà a sede del Quartiere Colli. Ospiterà inoltre il Centro Amilcar Cabral, nato nel 1974 come osservatorio e centro di studi sui paesi dell'Asia dell'Africa e dell'America Latina, caratterizzato da una biblioteca specializzata di grande qualità.dettagli
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1867La libreria ZanichelliLa libreria Marsigli e Rocchi sotto il Pavaglione è rilevata, dopo la morte ravvicinata dei due proprietari, da Nicola Zanichelli (1819-1884), titolare dal 1843, assieme al dott. Giacinto Menozzi, di una piccola libreria a Modena. Nel 1864 l'editrice Zanichelli pubblicherà la prima traduzione italiana dell'Origine della specie di Darwin. Nel 1875 stamperà il primo libro di Giosue Carducci con le proprie insegne, con il titolo Delle poesie latine edite e inedite di Ludovico Ariosto. In questo periodo saranno pubblicati testi di importanti autori locali, quali il filosofo Acri, il geologo Bombicci, il divulgatore scientifico Filopanti, il giurista Ceneri. L'intrapresa di Nicola verrà continuata dai figli Cesare e Giacomo. Dopo la pubblicazione delle Odi barbare, Giosue Carducci prenderà a frequentare spesso la libreria: non sarà raro trovarlo, nel tardo pomeriggio, "chino su un libro aperto" o intento a discutere con qualche conoscente. Il "cenacolo carducciano" presso Zanichelli diverrà nel tempo il punto d'incontro di una parte cospicua della cultura italiana.dettagli
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1867L'Istituto Convitto Ungarelli in Palazzo MartinettiGermano Rossi, nipote della contessa Cornelia Martinetti (1771-1867) da poco scomparsa, concede in affitto all'Istituto Ungarelli il palazzo di famiglia in via San Vitale n. 56.Lo stabile, che ingloba, in una vasta area centrale della città, i resti di alcuni conventi soppressi in epoca napoleonica, fu sede di uno dei più importanti cenacoli letterari dell'Ottocento, l'Orto delle Esperidi.Vi furono accolti a più riprese i maggiori artisti e letterati italiani ed europei in transito a Bologna, da Foscolo a Byron, da Monti a Canova, molti dei quali affascinati dalle grazie della bellissima e coltissima ospite.L'Istituto convitto Ungarelli è stato fondato nel 1859 dal padre barnabita don Luigi Ungarelli. Propone studi “infantili, elementari, tecnici, ginnasiali e liceali”.Per accedervi è prevista una “retta annua mite senza spese superflue”, con sconti per i fratelli o per più di tre ragazzi provenienti dallo stesso paese.Oltre alle normali materie e all'istruzione religiosa, "impartita da dotto e pio sacerdote", si tengono “lezioni di galateo e doveri sociali”.Alle famiglie si promettono "cure assidue, vigilanti, amorose" per i ragazzi, "affinché colla disciplina progredisca anche il profitto negli studi".I collegiali vestono, come uniforme obbligatoria, “la simpatica divisa del bersagliere”. Su di essi gli insegnanti esercitano una vigilanza assidua e una “disciplina famigliare, amorosa, ma risoluta”.Al piano terra del palazzo sono situati gli uffici amministrativi del collegio, mentre i piani superiori ospitano, in “ampie sale ben arieggiate e luminose”, le aule, le sale studio e i dormitori.Molto importante è il museo didattico istituito dal cav. Ungarelli per l'istruzione primaria e secondaria, in cui spiccano "un quadro degli animali vertebrati" della provincia di Bologna e grandi carte topografiche in scala 1:5000.Il famoso giardino della contessa Martinetti è usato per la ricreazione degli alunni. Scomparirà dopo il trasferimento dell'Istituto e la successiva lottizzazione dell'area.dettagli
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1867L'Officina Gaetano BarbieriViene fondata la fonderia di ghisa Gaetano Barbieri. La fabbrica è a Castel Maggiore, nei locali che erano stati in precedenza sede dell' Officina meccanica con fonderia in Bologna (poi De Morsier). In un primo tempo prevarrà l'attività di fusione, con eccellenti prodotti, come i lampioni in ghisa della Montagnola e quelli del palazzo della Cassa di Risparmio. Nel 1876 alla fonderia verrà associata una officina meccanica dotata di un motore a vapore di 30 cavalli e di una turbina di dieci cavalli. Nel 1880 la ditta assumerà la ragione sociale Gaetano Barbieri & Co. I 100 operai occupati di quell’anno diventeranno 197 nel 1887. Lo Stabilimento meccanico e fusorio Gaetano Barbieri & Co produrrà macchine per l'industria, caldaie a vapore, locomobili, ponti metallici (ad esempio le guide del ponte girevole di Taranto). Produrrà anche semplici tipi per l'agricoltura, di grande diffusione: torchi da vinacce e olive, ventilatori per cereali. Dal 1898, sotto la guida dell'ing. Deodato Barbieri, si specializzerà in macchine frigorifere attivate da potenti compressori, divenendo la principale fornitrice dell'esercito. Avrà grande rilievo nello sviluppo urbanistico bolognese di fine secolo, con interventi di consolidamento di edifici, quali la torre Asinelli, il Mercato delle Erbe in San Gervasio, il deposito dei tram della Zucca, il forno del pane. Dopo la prima guerra mondiale la produzione si perfezionerà con la costruzione di compressori verticali ad anidride carbonica. Dal 1925 la Barbieri realizzerà in Romagna i primi impianti per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli. Durante la seconda guerra mondiale l'azienda sarà impegnata nella produzione di materiale bellico: pezzi di artiglieria, armi portatili, proiettili. Dalla metà degli anni '40 saranno prodotti i primi congelatori mobili a -40° e nel 1952 verrà brevettato il sistema di fabbricazione del ghiaccio in blocchi "Rapid Ice". Nel 1972 l'azienda assumerà la denominazione di Technofrigo Europa e dal 1994 entrerà a far parte del gruppo tedesco GEA nella posizione di leader mondiale nell'industria degli impianti di refrigerazione ad uso alimentare, ma anche chimico e farmaceutico.dettagli
