Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1865Copertura del torrente AposaA seguito delle terribili epidemie di colera, che negli anni precedenti hanno ripetutamente colpito la città, il problema igienico diviene prioritario. Una particolare attenzione è rivolta all'Aposa, che da secoli svolge la funzione di maggiore collettore delle acque putride, provenienti dalle abitazioni attraverso innumerevoli condotti. Le acque del torrente scorrono scoperte all'interno delle mura per oltre 800 metri. L'ingegnere comunale Antonio Zannoni, a seguito di una accurata rilevazione dei tratti a cielo aperto, predispone un articolato progetto di copertura. Nel 1865 vengono tombati 473 m di canale, soprattutto in aree private. Le parti rimanenti saranno coperte tra il 1930 e il 1950.dettagli
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1865Aperto un varco nelle mura di porta GallieraPer facilitare il traffico verso la nuova stazione ferroviaria, realizzata nel 1859, è aperto un varco nelle mura di cinta, di fianco a porta Galliera. L'area sarà oggetto nel 1888 di un concorso pubblico, al quale parteciperanno gli ingegneri più in vista della città. Prevedendo la demolizione dell'antica porta, le soluzioni proposte per il nuovo piazzale saranno osteggiate da Alfonso Rubbiani. Il piazzale sarà in realtà definito dalla costruzione, in tempi successivi, di vari edifici attorno alla porta, compresa la vasta scalea del Pincio, che sale alla Montagnola. Il 16 aprile 1909 esso sarà intitolato Piazza XX Settembre (1870).dettagli
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1865Allargamento di Canton de' FioriTermina la costruzione di un grande fabbricato a tre piani sopra il portico della Gabella (XVI sec.), all'angolo tra il Canton de' Fiori e via dei Pollaioli. L'edificio, progettato nel 1800 da Angelo Venturoli - e notevolmente rivisto dall'ing. Coriolano Monti - inaugura un nuovo tipo edilizio, inedito a Bologna: si tratta infatti di un palazzo appositamente ideato per ospitare uffici oltre che appartamenti. L'esterno è una rivisitazione rigorosa dei canoni architettonici cinquecenteschi e quindi si inserisce bene nella cultura neorinascimentale, che a metà del secolo subentra al neoclassico. L'atrio d'ingresso è invece piuttosto ordinario e dispiace a chi si aspettava il tradizionale scalone monumentale. La costruzione conclude l'allargamento di Canton de' Fiori, deciso nel 1857-59, sotto il governo pontificio, per ottenere un adeguato fondale alla piazza del Nettuno e divenuto in seguito funzionale al tracciato della nuova via Massima alla stazione. Nella selciatura della nuova strada, il Monti ha introdotto tecniche mai viste, con l'adozione di un sottofondo, l'omologazione dei ciottoli e l'inserimento, nella parte mediana, di doppie rotaie di granito.dettagli
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1865Precarietà delle fogne e inquinamento della falda freaticaA Bologna il sistema di allontanamento delle acque luride sfrutta le canalizzazioni e i corsi d'acqua, che attraversano il centro abitato. Il torrente Aposa, la canaletta del Savena, il canale di Reno alimentano a monte i canali di scolo e fungono a valle da collettori fognari. La rete delle chiaviche, costruita alcuni secoli prima per usi diversi, è ormai permeabile e disperde le materie organiche nel terreno. Lo stesso fanno le latrine private, spesso ostruite. Le analisi chimiche dell'acqua proveniente dai pozzi cittadini dimostrano che all'interno della cinta muraria essa non è più potabile. Nel 1865 il Comune dà inizio a una serie di lavori di copertura delle fogne a cielo aperto. E' ancora vivo il ricordo della tragica epidemia di colera, che nel 1855 ha mietuto 3.649 vittime in città e più di 12.000 nella provincia. La minaccia di una nuova diffusione del morbo induce la Giunta comunale a considerare, per la fornitura di acqua potabile, anche la riattivazione del condotto romano.dettagli
