Bologna dello sport

Ippodromo Zappoli

via Vittorio Veneto, Bologna
copertina di Ippodromo Zappoli

L'ippodromo di Bologna fu costruito dalla famiglia Zappoli nel parco della villa dei marchesi Davia a Porta San Felice.

Venne inaugurato il 12 giugno alla presenza dei sovrani italiani.

“Rotondo come una bondiola” (tipico salume emiliano), elegante e ampio, fu progettato dall'ing. Filippo Buriani al pari dello stabilimento a vapore dei fratelli Zappoli e del mercato bestiame situati poco distante.

L'impianto era dotato di una capiente tribuna in pietra con tettoia, che offriva "comodità grandiose e opportune". Le eleganti panchine poste sui gradini della tribuna erano della ditta Nobili di Modena.

La nuova pista sostituì quella della Montagnola, utilizzata dal 1846. Aveva la misura regolamentare di 804,50 metri (mezzo miglio inglese). Dalla seconda riunione autunnale fu installato anche un totalizzatore per le scommesse.

Allo Zappoli si svolsero soprattutto le corse con i "sedioli", cioè le gare al trotto, mentre quelle al galoppo furono ospitate ai Prati di Caprara.

L'attività ippica continuò per quarant’anni. Nel 1928 l'area fu occupata da una caserma e da palazzi residenziali.

Anche dopo la demolizione dell'ippodromo, per volere degli antichi proprietari, venne mantenuta in loco una stalla con qualche cavallo.

Approfondimenti
  • Mario e M.Pia Aniballi, Cavalli al trotto, Bologna, Edizioni GES, 1982
  • Tiziano Costa, Marco Poli, La Montagnola. Fotoracconto di un luogo nobile di Bologna, Bologna, Costa, 2001
  • Cultura e sport a Bologna negli anni della Grande Guerra 1915-1918, a cura di Paola Furlan, Bologna, Persiani, 2017
  • Enio Golinelli, Arrigo Martino, Paolo Reggianini, Emilia Romagna culla del trotto, Modena, Artestampa, 1990
  • Marco Poli, Cose d'altri tempi. Frammenti di storia bolognese, Bologna, Minerva, 2008