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1867Pietro Siciliani all'Alma MaterSu suggerimento di Giosue Carducci, il ministro Cesare Correnti nomina Pietro Siciliani (1832-1885) professore straordinario di Filosofia teoretica all'Università di Bologna. Tra il 1868 e il 1883 avrà anche l'incarico dell'insegnamento della Pedagogia. Di origine pugliese, formatosi in collegi di Lecce e Napoli, Siciliani è stato allievo di Cesare Studiati e di Francesco Puccinotti a Pisa. A Firenze ha insegnato Filosofia speculativa e morale nel Liceo “Dante Alighieri“. Sarà uno dei protagonisti del progresso culturale e scientifico dell'Ateneo bolognese negli anni postunitari, in contatto con protagonisti della scuola idealistica, quali Angelo Camillo De Meis e Francesco Fiorentino. Nel 1871 pubblicherà la sua opera più nota, uno studio sul pensiero di Vico dal titolo Sul rinnovamento della filosofia positiva in Italia. Nel 1876, con il saggio La Critica della filosofia zoologica del XIX secolo sarà conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Dal 1880 verrà chiamato a dirigere numerosi congressi pedagogici in Italia. La pedagogia sarà uno dei principali interessi nell'ultima fase del suo itinerario di pensiero. Contribuirà a conferire alla disciplina un indirizzo scientifico e profondamente laico. Istituirà a Bologna un centro di studi pedagogici. Dopo la morte, nel capoluogo emiliano gli verrà intitolato l’Istituto Penale per i minorenni.dettagli
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gennaio 1867Raffaele Fiorini e la rinascita della liuteria bologneseRaffaele Fiorini (1828-1898), mugnaio del Mulino della Sega di Bazzano, dotato di spiccato talento artigianale e artistico, apre un laboratorio di liuteria nella scuderia di Palazzo Pepoli. Fin da ragazzo "tra un sacco e l'altro di grano, togliendosi al polverone e al fragore delle mole, si chiudeva in uno sgabuzzino e, tratta fuori la raspa, si dava a lavorare attorno ai violini, che erano la sua passione". E' un uomo di ormai quarant'anni, ma molto intraprendente e vitale, conosciuto per il suo singolare carattere. Per alcuni assomiglia "a uno di quegli ingegni estrosi, imprevedibili e inavvicinabili" tipici della bohème parigina o della scapigliatura lombarda. Ad indurlo ad avviare una bottega a Bologna è stato il maestro di violino Carlo Verardi, desideroso di risolvere il problema della mancanza di validi artigiani in città. Fiorini saprà presto guadagnarsi un posto di rilievo e una buona fama nell'ambiente musicale per i suoi violoncelli e violini di modello classico, caratterizzati da una bella vernice rosso-bruna. Si circonderà di numerosi allievi e apprendisti di talento, quali Augusto e Cesare Pollastri, Cesare e Oreste Candi, e il figlio Giuseppe, che sarà liutaio e commerciante di strumenti antichi a Monaco di Baviera e a Zurigo. Sarà quindi considerato figura importante e rappresentativa della liuteria moderna, fautore della rinascita di un'arte un tempo fiorente a Bologna, ma entrata in crisi nel corso del '700.dettagli
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1 gennaio 1867Gli orologi regolati al tempo di RomaDal 1° gennaio, su delibera del Comune, l'orologio di piazza Maggiore è messo in regola col tempo medio di Roma, che anticipa di quattro minuti quello di Bologna. I cittadini sono invitati a mettere a punto allo stesso modo tutti gli altri orologi pubblici. Il tempo di Roma è già stato adottato nel dicembre 1866 dal Municipio di Milano. Data la puntualità a cui servizi essenziali - quali le ferrovie, la posta, i telegrafi - sono vincolati, esso ha riconosciuto conveniente regolare a quello gli orologi pubblici. In breve l'ora ferroviaria unica assurgerà "alla dignità di ora nazionale unica" e sarà scelta da tutta la nazione con l'eccezione di Venezia e Palermo.dettagli
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15 gennaio 1867La "Rivista bolognese" di Enrico PanzacchiIl 17 gennaio esce il primo numero della “Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e scuole”, diretta da Enrico Panzacchi (1840-1904), intellettuale molto noto in città. Nel programma tracciato dal direttore si afferma che l'Italia deve apprendere moltissimo "da sè medesima, dal suo genio, dalle sue istituzioni, dalla sua storia ricca, più che altra mai, d'ammaestramenti di civiltà" e che è necessario avere particolare attenzione per l'insegnamento e la scuola. Panzacchi non nasconde "l'ambizione di costituire un giornale non indegno del paese, il quale lontano da ogni ira di parte, promuova l'incremento degli utili studi nella concordia degli studiosi, e senza escludere dal suo seno nessuno elemento di soda civiltà". Già nella prima dispensa il mensile contiene un saggio di Giosue Carducci (1835-1907) dal titolo Di alcune condizioni della presente letteratura. Si tratta di un discorso accademico pronunciato alcuni anni prima, al quale il professore poeta ha tagliato "quel che nelle serpi è più reo e che nelle prolusioni è per lo più innocentissimo se non forse di noia, il capo e la coda". Aggredita da "filosofanti meridionali", la creatura di Panzacchi avrà storia "breve e tragicomica", a conferma - secondo Carlo Dionisotti - delle difficoltà di rinnovamento della cultura italiana in questo periodo.dettagli
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6 febbraio 1867Carlotta Patti al Teatro BrunettiIl fiore della società bolognese accoglie con entusiasmo al Nuovo Teatro Brunetti i due concerti proposti dall'impresario Bernard Ullmann il 6 e l'11 febbraio. Gli applausi sono molto calorosi e molte sono le repliche. Vengono eseguite musiche di Rossini, Donizetti e Verdi. Protagonista è Carlotta Patti (1835-1889) soprano dalla bella e limpida voce, accompagnata da un ensemble di prestigio, con Mary Krebs-Brenning al pianoforte, Alexandre Batta al violoncello, John Aptomas all'arpa e Henri Vieuxtemps al violino. Il secondo concerto - purtroppo con minore concorso di pubblico - risulta anche migliore del primo "per la scelta dei pezzi, e per l'insuperabile esecuzione". Secondo il critico dell'"Arpa" i concerti Ullmann "corrispondono al più perfetto intuito musicale, essendo che nel complesso di questi concertisti vi sono tre cose molto unite: intelligenza, meccanismo e cuore".dettagli
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marzo 1867Apre il nuovo cortile nel Palazzo della MorteNegli ultimi giorni di carnevale è aperto al pubblico il nuovo cortile dell'ex Ospedale della Morte, contiguo all'Archiginnasio. E' opera dell'architetto Coriolano Monti (1815-1880), già ingegnere capo del Comune. Lo stile architettonico, che "tiene più all'arabo che all'italiano", è oggetto di critiche da parte di molti.dettagli