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1865Relazione sulle "bonificazioni"A tre anni dall'inchiesta sulle paludi, promossa nel 1862 dal ministro dell'Agricoltura Gioacchino Napoleone Pepoli (1825-1881), il marchese Raffaele Pareto (1812-1882), ingegnere idraulico e ispettore statale, pubblica la relazione Sulle Bonificazioni, Risaie ed Irrigazioni del Regno d'Italia. I terreni della pianura bolognese sono suddivisi “in sofferenti di scolo, in continuamente pressapoco sommersi, ed in terreni sottoposti a bonificamento per colmata”. L'estensione dei terreni sommersi è di circa 3.000 ettari e altrettanta è quella dei terreni in corso di bonificazione, Le terre paludose occupano circa 30.000 ettari. Per il risanamento delle valli impaludate occorrono opere immense - costruzione di alti argini e scavo di grandi canali scolatori - con l'impiego di notevoli capitali e nuovi strumenti tecnici. Nella bassa padana l'opera di riduzione delle terre umide in terre da semina, con lo sviluppo di nuove più moderne aziende capitalistiche, è appena iniziata. Per varie categorie di operai agricoli, quali gli “scariolanti e badilanti giornalieri”, le condizioni di vita sono estremamente precarie: il misero salario è sottoposto alle variabili del mercato e della stagione; il pauperismo e il fenomeno della migrazione interna sono in aumento. L'alimentazione dei giornalieri - come sarà rilevato anche dall'inchiesta agraria Jacini del 1881 - presenta “mostruose differenze in peggio” rispetto agli altri lavoratori agrari. Il vitto dei braccianti si riassume spesso nella “durissima formula” di polenta e acqua. Le loro case sono le “più cadenti e antiigieniche”. Le trasformazioni fondiarie saranno accompagnate dalle lotte dei lavoratori agricoli - una plebe afflitta da povertà, fame, ignoranza e malaria - per l'affermazione di condizioni di vita più dignitose.dettagli
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1865La fabbrica di tortellini ZambelliEnrico Zambelli apre, assieme ai fratelli, un piccolo negozio in via Cavaliera (poi via Oberdan) per la fabbricazione di paste alimentari e pane. In origine la lavorazione avviene completamente a mano da parte dei familiari, tutti abili pastai e sfogline. Dopo pochi anni il laboratorio artigiano si trasformerà in un moderno stabilimento "per la fabbricazione di tortellini e paste alimentari", dotata di macchinari a vapore. Il nome di Zambelli diventerà famoso in Italia anche grazie alle abbondanti commissioni dell'imprenditore napoletano Francesco Cirio. Nel 1890 la ditta sarà insignita del brevetto di fornitrice della Real Casa. Una reclame pubblicitaria di fine secolo dichiara che lo stabilimento Zambelli "ha raggiunto una esportazione enorme": migliaia di tortellini e altre paste alimentari, definite "perfezione della natura", raggiungono le principali città d'Europa e d'America.dettagli
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1865Lavori al Teatro ComunaleTra il 1865 e il 1866 viene restaurato il Teatro comunale. E' il terzo importante intervento dopo quelli del 1818-20 e del 1853-54. Coriolano Monti (1815-1880), direttore dell'ufficio edilizio municipale, ristruttura la facciata posteriore. Luigi Samoggia (1811-1904) e Luigi Busi (1837-1884) ridipingono il soffitto del teatro, sostituendo le precedenti pitture di Giuseppe Badiali e Antonio Muzzi, risalenti al 1853-54, con una decorazione pseudo settecentesca, che ha poco a che fare con la cultura dei Bibiena e molto con l'eclettismo in voga in questo periodo. Si tratta di otto medaglioni con raffigurazioni di Muse incorniciati da un traforo di pietra simulato, che “lascia intravedere un fondo a piccoli motivi geometrici” (Farioli). L'architetto Monti ha offerto in precedenza anche il progetto per la nuova facciata del teatro, ma il consiglio comunale ha preferito non procedere, sia per carenza di fondi, sia perchè esiste il disegno originale firmato dal Bibiena.dettagli
