copertina di Francesco Zambeccari
Bologna dello sport

Francesco Zambeccari

1752-1812

Primogenito del senatore Giovanni Zambeccari e di Marianna Bentivogli, Francesco Zambeccari ebbe una vita avventurosa.

Militò nella marina spagnola e russa, fu denunciato al Tribunale dell'Inquisizione, finì anche prigioniero dei Turchi.

Rifiutò la carica di Gonfaloniere a Bologna, ritenendola “troppo frivola”. Andò all'estero, non sopportando “l'oziosità” della vita in città. Il primo esperimento di volo con un pallone avvenne a Londra il 23 marzo 1785.

Nel 1790, durante un periodo di prigionia a Costantinopoli scrisse un saggio sulla teorica e la pratica delle macchine areostatiche, pubblicato poi a Bologna presso Ramponi nel 1800.

Nel 1801 annunciò la costruzione di un pallone volante in grado di trasportare tre persone. Per la sua costruzione ottenne in prestito la chiesa di S. Antonio Abate in via San Mamolo, accanto al collegio Montalto.

Il 13 agosto 1803, mentre preparava una nuova impresa aviatoria, ricevette la visita del generale Gioacchino Murat, che si complimentò con lui. La macchina era allestita all'interno della grande chiesa sconsacrata delle Acque, fuori porta San Mamolo, di cui occupava tutta la larghezza.

Dopo vari rinvii il tentativo fu effettuato tra il 5 e il 6 ottobre.

Una gran folla pagante gremiva la tribuna in legno innalzata alla Montagnola.

Il “pallon volante” di Zambeccari era un globo di seta di quasi quaranta metri di diametro, imbrigliato da una rete e riempito di “aria rarefatta”.

Sotto la sfera più grande era posto un pallone più piccolo, chiamato “mongolfiera”, che evitava di disperdere gas e zavorra.

L'enorme macchina fu realizzata grazie a un prestito governativo e ai fondi raccolti da una Società di cittadini.

Con a bordo il conte Zambeccari, il fisico Gaetano Grassetti di Roma e il matematico Pasquale Andreoli di Ancona, l'aerostato mollò gli ormeggi in piena notte, con il pubblico ormai impaziente.

Per alcuni giorni si persero le tracce del velivolo, finché giunse da Venezia la notizia del recupero degli aeronauti nell'Adriatico in tempesta ad opera di un peschereccio.

L'equipaggio tornò in città pochi giorni dopo, con i segni della rocambolesca avventura: Zambeccari con le braccia fasciate e “colle mani monche”, Andreoli coi piedi assiderati.
"Il letto di paglia è per loro più necessario del letto della gloria", commentò il De Buoi con ironia.

Il 21 settembre 1812 il conte decise di compiere un ulteriore tentativo di volo con la mongolfiera, partendo dal prato dell'Annunziata.

Anche qui furono eretti palchi per gli spettatori e un traliccio al quale il pallone era ancorato. Lungo le pendici del colle di San Michele e nel piazzale del convento erano allestiti padiglioni gastronomici. 

L'impresa fu fatale all'aeronauta. Il pallone si alzò con fatica e poco dopo il decollo si impigliò ad un albero, provocando il rovesciamento dell'alcool del bruciatore e quindi l'incendio e la rovinosa caduta del mezzo.

Mentre il compagno Vincenzo Bonaghi riuscì a cavarsela, il sessantenne pioniere del volo umano rimase gravemente contuso e ustionato e morì il giorno dopo.

I funerali solenni si tennero il 24 settembre nella chiesa di San Paolo.

Zambeccari fu sepolto in San Francesco, nella tomba dell'avo Alessandro Zambeccari: nella parte alta del monumento fu apposta la sua effige, accompagnata da vari emblemi, ad opera dello scultore Giacomo De Maria.

Approfondimenti

  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005
  • Tiziano Costa, Bologna dimenticata. Storie famose ma poco note, Bologna, Costa, 2021
  • Marco Poli, Bologna com'era, Argelato, Minerva, 2020
  • Giancarlo Roversi, La tromba della fama. Storia della pubblicità a Bologna, Casalecchio di Reno, Grafis - Bologna, Banca Popolare di Bologna e Ferrara, 1987
  • Angelo Varni, Bologna napoleonica. Potere e società dalla Repubblica Cisalpina al Regno d'Italia, 1800-1806, Bologna, M. Boni, 1973