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1 marzo 1867"L'Amico del Popolo" giornale democraticoViene fondato a Bologna “L'Amico del popolo”, foglio di tendenza repubblicano-democratica. Ha sede a Palazzo Paleotti in via Zamboni e sostiene la candidatura di Giuseppe Ceneri (1827-1898) al primo Collegio di Bologna in opposizione a Marco Minghetti (1818-1886). Giosue Carducci (1835-1907) vi pubblicherà i suoi primi Giambi ed epodi con lo pseudonimo Enotrio Romano o la sigla E.R. Definito dal cronista Bottrigari "schifoso e anarchico", il giornale si batte a favore delle classi lavoratrici e critica pesantemente i governi moderati. Sarà più volte sequestrato - quindici volte nel solo 1867 - e dovrà subire lunghe sospensioni. Nonostante le persecuzioni si venderà molto bene, a migliaia di copie. Secondo il questore “il plebeo, il ricco, l'artigiano, il negoziante, l'impiegato, il soldato ancora, tutti accorrono all'ora della distribuzione a spendere il loro soldo per averlo; così il veleno entra in tutte le vene e serpeggia e si diffonde”.dettagli
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17 marzo 1867Elezioni politiche. Minghetti rieletto deputatoLe elezioni politiche si svolgono secondo il sistema censitario ristretto vigente in Piemonte dal 1848. Alle urne vanno solo metà degli ammessi (l'1,36% della popolazione totale). Prevalgono i liberali, moderati e progressisti. Tra gli eletti in città vi sono il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli (1825-1881) e Carlo Berti Pichat (1799-1878), mentre in provincia prevalgono Camillo Casarini (1830-1874), Rodolfo Audinot (1814-1874) e Paolo Silvani (1810-1884). Marco Minghetti (1818-1886) è eletto deputato nel collegio 65, con soli nove voti in più del candidato democratico, l'avvocato Giuseppe Ceneri (1827-1898), rappresentante del partito "avanzato". Il giornale "L'Amico del Popolo" parla comunque di "idolo scosso" e di vittoria morale della sinistra. Per il Bottrigari Minghetti "non gode in Patria di alcuna popolarità". L’egemonia dei liberali a Bologna continuerà ancora per diversi anni, mentre andranno le differenze tra le varie correnti e si intensificherà l’attività politica dei cattolici.dettagli
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aprile 1867La Società del Duttour Balanzon e il carnevaleE’ costituita la Società del Duttour Balanzon, una congrega di buontemponi che si incarica di rinverdire le tradizionali pubbliche feste a Bologna. Ha il compito di promuovere “i pubblici divertimenti carnevaleschi, favorendo il Commercio e l’Industria, cooperando anche a pubblica beneficenza”. Ne fanno parte illustri cittadini, come il pittore Luigi Busi, i conti Salina e Aria, il marchese Francesco Albergati Capacelli, da alcuni chiamato ironicamente “incapacelli”. I carri mascherati partono ogni anno da porta Santo Stefano e sfilano per il centro fino a piazza VIII Agosto. Le giornate di giovedì e martedì grasso sono dedicate al gesso, la domenica al lancio di fiori e dolci. Dalle tribune improvvisate tra gli archi dei portici e dalle finestre gremite, il pubblico festante assiste e partecipa al "corso del gesso", con lanci di polvere bianca confezionata in sacchi da 20 e 50 chili. Questi tiri furibondi sono chiamati “spaluzzé” o “spalozzate”, da “palozz”, la pala di legno dei fornai. Ne rimane un ricordo di Alfredo Testoni: “Vedemmo la popolazione di Bologna riversata nelle vie, coperta da capo a piedi di gesso, pigiata lungo via Farini, tenuta chiusa sotto i portici da corde tirate da una colonna all'altra ...” Durante gli scontri a base di coriandoli di gesso i contendenti vestono camici bianchi e usano maschere di fil di ferro e ottone, simili a quelle degli schermidori, per proteggere il viso. Anche lo scrittore Enrico Panzacchi parteciperà volentieri alle battaglie di gesso - condotte fino al “seppellimento” degli avversari - e una volta il giornale "La Patria" lo proclamerà "gladiatore del palozzo". Nella piazza del Mercato e alla Montagnola vengono costruite grandi scenografie. Sono memorabili le sfilate del 1869 (Le Streghe di Benevento), del 1874 (Gli Etruschi) e quella del 1901 dove è ammirato un carro ideato da Nasica (Augusto Majani). La maschera del dottor Balanzone è regista e sovrano dei carnevali fino al 1914. Tra i più osannati "balanzoni" sono i burattinai Filippo e Angelo Cuccoli. “Resi incomodi pel getto sconveniente del gesso” i corsi mascherati verranno presto a noia ai cittadini di più elevata condizione e col tempo rimarranno un divertimento essenzialmente popolare.dettagli
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1 aprile 1867Imprenditori bolognesi premiati a ParigiAll'Esposizione Universale che si tiene a Parigi dal 1° aprile al 3 novembre 1867 vengono premiati diversi imprenditori bolognesi. I fratelli Lollini, produttori di ferri chirurgici, ottengono la medaglia d'oro. Lo stesso premio va a Luigi Calzoni per la lavorazione della canapa e ai fratelli Monari per la loro industria del riso brillato. Giuseppe Majani, conosciuto per le cioccolate e le confetture, riceve invece una medaglia d'argento.dettagli
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6 aprile 1867Il giornale "L'eco dell'Operaio"Il 6 aprile esce a Bologna “L’Eco dell’Operaio” settimanale fondato dal prof. Pietro D’Amico, in seguito titolare, assieme alla moglie Anna Bonazinga, di un gabinetto di consultazioni magnetiche. Si definisce “Giornale Politico, Letterario, Scientifico” e presenta una serie di parole d’ordine del programma democratico: “Pane e lavoro all'operaio, Libertà, Associazione, Libero Pensiero”. Queste cose - si afferma nell’articolo di fondo del primo numero - “chiederemo costantemente pel povero operaio” - considerato "essere tanto necessario, quanto talora da altri negletto" - ma a prezzo della sua istruzione e morale. Nei pochi numeri seguenti “L’Eco” discuterà “con praticità e fermezza” dei problemi del lavoro e della classe operaia, “dimostrando una precisa conoscenza delle effettive condizioni economiche del proletariato” (Rosselli). Tenterà inoltre di promuovere associazioni cooperative e di mutuo soccorso. La sua impostazione radicale e classista attirerà fin da subito l’attenzione delle autorità e i sequestri saranno frequenti.dettagli