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1865Il Falansterio di porta SaragozzaCoriolano Monti porta a termine la sistemazione dell'ultimo tratto di via Saragozza, rettificando e dando unità architettonica al lato settentrionale, tra la chiesa di Santa Caterina e via Frassinago. Viene ridisegnata la facciata della parrocchiale, amputata dai lavori della strada, e sono edificate tre grandi case contigue, simili per struttura e decorazione esterna e con appartamenti di tipo popolare: una sorta di dignitoso "falansterio". Uno dei corpi di fabbrica incorpora la chiesa di S. Sofia della confraternita dei Domenichini, mentre un'altra chiesa viene abbattuta e ricostruita dal Monti nei pressi della porta. Si tratta della chiesa dell'Ascensione di Nostro Signore, tenuta dalla Compagnia dei Trentatrè o Congregazione dei 33 anni di Cristo, i cui membri sono chiamati Sabatini, perchè soliti ad andare in processione a San Luca ogni sabato prima dell'alba. Questo nuovo edificio religioso e i tre fabbricati ad uso civile, dotati di negozi e di un lungo porticato con volte a botte, sono completati entro il 1865.dettagli
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1865L' Officina meccanica De MorsierL' “Officina meccanica e fonderia in Bologna”, con sede dal 1853 a Castel Maggiore, è acquistata nel 1865 dagli ingegneri svizzeri Edoardo De Morsier e Giovanni Mengotti, che nel 1867 trasferiscono la produzione a Bertalia. Il motivo principale è "lo sviluppo sempre maggiore delle industrie" e la diffusione delle macchine agricole di cui la ditta è produttrice, in particolare quelle destinate ai primi zuccherifici. E' costruito un grande stabilimento meccanico per la costruzione dei motori a vapore e idraulici e di tutti i tipi di macchine e meccanismi di trasmissione. Nel 1877 la fabbrica impiegherà 300 operai. Da quell'anno l'ing. Edoardo De Morsier rimarrà il solo proprietario. Negli anni 1879-1880 la fabbrica costruirà 60 copie di una trebbiatrice e locomobile di tipo economico, molto adatta ai piccoli agricoltori. Produrrà inoltre macchine per cartiere e motori a gas. A causa di una “mal curata gestione finanziaria e amministrativa” e di eccessivi investimenti in manodopera, piuttosto che in macchine e impianti aggiornati, la De Morsier (o Demorsier) vivrà negli anni Ottanta una fase critica. Nel 1893 la ditta sarà acquisita dalla Società Italo-Svizzera e, con nuovi capitali svizzeri e torinesi, continuerà la specializzazione nelle trebbiatrici. Produrrà inoltre caldaie a vapore, sistemi speciali per cartiere e macchine per alzamento acqua. Nella produzione della fabbrica si imporrà un modello di tipo americano di notevoli dimensioni, adatta alle grandi aziende fondiarie. Il trebbiatore con locomobile a vapore era stato introdotto a Bologna nel 1856 dal prof. Botter, direttore del giornale di agricoltura "L'incoraggiamento". Aveva subito avuto grande successo, tanto che due anni più tardi se ne contavano già una dozzina nel territorio provinciale.dettagli
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1865La Manifattura Tabacchi tocca il suo record produttivoDopo la risistemazione dei locali e delle macchine, la Manifattura Tabacchi, fondata nel 1801 sui terreni dell'ex convento di S. Maria Nuova in via Riva Reno, raggiunge nel 1865 il suo apice produttivo, occupando 1.159 operai, soprattutto donne. La fabbrica lavora foglie di tabacco provenienti dalle coltivazioni delle Marche, dell'Umbria e delle regioni meridionali italiane. Fino alla fine del secolo riceverà la sua forza motrice soprattutto dalle acque del vicino canale di Reno, con nove ruote idrauliche in funzione, affiancate da una sola macchina a vapore. La distribuzione degli spazi interni risente negativamente del riuso di un antico convento: stanze strette, umide, male illuminate rendono difficile il lavoro delle operaie. La situazione migliorerà sensibilmente dopo la ristrutturazione, che verrà effettuata all'inizio del Novecento.dettagli
