Resa di Ancona
Dopo venticinque giorni di assedio Ancona si arrende. Gli Austriaci l'hanno bombardata pesantemente, utilizzando tutte le bocche da fuoco a disposizione e terrorizzando la popolazione con nuove armi micidiali.
Il feldmaresciallo Wimpffen concede ai difensori l'onore delle armi. E' lasciata loro la scelta della smobilitazione e molti ne approfittano per accorrere in aiuto alla Repubblica romana.
La bandiera dei Cacciatori dell'Alto Reno, diventato primo battaglione dell'8° Reggimento di Linea, viene strappata dagli ufficiali austriaci e distribuita ai soldati.
Oltre al colonnello Livio Zambeccari (1802-1862), nominato comandante di piazza, molti bolognesi hanno militato nell'Alto Reno.
Tra essi il capitano Pietro Inviti e il capitano Raffeale Stagni, Carlo Alessandrini, premiato con la medaglia d'argento e il chirurgo Rinaldo Andreini, eletto deputato alla Costituente romana.
Il maggiore Luigi Cocchi (1808-1884) di Budrio, "soldato della patria all'alba della libertà" ed eroe della difesa di Venezia, ha avuto durante l'assedio il comando dei forti. Dopo la caduta di Ancona andrà in esilio in Corsica per alcuni anni.
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 2., p. 152
- Giovanni Natali, Bologna e le Legazioni durante la Repubblica romana del 1849, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, pp. 55-56
- Ugo Pesci, I bolognesi nelle guerre nazionali, a cura della Federazione fra le Società militari della città e Provincia di Bologna, Bologna, Zanichelli, 1906, pp. 92-93
- Giovanni Spadolini, L'Italia repubblicana, Roma, Newton Compton, 1988, p. 179 (ill.)