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12 aprile 1867Giuseppe Ceneri guida l'Unione Democratica BologneseL'avvocato Giuseppe Ceneri (1827-1898), già collaboratore di Marco Minghetti nella Commissione legislativa dell'Assemblea delle Romagne e professore di Diritto romano all'Università, guida la scissione della Società liberale (o Unione Liberale). Il 12 aprile è fondata l'Unione Democratica Bolognese vicina alle posizioni della sinistra repubblicana e radicale. Ceneri ne è il primo presidente, con Giosue Carducci segretario. Il programma è presentato il 12 maggio 1867 sul giornale "L’amico del Popolo". Ci si augura non senza retorica che esso "sia completamente messo in atto" mercè "il buon destino d'Italia". Tra i punti fondamentali vi sono l'unità nazionale con Roma capitale, la libertà di coscienza, di associazione, di culto, di istruzione, la libertà civile e politica, il suffragio universale, l'istruzione elementare obbligatoria per tutti, l'utilizzo dei beni della Chiesa per il popolo. Il nuovo raggruppamento "progressista" o "avanzato", che si consolida attorno alle logge massoniche costituite dopo l'Unità, si contrappone in modo intransigente ai costituzionali filogovernativi. La "consorteria" moderata è accusata di "favoritismo, piemontismo, centralismo, burocrazia". Dopo le elezioni l'atmosfera politica si farà molto tesa, drammatica. La sconfitta dello schieramento democratico ne accentuerà il radicalismo. I professori raccolti attorno a Ceneri, considerato un capopopolo “ispirato da smodata ambizione”, subiranno le assidue attenzioni della polizia. Secondo il Prefetto “è necessario che si abbattano questi capi, che il Governo faccia sentire energicamente il suo potere sopra questi suoi dipendenti, che li tolga da Bologna lanciandoli ben lontano”. Per le sue posizioni politiche antigovernative, nel novembre 1867 Carducci verrà minacciato dal Ministro della Pubblica Istruzione di trasferimento a Napoli ad insegnare latino.dettagli
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18 maggio 1867Il ritorno del "Don Giovanni"Per alcune sere di maggio va in scena al Teatro del Corso il Don Giovanni di Mozart, che non veniva rappresentato a Bologna dal 1817. L'opera, "piena di brio e di melodiche ispirazioni", fa grande impressione sul pubblico degli specialisti e dei profani. Tra gli interpreti si distingue Francesco Steller (1826-1881), che entusiasma "all'ultimo grado" gli ascoltatori con la sua "bella e maschia voce". Nella prima, che si tiene la sera del 18 maggio, il celebre baritono viene particolarmente festeggiato nella Serenata, della quale è richiesta la replica "fra una salve di ovazioni". Il pubblico pretende inoltre il bis del "brioso e stupendo" coro della Libertà. Secondo il critico dell'"Arpa" il capolavoro di Mozart ha melodie così pure e fresche "da non invidiare le più belle creazioni dei grandi maestri viventi", che anzi da quest'opera "ponno anche molto imparare".dettagli
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9 giugno 1867Il Comizio AgrarioE' ufficialmente inaugurato il Comizio Agrario di Bologna. E' presieduto dal marchese Luigi Pizzardi (1815-1871) e conta fra i suoi membri i nomi più importanti del mondo agrario locale. Ha come obbiettivo la rappresentanza legale del ceto agrario presso il governo e la promozione del progresso dell'agricoltura.Pur soffrendo di carenza di mezzi finanziari, negli anni successivi organizzerà a Bologna e nel circondario numerose conferenze sui più importanti argomenti di interesse agrario, tenute da agronomi del Comizio e da professori invitati.Tra i più dinamici protagonisti di questa importante opera di divulgazione, vi è Annibale Certani (1829-1914), "padre della moderna agricoltura bolognese", uno dei più eminenti agronomi italiani e inventore dell'aratro "ravagliatore", che permette l'aratura in profondità dei terreni agricoli.Nel 1890 il Comizio Agrario si farà promotore della creazione dell’Ufficio Tecnico Agrario e della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Bologna.dettagli
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29 giugno 1867La Società della Gioventù Cattolica italiana e l'opera di Giovanni Battista AcquaderniIl conte Giovanni Battista Acquaderni (1839-1922), assieme al giovane Mario Fani-Ciotti e al padre gesuita Pincelli, fonda a Bologna, in palazzo Malvezzi Campeggi, la Società della Gioventù Cattolica italiana, che diverrà poi l'Azione cattolica. Essa mira "alla difesa del dogma, della morale cattolica e del trono temporale del Vicario di Gesù Cristo" contro il tentativo della Massoneria di "sradicare dai popoli quanto v'ha di soprannaturale e divino", agitando parole come Libertà e Progresso. Il primo proclama, lanciato il 29 giugno, contiene il motto del nuovo sodalizio: "Preghiera, Azione, Sacrificio" (la sigla "P.A.S." sarà ricamata sulle bandiere). L'associazione non usa toni particolarmente polemici contro lo Stato, né denuncia finalità politiche. Il programma, pubblicato il 4 gennaio 1868, esprime la necessità di una educazione religiosa, che contribuisca alla sopravvivenza della famiglia, della morale e della fede. Tra le prime idee della nuova Società sono l'Opera del denaro di San Pietro, un libretto riguardante il Conciclio ecumenico, e l'istituzione di una scuola per i figli del popolo. Giovanni Acquaderni (1839-1922) è la figura determinante nel passaggio dalla resistenza passiva dei cattolici alla resistenza attiva, sostenuta soprattutto da una diffusa pubblicistica anti-liberale. E' infatti editore-direttore di una quindicina di periodici cattolici a larga tiratura, finanziati soprattutto con la vendita di "oleografie per la chiesa", cioè di santini da lui prodotti e venduti a migliaia. Il primo periodico, "Piccole letture cattoliche", è stampato in 30.000 copie. Dal 1865 pubblica anche una rivista femminile, "La madre di famiglia". Già nel 1866 Acquaderni ha promosso l'Associazione cattolica italiana per la libertà della Chiesa in Italia, subito sciolta d'autorità. Grazie alla sua azione, Bologna diventerà il centro nazionale dell'opposizione cattolica intransigente.dettagli