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2 gennaio 1865Antonio Pacinotti insegna a BolognaIl pisano Antonio Pacinotti (1841-1912), ex combattente delle guerre di indipendenza e assistente presso l'Osservatorio astronomico di Firenze, ottiene la cattedra di Fisica presso il Regio Istituto Tecnico di Bologna. Qui sarà insegnante del giovane Augusto Righi (1850-1920), che gli succederà dopo il suo trasferimento presso l'Università di Cagliari nel 1873. Pacinotti è un grande sostenitore della ricerca sperimentale, considerata la base per lo sviluppo delle scienze fisiche. Nel 1858 ha inventato una ingegnosa macchina a forma di anello, capace di produrre corrente elettrica e di essere anche usata come motore. La dinamo sarà brevettata in effetti nel 1869 - e poi anche sfruttata commercialmente - dall'operaio belga Zenobe Gramme, dopo che Pacinotti gli avrà ingenuamente rivelato i dettagli tecnici del dispositivo.dettagli
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8 gennaio 1865Pietro Ellero contro la pena di mortePietro Ellero (1833-1933), giovane giurista e criminologo friulano, professore di diritto penale all'Alma Mater, organizza al Teatro Comunale un incontro pubblico per l'abolizione della pena di morte. Tra gli oratori figura il poeta Giosue Carducci. Nel 1858 è uscito il suo primo saggio importante su questa battaglia di civiltà, che lo vedrà protagonista negli anni seguenti. Ad essa dedicherà il periodico “Giornale per l'abolizione della pena di morte”, pubblicato assieme a Francesco Carrara. Ellero sarà affiliato a Bologna alla loggia massonica “Concordia Umanitaria”, che nel 1864 diventerà “Galvani”. Nel giugno 1880 verrà nominato a Roma consigliere della Corte di Cassazione. Nella capitale sarà anche redattore della “Lega della Democrazia”, periodico diretto da Alberto Mario. In qualità di parlamentare farà parte nel 1866 della commissione per il trattato di pace con l'Austria. Nel 1888 sarà membro della Giunta per l'esame del progetto del nuovo codice penale. Morirà quasi centenario nel 1933, celebrato come decano del Senato da Luigi Federzoni. “Esponente del socialismo giuridico penale”, tra i suoi allievi sono da ricordare Enrico Ferri, Leonida Bissolati e Giacomo Matteotti.dettagli
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18 febbraio 1865Nuovo corso del teatro BrunettiIl 18 febbraio, in occasione del carnevale, è inaugurato il teatro Nuovo Brunetti in via Cartoleria Vecchia, nato per trasformazione dell'antico teatro S. Saverio, dedicato agli spettacoli di marionette. Negli anni precedenti, il proprietario Emilio Brunetti ha avviato "una grandiosa opera di rinnovamento e ristrutturazione" e ora il locale si presenta "ampio, leggiero e bastantamente elegante" e capace di 2.000 posti. Attorno al grande cunicolo girano tre gallerie, sostenute da colonnette di ferro. L'ultima di esse funge da loggione. La sala è riscaldata da caloriferi sotterranei e l'acustica è rinforzata da una cassa armonica collocata sotto l'orchestra. Il lucernaio sul soffitto è rimovibile e il teatro può, così, diventare diurno, mentre alla sera è illuminato a gaz. E' il primo teatro a Bologna ad utilizzare questo tipo di illuminazione. Al piano della seconda galleria si apre una bella sala utilizzata come foyer. Le decorazioni di questa sala, come quelle della platea, sono di Gaetano Lodi (1830-1886), decoratore del portico della filiale bolognese della Banca d'Italia in piazza Cavour. L'apertura ufficiale avviene con un grande veglione mascherato, al quale farà seguito la compagnia equestre del signor Ciniselli. Caratteristica del nuovo Brunetti sarà quella di scritturare, anche per poche sere, quanto di meglio lo spettacolo popolare può offrire, più che attenersi a una precisa programmazione. Nel 1868 il teatro ospiterà la prima nazionale della Maria Antonietta di Giacometti, interpretata da Adelaide Ristori. Tra il 1870 e il 1871 Emilio Brunetti tenterà senza troppa fortuna di comporre un repertorio di teatro dialettale. Nel 1873 si avrà un nuovo ampliamento dell'edificio, con l'aggiunta di una quarta galleria. La sera del 6 novembre 1878 il teatro ospiterà re Umberto I e la regina Margherita, per uno spettacolo offerto dalla Società Artigiana di Bologna. Dal 1880 il Brunetti diventerà il regno dell'operetta, il nuovo spettacolo leggero di origine francese, che prenderà il posto dell'opera buffa. I Bolognesi scopriranno così il mondo "indiavolato" di Offenbach, Lecocq e Hervé (Calore).dettagli
