Piazza Cavour
Il Municipio decreta l'edificazione di una piazza su un tratto dell'antico Borgo Salamo. L'area, interessata da tempo dai progetti di speculazione edilizia del conte Grabinski, comprende, sul lato meridionale, l'antica via Sblisgapianelle (o delle Scuole Pie), a levante la via Belvedere di Borgo Salamo e a ponente la piazzetta di S. Andrea degli Ansaldi.
Il Regio Decreto di espropriazione, redatto sulla base del piano dell'Ingegnere capo Coriolano Monti, è del 20 aprile 1862 e subito cominciano "gli atterramenti delle antiche case".
La piazza è ottenuta col sacrificio di palazzo Labella e dell'antica casa Benati, che conteneva un importante ciclo di affreschi con le storie di Apollo, opera di Lodovico Carracci e della sua scuola.
Una piccola parte di essi saranno strappati e messi in salvo da un restauratore fiorentino pochi giorni prima dell'abbattimento dell'edificio.
Intitolata al conte Camillo Benso di Cavour (1810-1861) pochi giorni dopo la sua scomparsa, la piazza diventerà il complesso urbanistico più omogeneo dell'Ottocento bolognese, con l'edificazione di nuovi prestigiosi edifici.
Tra essi il palazzo Guidotti, ricostruito tra il 1864 e il 1866 da Coriolano Monti, quello della Banca d'Italia, su progetto di Antonio Cipolla e Gaetano Lodi, le palazzine Bottrigari-Ratta, compiute nel 1870 da Antonio Zannoni, il palazzo Silvani dello stesso Cipolla.
La piazza sarà aperta nel 1867 e completata nel 1870 con l'allestimento del giardino nella parte centrale.
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- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 4: 1861-1870, p. 116 (data cit.: 15 giugno 1861)
- Tiziano Costa, Le grandi famiglie di Bologna. Palazzi, personaggi e storie, Bologna, Costa, 2007, p.140
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