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9 luglio 1867La riforma scolastica dei liberali moderatiIl sindaco Gioacchino Napoleone Pepoli presenta in Consiglio la prima proposta organica di riforma della scuola elementare a Bologna. I cardini della riforma sono la gratuità e l'obbligatorietà dell'istruzione, viste alla luce delle ristrettezze economiche del Comune, fortemente indebitato per i lavori straordinari degli anni precedenti. Il disegno liberale moderato, oltre a raccogliere i temi tradizionali della libertà di insegnamento e dell'iniziativa privata, punta a un minimo di istruzione per tutti, funzionale alla formazione del buon operaio, poiché è compito del Comune creare “un popolo di operai onesti e laboriosi”. La giunta Pepoli accetta la gratuità della scuola per i soli due anni del corso inferiore: per essa è infatti un'elemosina, che grava il bilancio e non aiuta a sconfiggere l'analfabetismo. A un corso elementare popolare obbligatorio, pubblico e gratuito, in cui si insegna lettura, scrittura e abaco, farà seguito un esame selettivo, che consentirà ai soli poveri meritevoli di ricevere il sussidio per frequentare il corso elementare primario non gratuito, che dura altri due anni. La maggioranza degli alunni usciti dal corso elementare popolare potrà invece frequentare un corso serale, da tenersi a giorni alterni rispetto ai corsi serali per gli adulti. La riforma Pepoli mostra di preferire gli istituti privati, in “sana” concorrenza con le scuole statali. Indica poi in commissioni parrocchiali le agenzie incaricate di stimolare i genitori al rispetto dell'obbligo scolastico. Con la precoce caduta della Giunta, dopo i moti del macinato dell'aprile 1868, la prevista riforma moderata non avrà seguito.dettagli
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21 luglio 1867Il colera si avvicina di nuovoProveniente dalle regioni meridionali e dalla Lombardia, l'epidemia di cholera-morbus si diffonde nuovamente in città. Il 21 luglio è riaperto l'Ospedale per i colerosi. Il contagio rimarrà però ristretto a pochi casi in confronto alle altre provincie del Regno, dove durante l'anno si conteranno oltre 120mila vittime. Nel comune di Bologna entro il gennaio del 1868 vi saranno 76 morti, la maggior parte dei quali negli appodiati, all'Arcoveggio e soprattutto alla Zucca. In provincia i decessi saranno 124.dettagli
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agosto 1867L'Arena GaribaldiNel quartiere abitato da proletari fuori Porta Galliera, attorno alla stazione ferroviaria, viene eretta una arena - o teatro diurno - in legno intitolato a Giuseppe Garibaldi. L'eroe dei due mondi è in questo periodo confinato e vigilato speciale a Caprera. La zona della stazione appare sempre più popolosa e vivace: sono in costruzione molti nuovi edifici e aprono negozi, ristoranti e birrerie.dettagli
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8 agosto 1867Manifestazione democraticaCon l'adesione di personalità ben note dello schieramento progressista, quali Panzacchi e Carducci, si svolge alla Montagnola una grande manifestazione democratica in commemorazione dell'8 Agosto 1848. Vi partecipano oltre 5.000 persone. All'Arena del Pallone si tiene un meeting presieduto da Giuseppe Galletti, che ha per tema Roma capitale. Parlano tra gli altri Giuseppe Ceneri e Quirico Filopanti. L'accordo tra l'Unione Democratica e la Società Operaia è sempre più stretto: secondo le autorità, "la classe operaia di Bologna, mercè l'opera lenta e possente dei componenti la Società (democratica) è ormai generalmente imbevuta di massime repubblicane".dettagli
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15 agosto 1867Liquidazione dell'asse ecclesiasticoDopo il Regio Decreto del 7 luglio 1866, per il quale vengono soppressi gli ordini religiosi, la Legge 15 agosto 1867 n. 3848 dispone la confisca dei loro beni. Il provvedimento è considerato eversivo dai cattolici e rischia di “favorire la concentrazione del patrimonio nelle mani di pochi magnati e speculatori” (Gherardi), come è già avvenuto nel periodo napoleonico. A Bologna scompaiono diciotto conventi, in gran parte requisiti dall'autorità militare, essendo in corso la guerra contro l'Austria. Le prime cartoline illustrate mostrano i soldati in posa fuori da caserme, che tradiscono la loro diversa origine: la caserma di fanteria nel convento di San Salvatore, le caserme di cavalleria in San Domenico e Sant'Isaia, quelle di artiglieria in Santa Caterina e fuori Porta S. Mamolo. Alcuni degli immobili secolarizzati entreranno in possesso del Municipio dopo laboriose trattative col Demanio: S. Giuseppe, S. Giacomo e S. Domenico saranno destinati a lazzaretto e scuole tecniche, Santa Lucia diverrà palestra e laboratorio della scuola professionale Aldini Valeriani. Alla Provincia andranno il convento di San Giovanni Battista per il manicomio e quello di San Salvatore per il Consiglio Provinciale Scolastico. La legge delle soppressioni colpisce anche alcuni edifici propriamente di culto, per i quali è previsto un trattamento particolare. Ad esempio la basilica di San Francesco diventa magazzino militare, mentre nella chiesa di San Domenico verrà abbattuto il portico antistante e l'antico protiro, come atto ostile nei confronti dei “frati dell’Inquisizione”. Dal 23 ottobre 1866 i Domenicani hanno avuto 45 giorni di tempo per lasciare il loro convento. Tra gli ordini soppressi dalla legge del 7 luglio vi sono i Barnabiti, che amministravano anche il patrimonio ex gesuitico. Gli edifici e la villa del Collegio andranno alla Congregazione di Carità, mentre i beni rurali e i capitali entreranno in possesso del Demanio.dettagli
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settembre 1867Il Ginnasio di Santa Lucia passa dai Barnabiti al ComuneIn seguito all'approvazione del Regio Decreto n. 3036 del 7 luglio 1866, che sopprime gli Ordini e le Corporazioni religiose, il Comune subentra ai Padri Barnabiti nella conduzione del Ginnasio di Santa Lucia. La “scuoletta” fu istituita nel XVI secolo dai Gesuiti e passò ai Barnabiti nel 1773, dopo la soppressione della Compagnia di Gesù. Vi si insegnavano “i rudimenti del leggere, scrivere e grammatica”. Già prima dell'assegnazione il Comune concorreva al suo mantenimento con un contributo annuo di circa 560 scudi.dettagli