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21 febbraio 1865Il Re a BolognaAlle due del pomeriggio del 21 febbraio giunge da Firenze il re Vittorio Emanuele II. Dalla stazione a porta San Mamolo una moltitudine di popolo entusiasta accompagna la carrozza reale, scortata dai generali Cialdini e Pinelli a cavallo. Di fianco al sovrano siede il sindaco Carlo Pepoli (1796-1881). Il corteo si dirige verso la Villa Reale di San Michele in Bosco, dove, nel tardo pomeriggio, si tiene un banchetto con le autorità. Alla sera la città è illuminata, in particolare le strade che il Re deve percorrere per recarsi al Teatro Comunale. Il Municipio ha scritturato da Parma, per l'occasione, l'intero corpo danzante della famosa Amelia Ferraris (1828-1904), per eseguire il ballo La Giocoliera. L'incasso della serata è interamente devoluto all'Istituzione degli Ospizi Marini per i poveri scrofolosi. Dopo il ballo in teatro, il sovrano è atteso a un veglione a palazzo Ranuzzi Baciocchi, presso i conti Grabinski, animato fino a giorno dalla migliore società bolognese. La festa riesce “brillantissima”, per il gran numero di signore elegantemente vestite. La mattina seguente il Re lascia la Villa Reale in forma privata e prende il treno per Torino.dettagli
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22 febbraio 1865Cadono due arcate del portico dei ServiAlle tre di notte del 22 febbraio crollano improvvisamente due arcate del portico dei Servi, in Strada Maggiore. Per fortuna a quell'ora le vie sono deserte e non si lamentano vittime. Gli archi caduti facevano parte di una nuova costruzione della famiglia Aria. L'intento dei proprietari era di proseguire, sulla parte superiore del portico, una terrazza scoperta contigua a quella della loro abitazione. La pioggia copiosa dell'autunno precedente e il peso dei "grossi macigni" della terrazza hanno forse provocato la rottura di una delle chiavi di ferro del portico, "mentre che il gesso gonfiava e spingeva" in modo da provocare uno squilibrio fatale nella costruzione.dettagli
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marzo 1865Teatro meccanico in piazza CavourIn piazza Cavour è esposto al pubblico il Teatro meccanico dei Paesi Bassi, dei signori Ellemberg e Sebastiani. Esso propone uno Spettacolo del Mondo in miniatura vivente. Sono rappresentati bei luoghi e paesi, ma soprattutto i più sorprendenti fenomeni della natura: il tramonto del sole, il flusso e riflusso del mare, la pioggia, l'inverno, il giorno e la notte. Il mare passa improvvisamente da calmo a burrascoso, gli uomini e gli animali si muovono con naturalezza. Dipinto da uno dei migliori pittori olandesi, il teatro è già stato ospitato in diverse corti europee. Il programma prevede, nella prima parte, una serie di scene ambientate nelle regioni del Nord. Nella seconda parte è esposta una testa gigante vivente. La terza parte è una esperienza plastica con l'uso del megascopio, un apparecchio che riproduce a grandezza naturale gemme, fiori, frutti, bassorilievi. Segue una quarta parte dedicata all'astronomia e al mondo primitivo e una quinta in cui vengono presentate costruzioni antiche e moderne, da Hampton Court a Piazza San Marco, alla muraglia cinese, tramite dissolving views, "quadri moventi" ottenuti con "gaz idro-ossigeno". Vi sono poi le sette meraviglie del mondo e infine una serie di giochi ottico-meccanici e una lampada a luce elettrica, che produce l'effetto di quaranta lampade in argento. I “Quadri dissolventi” sono nuovi per il pubblico bolognese, che accorre numeroso, nonostante l'alto prezzo del biglietto. Nella stessa piazza è visibile anche l'antico gabinetto ottico-meccanico con i celebri “automi del Droz”, in passato già presentati a Bologna.dettagli
