Complotto sanfedista
Mentre si svolgono gli arruolamenti per i battaglioni della Guardia Civica e si prepara una festa per l'anniversario dell'amnistia concessa da Pio IX, a Roma si sparge la voce di un complotto organizzato dai “retrogadi” per fare strage di esponenti liberali.
Il moto è previsto per il 17 luglio. La mattina del 15 luglio sui muri di Roma si trovano affissi manifesti con i nomi dei capi della congiura, soprattutto funzionari, che tramerebbero assieme a “briganti del borgo di Faenza” venuti appositamente nella capitale.
Tra essi vi sono il Governatore mons. Grassellini, Stanislao Freddi - "uomo in Romagna odiatissimo" (D'Azeglio), sanfedista seguace del principe di Canosa, colonnello dei carabinieri e giudice del tribunale speciale voluto dal cardinale Albani - il capitano Allai, "vizioso, aspro, collerico, calunniatore", il capitano Muzzarelli e altri.
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio Freddi e Allai vengono arrestati, mentre tentano di riparare nel Regno di Napoli.
L'occupazione di Ferrara da parte degli Austriaci sembra confermare l'esistenza di un piano sanfedista per bloccare l'evoluzione liberale di Pio IX.
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, p. 1292
- Giuseppe Gabussi, Memorie per servire alla storia della rivoluzione degli Stati romani dall'elevazione di Pio IX al pontificato sino alla caduta della Repubblica, Genova, Co' Tipi del R. I. de' sordo-muti, 1851-1852, v. 1., p. 70
- Il Risorgimento a colori: pittori, patrioti e patrioti pittori nella Roma del XIX secolo, Roma, Gangemi, 2010, p. 226