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2 settembre 1867Sebastiano Tanari al Congresso dell'InternazionaleIl marchese Sebastiano Tanari (1814-1881) è inviato come rappresentante delle società operaie di Bologna e Bazzano al II Congresso dell'Internazionale, che si tiene a Losanna dal 2 all'8 settembre. E' il primo italiano a partecipare alla massima assise dell'Associazione internazionale dei lavoratori (AIL), fondata nel 1864 a Londra da gruppi operai di varie nazioni guidati da Karl Marx (1818-1883) e Michail Bakunin (1814-1876). Già carbonaro e esule in Svizzera, massone iscritto alla Loggia Umanitaria, dedito ad attività filantropiche, Tanari è conosciuto come “vecchio socialista italiano”. A Losanna, però, secondo un rapporto della polizia, verrà "accettato dal congresso a malincuore", poiché si qualificherà come possidente. Pochi giorni dopo il congresso di Losanna, Tanari parteciperà assieme a Quirico Filopanti anche al Congresso della pace di Ginevra (9-12 settembre) presieduto dal Giuseppe Garibaldi. Il 1° agosto 1871 Friedrich Engels (1820-1895), uno dei maggiori capi politici dell'Internazionale, sarà eletto segretario dell'AIL per l'Italia e per vari anni sarà in rapporto con le organizzazioni e i capi politici del socialismo italiano.dettagli
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9 settembre 1867Filopanti invita Garibaldi a partecipare al Congresso della PaceVincenzo Caldesi e Sebastiano Tanari sono delegati a rappresentare la Società Operaia di Bologna al Congresso internazionale della Pace previsto a Ginevra dal 9 settembre. Nella riunione generale della Società è espresso il desiderio che Giuseppe Garibaldi intervenga al Congresso per condannare tutte le guerre dinastiche e di conquista, sostenendo invece la legittimità delle guerre in difesa della patria e per la rivendicazione dei diritti nazionali, “qualora non siavi sventuratamente altro mezzo per farli prevalere”. Garibaldi risponderà positivamente al presidente dell'Operaia Filopanti con questo messaggio: “Caro Presidente, andrò a Ginevra ... colà appoggerò con tutte le forze dell'animo mio il mandato da voi legato agli speciali vostri rappresentanti”. Al Congresso il generale sarà eletto presidente onorario, ma il “diritto di far la guerra al tiranno” da lui sostenuto provocherà lo sconcerto dei pacifisti.dettagli
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12 settembre 1867I malati di mente trasferiti in via S. IsaiaLa notte del 12 settembre un gruppo di malati di mente, qualificati come "convalescenti e tranquilli", attraversano a piedi la città, guidati dagli infermieri, per raggiungere il convento soppresso delle Salesiane in via S. Isaia, nuova sede del manicomio. Sono circa 300 i "matti" trasferiti dall' "orrido chiostro" del S. Orsola, dove erano ospitati in locali divenuti inadeguati e insalubri. A guidare questa operazione è l'insigne medico e amministratore ospedaliero Francesco Roncati (1832-1906), al quale il manicomio sarà intitolato. Da questo momento molti cominceranno a indicare l’Ospedale dei Pazzi semplicemente come “Sant’Isaia 90”.dettagli
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24 settembre 1867Proteste per l’arresto di GaribaldiIl 24 settembre giunge a Bologna la notizia dell'arresto di Garibaldi a Sinalunga, nei pressi di Arezzo. Il generale è stato fermato da soldati italiani mentre tentava di varcare, con alcuni volontari, il confine dello Stato Pontificio. Il governo ha pubblicato pochi giorni prima una nota in cui annunciava l'intenzione di far rispettare in ogni caso la Convenzione di Settembre, l'accordo firmato nel 1864 con Napoleone III, che prevede l'impegno da parte dell'Italia a non invadere il territorio del Papa e a proteggerlo da eventuali attacchi esterni. A Firenze, sede provvisoria della capitale, vi sono state violente dimostrazioni popolari a favore di Garibaldi. A Bologna si raduna la Società Democratica sotto la presidenza del prof. Ceneri. La situazione non appare propizia ad una rivolta armata e si decide di "non fare dimostrazione di grida o di schiamazzi". (Bottrigari) La Prefettura adotta comunque alcune misure precauzionali, organizzando grosse pattuglie contro eventuali sommosse e consegnando le truppe in caserma. Intanto è sequestrato il giornale repubblicano "L'Amico del Popolo", che ha pubblicato un articolo dal titolo Garibaldi prigioniero.dettagli
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ottobre 1867Seconda Esposizione regionale delle Accademie dell'EmiliaIn ottobre si tiene la Seconda Esposizione regionale delle Accademie dell'Emilia. Tra gli artisti espositori figurano alcuni giovani bolognesi, quali Luigi Serra (1846-1888) e Raffaele Faccioli (1845-1916), che vengono giudicati "in via di progresso". Il romagnolo Orfeo Orfei (1836-1915), allievo di Puccinelli all’Accademia bolognese di Belle Arti, espone l'opera I piccoli cantori, che sarà premiata e acquistata dal Ministero della Pubblica Istruzione per la Pinacoteca bolognese. Giovanni Paolo Bedini (1844-1924), ventenne all'esordio, dà "un bel saggio di sé" presentando l'opera Niccolò Capponi che rifiuta il progetto delle fortificazioni di S. Miniato a Michelangelo. Il toscano Lorenzo Gelati (1824–1895) porta il quadro dal titolo Un libro chiuso, già visto a Firenze all’Esposizione del Centenario di Dante nel 1865 e giudicato un capolavoro da Guido Guidi sulle pagine del "Gazzettino delle Arti e del Disegno". Alessandro Guardassoni (1819-1888), da alcuni anni protagonista dell'ambiente artistico bolognese, espone un dipinto di grandi dimensioni dal titolo L'addio di San Paolo a Mileto. Ottiene in mostra solo una onorevole menzione, così come il quadro Abbeveratoio del reggiano Antonio Fontanesi (1818-1882), non certo soddisfatto del suo primo confronto con la realtà delle accademie. L'opera La Sposa Pompeiana del bresciano Modesto Faustini (1839-1891), esposto per la prima volta a Brera "con lode grandissima", ottiene invece un ottima critica anche a Bologna per "l'elegante severità della composizione, la purezza dei delicati contorni delle figure, e delle vesti, il carattere delle mobilie e degli utemsili che trovansi nella stanza, un colore giusto, succoso e brillante".dettagli
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4 ottobre 1867Nella basilica di San Petronio restaurata la cappella di Sant' AbbondioIl 4 ottobre viene riaperta la prima cappella a sinistra della basilica di San Petronio, dedicata a Sant'Abbondio e di proprietà della Provincia. E' stata completamente restaurata - compreso l'altare e l'ancona con la statua del santo - “sopra poco bel disegno” dell'ing. Albino Ricciardi di Bologna. Il restauro ha riportato alla luce due antichi dipinti di Giovanni da Modena del XV secolo: L'Allegoria della redenzione e Il Trionfo della Chiesa sulla Sinagoga. Grande attrazione della cappella è la vetrata eseguita su disegno di Giuseppe Bertini (1825-1898), direttore della Pinacoteca di Brera e del museo Poldi Pezzoli di Milano.dettagli