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1 marzo 1865La Banca Popolare di CreditoSu iniziativa della Società Operaia è fondata Bologna la Banca Popolare di Credito. Ha come scopo principale quello di offrire anticipazioni in denaro agli “operai laboriosi ed onesti”. Il 1° marzo sono approvati il progetto di Statuto sociale e il programma elaborati da un'apposita commissione. Questo tipo di istituto benefico è stato ideato alcuni anni prima in Germania da Franz Hermann Schulze-Delitzsch (1808-1883) e promosso in Italia da Luigi Luzzati (1841-1927). La banca bolognese inizierà la sua attività nel febbraio 1866, con l'apertura di uffici e sportelli. Sarà presieduta dal marchese Luigi Pizzardi (1815-1871) - che concederà gratuitamente una porzione del proprio palazzo per gli uffici - e avrà come primo direttore Lorenzo Salvi, Venerabile della Loggia "Galvani". La Banca Popolare sarà di supporto per l'istituzione a Bologna di una Società cooperativa di Consumo, concedendo prestiti e sottoscrivendo un buon numero di azioni. Nel 1957 diventerà Banca Popolare di Bologna e Ferrara. Cesserà di esistere nel 1988, quando sarà assorbita dalla Popolare di Milano. Questa istituzione è da alcuni ricordata come la prima società cooperativa della provincia di Bologna.dettagli
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19 marzo 1865Banchetto democraticoA Bologna si riuniscono circa cento esponenti democratici in onore di Stanislao Mancini, Benedetto Cairoli e Filippo De Boni, che rappresentano in Parlamento le ragioni dei detenuti ex pontifici, trattenuti da mesi nelle carceri italiane. Il banchetto si chiude con un indirizzo a Mazzini in cui è detto: “Vogliamo Roma e Venezia; se si tenta alienare una porzione qualunque di territorio italiano faremo le barricate”. Giuseppe Garibaldi, invitato per l’occasione, risponde con una lettera da Caprera: Sono commosso dal vostro invito. So che vi viene dall'anima. E la vostra è nobile e generosa. Voi mi volete fra voi in terraferma e mi consigliate, anzi fate pressione al mio cuore, affinché abbandoni quest'isola, a me ormai tanto cara per affetti e consolazioni d'ogni sorta. Non posso, dopo che mi hanno venduto il paese dove io sono nato, dove nacquero e hanno tomba i miei.dettagli
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aprile 1865Spettacolo di Henry Blondeau, atleta e aereonautaUn grande pubblico accorre alla Montagnola per ammirare le prodezze di Henry Blondeau (1834-1890), con il suo globo Aquila Audace. La sua ascensione avviene senza l'uso della galleria. L'intrepido aereonauta è aggrappato a un semplice trapezio e da questo compie, durante il volo, esercizi acrobatici sorprendenti, tenendosi con un solo braccio o addirittura con un solo piede. Al termine atterra felicemente fuori porta Lame. Di origine belga, Blondeau viene dallo spettacolo circense e ha inteso adattare la sua specialità di acrobata al volo aereo. I suoi esercizi al trapezio sospeso ad un pallone hanno grande successo in Francia, Spagna e Italia. Troverà tragicamente la morte a Ragusa nel 1890, precipitando dal suo particolare attrezzo.dettagli
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24 luglio 1865Ancora il coleraNell'estate del 1865 una nuova epidemia di colera viene importata in città da una colonia di forzati in transito da Ancona, dove il morbo imperversa, con oltre 2.000 morti. I primi casi si registrano nel carcere di San Ludovico in via del Pratello. I sospetti vengono ricoverati e vigilati nel lazzaretto della Trinità a Porta Lame. Un altro grande lazzaretto è apprestato nel monastero delle Salesiane in via S. Isaia, mentre per allargare gli alloggi delle truppe è occupato il convento dei Cappuccini fuori porta Saragozza. La Giunta comunale fa approvare una spesa di 700.000 lire per la sorveglianza igienica delle derrate alimentari, la spazzatura delle strade, l'installazione di alcune latrine pubbliche, la disinfezione di case malsane, la gestione dei rifiuti da parte di una ditta privata. Delibera, infine, la copertura del torrente Aposa in