Attentato alla Casa del Fascio di Argelato e rappresaglia nazifascista
Dopo i numerosi arresti e saccheggi compiuti dai fascisti e dai tedeschi nelle campagne di Funo, il 9 agosto una squadra di partigiani della 2a Brigata “Paolo”, guidata da Franco Franchini (Romagna), fa saltare la Casa del Fascio di Argelato, provocando la morte di nove militi e il ferimento di altri dieci.
Intervenuti poco dopo, i fascisti della Brigata Nera “Eugenio Facchini”, comandati dal federale di Bologna Pietro Torri, rastrellano numerose persone e ne fucilano subito sette: Luigi Fariselli, Nello Gamberini, Enrico Landuzzi, Walter Scurzoni, Oreste Vancini (1879-1944) e Giorgio Zanotti, Attilio e Luigi Chiarini. Il prof. Vancini, socialista, è stato assessore della giunta Zanardi.
Lo stesso giorno bruciano fino alle fondamenta 37 case nel rione Larghe, perquisiscono e rastrellano gli abitanti. Tra le persone che vengono arrestate vi è anche la giovane staffetta della 7a Gap Irma Bandiera (Mimma), che sarà poi torturata e uccisa a Bologna.
Altri rastrellamenti nella zona di Funo, tra il 9 e il 10 ottobre, porteranno alla cattura e fucilazione di quattro partigiani, tra i quali il comandante gappista Renato Tampellini (Sandalo).
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- Elio Cicchetti, Il campo giusto, 3. ed., Milano, La Pietra, 1973, pp. 73-78
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- La Resistenza racconta. Fatti e figure della guerra di liberazione, a cura di Paolo Pescetti e Adolfo Scalpelli, Milano, Il calendario del popolo editore, 1965, pp. 312-313
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