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18 ottobre 1867Nuovo regolamento per le Guardie municipaliil Consiglio comunale approva il nuovo regolamento del Corpo delle Guardie municipali. La discussione sul progetto era iniziata il 10 luglio. L'indirizzo è quello di una sostanziale smilitarizzazione dei vigili, visibile nella nuova divisa e sanzionata da una precisa limitazione del ricorso alle armi o agli arresti, se non in casi estremi. All'art. 38 si raccomanda che i Sorveglianti municipali usino fermezza, ma insieme “urbanità dei modi verso tutte le persone indistintamente”. L'organico del Corpo è notevolmente aumentato, da 24 a 40 effettivi, con un comandante nominato dal Consiglio comunale.dettagli
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23 ottobre 1867Due bolognesi a Villa Glori con i fratelli CairoliIl 22 ottobre è prevista l'insurrezione per la liberazione di Roma. Nel centro della città e a Piazza del Popolo vi sono zuffe. La Caserma Serristori viene minata e nell'esplosione muoiono 40 zuavi e alcuni civili. Intanto alcune decine di giovani partiti da Terni scendono il Tevere su barche cariche di fucili. Tra essi i fratelli Enrico e Giovanni Cairoli.Gli insorti sbarcano all'Acqua Acetosa e attendono invano per tutta la notte notizie dalla città. Al mattino si ritirano a Villa Glori sui monti Parioli. Qui verso le cinque della sera vengono assaliti da una grossa compagnia di carabinieri svizzeri, comandati dal capitano Mayer.Dopo essersi difesi tra le vigne per alcune ore, i due Cairoli si lanciano contro di essi. Entrambe cadono feriti: Enrico muore quasi subito trafitto da una baionetta, Giovanni viene fatto prigioniero ed è trascinato nelle carceri di San Michele a Roma.Alla spedizione dei fratelli Cairoli partecipano due bolognesi: Raffaele Rossi, impiegato dello Stato Civile e Arturo Gozzoli, contabile dell'antica Drogheria Corazza. Giosue Carducci dedicherà la poesia In morte di Giovanni Cairoli al più giovane dei due eroici fratelli.Per soccorrere i feriti dell’insurrezione romana sarà costituito a Bologna un Sotto-Comitato. Il 30 ottobre verrà perquisito e chiuso dalle Autorità.dettagli
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25 ottobre 1867Manifestazione popolare per Roma e per GaribaldiIl 24 ottobre Garibaldi attraversa il confine italiano ed entra nello Stato Pontificio, deciso a liberare Roma. Il 25 a Bologna la Società Operaia e la Società Democratica organizzano una manifestazione in suo favore. Alle 15 una folla si raduna nella Seliciata di Strada Maggiore (poi Piazza Aldrovandi), dove parla l'avvocato Giuseppe Galletti (1798-1873), già presidente dell'Assemblea legislativa della Repubblica Romana. Da qui la manifestazione si dirige in Piazza Maggiore. Alla testa del corteo alcuni dimostranti sventolano bandiere tricolore e inneggiano a Garibaldi e a Roma. Alcuni membri del Comitato di soccorso portano una petizione al Prefetto, in cui è affermato il diritto dell'Italia su Roma e l'opposizione a ingerenze straniere. Al termine dell'incontro la manifestazione si scioglie pacificamente.dettagli
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27 ottobre 1867Angelo Mariani conduce la prima italiana del "Don Carlos" di VerdiSotto la guida del maestro Angelo Mariani (1821-1873), la prima italiana del Don Carlos di Giuseppe Verdi ottiene un grande successo al Teatro comunale. Filippo Filippi, critico del giornale "La perseveranza", scrive che Mariani, "colla ricchezza dei colori, il fuoco, la magia della sonorità", ha composto un altro Don Carlos in quello di Verdi. L'originale ha debuttato l'11 marzo all'Opéra di Parigi, risultando "opera troppo lunga e di difficile comprensione". Per la rappresentazione bolognese, dopo un "appassionato e paziente lavoro" è stato soppresso il primo atto, snelliti gli altri e tolto i balletti. Tra gli interpreti del capolavoro verdiano vi è la soprano Teresa Stolz (1834-1902), rinomata artista lirica, che in seguito diverrà assidua amica di famiglia del maestro di Busseto, Antonietta Fricci, Giuseppe Capponi e Antonio Cotogni. Ravennate, ex allievo di Rossini, il maestro Mariani è definito, per il polso e il vigore con cui lavora, "il Napoleone dei direttori d'orchestra". Può essere considerato il primo direttore moderno, che assomma in sé le funzioni, prima distinte, del maestro direttore d’orchestra e del maestro concertatore, realizzando completamente la parte musicale. Invano i bolognesi tenteranno, a più riprese, di reclutarlo come direttore del proprio Liceo musicale. Il Teatro comunale è stato riaperto per l'occasione dopo due anni di restauri. Spicca la nuova illuminazione a gas (deliberata il 25 agosto 1865), nelle fiammelle dell'atrio e dei palchi e soprattutto nel nuovo grande lampadario, costruito dal Negroni al centro della volta ridipinta dal Samoggia. Sul lampadario splendono 120 fiamme a farfalla. Con il gas il comando e la regolazione delle luci risultano facilitati.dettagli
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29 ottobre 1867Il giornale "L'Indipendente di Bologna"Inizia le pubblicazioni il giornale "L'Indipendente di Bologna", fondato e diretto dall'avvocato liberale Ferdinando Berti (1845-1893). Diventerà l'organo del partito degli Azzurri e come tale sosterrà “idee lontane da ogni esagerazione del conservantismo come del radicalismo”. I liberali di destra lo giudicheranno un giornale “ibrido”, che, vantando fede monarchica, farà gli affari della repubblica (Bottrigari). Condurrà una vivace campagna contro il governo di Luigi Federico Menabrea (1809-1896), oppositore delle iniziative politico-militari del generale Garibaldi. Nel 1868, in occasione dei tumulti per il macinato, il giornale sarà chiuso e il reggente arrestato. Berti sarà uno dei fondatori dell'Associazione progressista e tra i primi promotori delle società di mutuo soccorso. Sarà presidente della Società Operaia, alla quale darà forte impulso, costituendo anche una sezione femminile, che offrirà alle donne le macchine da cucire a rate. Tra i collaboratori dell' "Indipendente", che uscirà fino al 1870, vi sarà, tra gli altri, lo scrittore ed esponente politico liberale Enrico Panzacchi (1840-1904).dettagli