città. Viene invece respinta una proposta del sindaco Carlo Pepoli per la costruzione di un bagno pubblico. Il "rusco" (l'immondizia), che imputridisce per strada, fa temere una nuova "invasione del morbo asiatico". Alla stazione ferroviaria i passeggeri e i bagagli provenienti da Ancona sono sottoposti a "suffumigi disinfettanti". Come ulteriori misure di prevenzione vengono chiusi molti vicoli, "deposito delle più luride sconcezze", e disinfettati gli orinatoi pubblici. A causa del "fatale morbo" sono sospese le serate musicali della banda comunale, che si tengono il martedì e il venerdì al Pavaglione. Sono altresì sospese le processioni sacre, in città e nel forese. L'epidemia svuota i cantieri edili e rallenta i numerosi lavori in corso nella città. Il prof. Filopanti fa pubblicare, a nome della Società Operaia, un manuale contenente alcune norme igieniche da seguire in questo frangente. L'incidenza di 28 casi e 19 vittime a Bologna sarà piuttosto lieve se confrontata con il porto marchigiano, dove si registreranno 3798 casi e 2120 morti. Tra le vittime di questa epidemia c'è Raffaele Pistoresi, gestore della Libreria Rocchi.dettagli
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3 agosto 1865Pubbliche latrineMentre in città si registrano alcuni casi di colera, il Municipio provvede, per “agevolare ognor più la nettezza della città”, ad aprire alcune latrine pubbliche. Vengono inaugurate il 3 agosto.dettagli
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25 agosto 1865Illuminazione del Teatro ComunaleNella seduta del 25 agosto il Consiglio comunale approva l'illuminazione a gas del Teatro Comunale. In attesa del nuovo grande lampadario disegnato dall' “egregio artista” Samoggia, si decide di adattare quello già esistente e di procedere comunque con l'illuminazione “del palco scenico, della batteria, dell'orchestra e delle altre parti accessorie”. Alcuni consiglieri, come Gaetano Berti, si oppongono a investire soldi per il teatro, prima che venga realizzato l'acquedotto cittadino.dettagli
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14 ottobre 1865La Società cooperativa fra i Compositori TipografiPer iniziativa di alcuni operai, con a capo Paolo Bentivoglio, viene fondata la Società di mutuo soccorso fra i Compositori Tipografi, prima cooperativa di produzione e lavoro nella provincia di Bologna. Nel gennaio 1868 il sodalizio apre in città una tipografia per i propri associati. Vengono stabiliti una tariffa generale per gli operai e un sussidio per i soci disoccupati. Possono far parte della Società i compositori tipografi di età superiore ai 18 anni e inferiore ai 35, "purché abbiano fatto quattro anni almeno di tirocinio continuato, ed un anno d'esercizio in qualità di lavorante". I soci disoccupati non possono rifiutarsi di lavorare nella tipografia sociale e devono impegnarsi affinchè nelle altre tipografie vengano adottati i metodi e le tariffe di essa. Gli apprendisti vengono accettati se sono in buona salute e se hanno frequentato almeno la scuola elementare. La cooperativa, che nel 1870 arriverà a stampare tre quotidiani locali, si scioglierà nel 1879 per probabili contrasti interni e difficoltà di gestione. Il laboratorio tipografico passerà a privati e diventerà Società Tipografica Compositori, attiva fino alla fine del '900. Negli anni successivi sorgeranno a Bologna altre cooperative di produzione, come la Società di mutuo soccorso fra i Commessi di Commercio (1868), la Società dei Cappellari (1869), la Società cooperativa degli ammaratori da canapa (1873), la Società cooperativa delle arti costruttrici (1874), la Società cooperativa fra operai conciapelli e fabbricatori di guanti (1875).dettagli
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4 novembre 1865L' "Africana" di Mayerbeer al ComunaleAl Teatro Comunale va in scena l'Africana di Mayerbeer. Si tratta della prima rappresentazione in Italia e il Comune investe notevolmente in questa produzione, pagando profumatamente l'impresario e mettendo a disposizione a sue spese il teatro "splendidamente illuminato a gaz". La grande orchestra è diretta mirabilmente da Angelo Mariani e anche i cori sono eseguiti "a meraviglia". Tra i cantanti si segnalano Carolina Ferni (1839-1922) e Antonio Cotogni (1831-1918). Alla prima l'opera ha successo e alcune parti suscitano entusiasmo, nonostante le scene e i costumi non siano all'altezza dell'occasione.dettagli
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4 novembre 1865Il giornale umoristico "La Rana"Tra i numerosi fogli satirici anticlericali, usciti dopo l'abolizione della censura pontificia, si distingue il periodico “La Rana” - che a Bologna sta per “bolletta”, assoluta mancanza di soldi - curato da Leonida Gioannetti e da Augusto Grossi (1835-1919). E' composto di quattro pagine, contenenti storielle, rebus, sciarade e poesiole satiriche. Presenta inoltre una rubrica dedicata alla politica italiana e straniera. Caratteristico è soprattutto il paginone litografico centrale, che dal 1879 diverrà coloratissimo. Le tavole più riuscite, secondo Alfredo Testoni, saranno "innalzate all'onore di quadri da salotti". Diffuso con cadenza settimanale, nel 1872 sarà accompagnato da un'edizione in francese, "La Grenouille", soppressa poco dopo dalle autorità transalpine. Dopo aver superato una grave crisi, dovuta alla partenza del caricaturista Grossi, "La Rana" continuerà le pubblicazioni fino al 1912. Tra i collaboratori vi sarà anche, per breve periodo, Gabriele Galantara. Gioannetti diventerà nel 1886 anche proprietario del teatro Contavalli.dettagli
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1 dicembre 1865Il disastro della cava di pietraUn enorme masso si stacca dalla parete rocciosa della grande cava di pietra posta all'imbocco della Galleria della Madonna, sulla linea ferroviaria a sud-est di Porretta. I sassi estratti dalla cava sono da alcuni anni utilizzati per costruire le volte e le pareti delle gallerie della nuova strada ferrata. Sette operai vengono travolti: cinque muoiono sul colpo e due vengono ricoverati in gravi condizioni all'ospedale di Porretta. Il fatto ha una grande risonanza: in tutti i comuni del circondario vengono aperte pubbliche sottoscrizioni per dare aiuto alle famiglie delle vittime. Chiusa per motivi di sicurezza nell'aprile del 1866, la cava sarà riaperta dopo il ricorso dell'ing. Protche, direttore dei lavori della ferrovia, nonostante il parere contrario dei sindaci di Granaglione e Porretta, portavoce delle preoccupazioni dei cittadini della zona.dettagli
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3 dicembre 1865L’Associazione cattolica per la libertà della ChiesaIl giornale “Il Patriota cattolico” annuncia la nascita a Bologna dell'Associazione (o Società) cattolica italiana per la libertà della Chiesa in Italia. E' promossa da Giovanni Battista Casoni (1830-1919) e presieduta da Giulio Cesare Fangarezzi (1815-1871). Quest'ultimo è il leader storico dei costituzionali pontifici e fondatore - assieme a Marcellino Venturoli, allo stesso Casoni e a Giovanni Battista Acquaderni - del settimanale “L'Osservatore Bolognese”. Lo scopo del sodalizio, approvato da papa Pio IX nell'aprile 1866, è di far rientrare il cattolicesimo nella società e ripristinare il potere politico della Chiesa. Il programma è intransigente, anche se lontano dalle posizioni dei clericali ultraconservatori e legittimisti. Il 5 aprile 1866 la polizia compirà un'operazione di controllo, con la perquisizione di quarantasette abitazioni di noti cattolici, compresa la palazzina di Casoni in via Galliera, usata per le riunioni dell'associazione. Non sarà però trovato nulla di compromettente. L'associazione verrà denunciata come "una grande cospirazione austro-borbonico-clericale", una rete di congiurati nata per combattere il governo sulle faccende ecclesiastiche e per "eccitare il fanatismo e l'intolleranza delle plebi". Verrà sciolta dopo pochi mesi - il 14 maggio 1866 sarà diffusa una circolare di commiato - e molti dei suoi componenti finiranno in carcere.dettagli