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1 novembre 1867Riapre l'Ospedale MaggioreL'Ospedale Maggiore riapre dopo quasi un anno e mezzo e dopo cospicui restauri e ingrandimenti. Ora può disporre di 280 posti letto. Con le proprie rendite mantiene circa 250 ammalati al giorno. Considerato l'ospedale generale di Bologna, il Maggiore è il risultato della fusione di vari istituti in epoca napoleonica. E' ubicato in via Riva Reno, lungo il tratto del canale dopo il ponte della Carità, nell'edificio che dal 1725 era sede dell'Ospedale della Vita. Tra il 1867 e il 1186 giungeranno all'ospedale numerosi lasciti, molto importanti per l'aumento della ricettività e il progredire della ricerca. Una donazione del conte Gaetano Zucchini, nel marzo 1882, consentirà, ad esempio, l'incremento di quattro posti letto. Il Maggiore sarà tra i primi ospedali in Italia a dotarsi di un reparto di isolamento per ammalati di tubercolosi, una struttura che più avanti, grazie al lascito del marchese Carlo Alberto Pizzardi, verrà trasferita in un nuovo edificio a padiglioni sulla collina di Bellaria.dettagli
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3 novembre 1867Raffaele Belluzzi e altri bolognesi a MentanaIl 3 novembre a Mentana avviene l'epilogo della campagna di guerra per la liberazione di Roma, l'ultima combattuta dai garibaldini sul suolo italiano. Sfuggito in modo rocambolesco all'esilio forzato di Caprera, il generale Garibaldi è sbarcato in ottobre sulla terraferma, puntando poi con un contingente di volontari ai confini dello Stato pontificio. Il 23 ottobre c'è stato lo scontro di Villa Glori e il 28 una vera e propria battaglia contro i papalini a Monterotondo, conquistata e tenuta dai volontari. La strada per Roma è però sbarrata e l'insurrezione della città fallita. Nello scontro di Mentana, che provoca 270 morti e numerosi feriti, i soldati pontifici, coadiuvati da un corpo francese armato di micidiali fucili a retrocarica Chassepots, hanno la meglio sui volontari diretti a Tivoli, dove è previsto lo scioglimento della Legione garibaldina. Non date lacrime nè fioria la memoriade gl’italiani morti per Roma.I re li hanno traditi e uccisiil papa li ha maledettile turbe schiave li han rinnegati o compianti... (G. Carducci) Alcuni volontari feriti e "bisognosi di cura" giungeranno pochi giorni dopo a Bologna e saranno curati amorosamente dal prof. Francesco Rizzoli. Alla campagna di Garibaldi nell’Agro romano partecipano diversi democratici bolognesi, quali Quirico Filopanti, protagonista a Monterotondo, Torquato Uccelli, suo amico e delegato della Società Operaia al Congresso di Ginevra, Vincenzo Caldesi, già volontario nella spedizione dei Mille e l’avvocato Giuseppe Ceneri, leader dell’Unione democratica, "nobilissimo per cuore, d’ingegno eletto, chiaro per fatti egregi". Quest’ultimo, tuttavia, dovrà rinunciare quasi subito per motivi personali. Il maggiore Cesare Martinelli di Altedo, combattente a Bezzecca e in tutte le guerre d’indipendenza, morirà il 6 novembre per le ferite riportate. Tra gli eroi di Mentana vi è anche Raffaele Belluzzi (1839-1903), comandante della compagnia bolognese, che sull'evento pubblicherà il volume Notizie dei bolognesi morti e feriti, stampato presso la Società Tipografica dei Compositori. Dal 1870 lascerà le armi e si dedicherà all’insegnamento e all’educazione. Sarà fondatore e primo direttore del Museo del Risorgimento di Bologna, oltre che presidente, come Filopanti, della Società Operaia e promotore della Lega per l’Istruzione del Popolo.dettagli
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20 novembre 1867Entusiasmo per Teresina StolzIl 20 novembre si tiene al Teatro Comunale la serata di beneficio di Teresina Stolz (1834-1902). La soprano, famosa come interprete delle opere di Verdi, scatena l'entusiasmo del pubblico bolognese. Secondo il critico musicale dell'"Arpa" la natura l'ha dotata "di voce stupenda, d'intelligenza squisita e di molto cuore". Grande successo ottengono anche per gli altri cantanti presenti: Antonietta Fricci, Antonio Cotogni e Giorgio Stigelli.dettagli
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2 dicembre 1867La Falange SacraNella notte del 2 dicembre la Questura compie in città numerose perquisizioni e arresti tra i componenti di un Comitato Mazziniano, scoperto di recente a Firenze.Ad esso si è arrivati tramite il governo francese, che ha messo quello italiano sulle tracce di una vasta cospirazione e di una associazione segreta, il cui scopo sarebbe quello di condurre il paese all'anarchia (Bottrigari).A Bologna, dove la Prefettura teme "una cospirazione mazziniana tesa a rovesciare la forma attuale di governo", viene chiusa la sede della Società Operaia e dell’Unione Democratica in via Vinazzetti.Qui sono sequestrati documenti, circolari, statuti e le prove della società segreta, tra le quali una pianta di Bologna preparata a mano per facilitare l'insurrezione e “le istruzioni della associazione criminosa con un autografo di Mazzini”.Sono inoltre perquisite le case di vari esponenti democratici, come Quirico Filopanti, Giuseppe Ceneri, Vincenzo Caldesi, Gustavo Sangiorgi, Francesco Pais, direttore dell’ “Amico del Popolo”. Torquato Uccelli, Giuseppe Bonzi e altri vengono tratti in arresto. Il 16 settembre i membri del Comitato dell'Associazione Emancipatrice, sciolta un mese prima dal Governo, si sono riuniti clandestinamente a Lugano assieme a Mazzini.Durante il convegno, in cui erano presenti importanti esponenti repubblicani, quali Mosto, Nicotera, Savi, Miceli, Saffi e altri, si è deciso di costituire, all'interno del Partito d'Azione, un nucleo speciale di fedelissimi, una Falange Sacra avente lo scopo "di affrettare il trionfo dell'unità repubblicana".Essa è stata divisa in due sezioni: la “mobile”, formata di giovani pronti all'azione, e la “sedentaria”, composta di uomini più anziani o per vari motivi meno combattivi.La società segreta mazziniana sarà citata nella seduta parlamentare del 18 aprile 1868 in riferimento ai gravi disordini avvenuti in quei giorni a Bologna. L'Unione democratica, presieduta da Giuseppe Ceneri, sarà ritenuta nient'altro che "un distaccamento di quella così detta falange".In realtà essa non avrà grande presa sull'opinione pubblica democratica e, dopo la guerra del 1866 e l'unione di Venezia all'Italia, sarà assorbita nella Alleanza Repubblicana Universale, allora fondata da Mazzini.dettagli