Alfredo Testoni
Nasce a Bologna in via San Felice l’11 ottobre del 1856. Inizia a scrivere giovanissimo. Debutta il 27 gennaio 1877 al teatro del Corso con la farsa Lucciole per lanterne. Le sue prime prove hanno “un esito freddino”. L’anno seguente la commedia dialettale in due atti Al trop è trop riceve applausi e buone critiche al teatro Contavalli.
Nel 1880, durante un incontro al Caffè dei Cacciatori, Testoni, Giannetto Bacchi, Antonio Fiacchi e Oreste Cenacchi decidono di fondare un giornale umoristico. Per il titolo si ispirano all’espressione di un cameriere: “Ehi!, ch’al scusa”. Al grande successo della rivista contribuisce in modo determinante la vena umoristica di Fiacchi, con le firme del Sumarein del ruscarol e del Sgner Pirein.
Nel 1881 l’Accademia Francesco Albergati mette in scena al Teatro Brunetti Instariarì (Stregonerie). Indimenticabile è il personaggio della Sgnera Neina, che diviene il cavallo di battaglia di Argia Magazzari, l’attrice più nota del teatro vernacolo. Capolavoro di Testoni, la commedia rimarrà per sempre nel repertorio delle compagnie dialettali petroniane.
Nel 1882 va in scena Scuffiareini (modistine), ambientata nella “pulita casa di una modista”, che ospita ragazze “buone e belle, allegre e ... innamorate”. La prima è prevista per un venerdì, giorno per molti di cattivo augurio. Assistendo alle prove al teatro del Corso, Testoni teme l’insuccesso e invece è un trionfo: il pubblico, commosso, non si stanca mai di applaudire. La critica molto positiva di Enrico Panzacchi suona per lui come una consacrazione.
Nell’introduzione alla raccolta poetica Nuvl ‘e srein dichiara il suo amore per il dialetto bolognese:
È vero; io amo Bologna questo tuo dialetto, che ci serve così bene sempre, e in tutti gli usi della vita. Ho la convinzione certa e profonda che, usando il vernacolo, sia più facile avvicinarsi alla franchezza, alla naturalezza dello scrivere, a spogliarsi di tutto ciò che resta d’arcadico, di convenzionale, di falso nella nostra letteratura.
Nel 1883 debutta con “non lieto esito” al Teatro del Corso la commedia Pisuneint (Pigionanti). Dopo altre recite infelici a Modena, la compagnia viene sciolta. Testoni si trasferisce a Roma come redattore del “Capitan Fracassa”.
Una compagnia stabile
Nel 1888, reduce dall’incarico di segretario del Comitato esecutivo dell’Esposizione Emiliana, forma una compagnia stabile di teatro bolognese con l’aiuto di Cesare Sanguinetti e l’appoggio della Società del Dottor Balanzone, affittuaria del teatro Contavalli. Ne fanno parte Argia e Guglielmina Magazzari, Augusto Galli, Carlo Musi, le sorelle Avoni e più avanti Goffredo Galliani. Il debutto avviene il 29 ottobre al Contavalli, con la recita in forma privata della commedia Pisuneint, che in questa occasione ottiene un lusinghiero successo.
Nel 1892, dopo una serie di critiche negative al suo repertorio, lascia la compagnia comica bolognese per dedicarsi al giornalismo militante. Accetta l’offerta di dirigere il “Panaro”, foglio dei liberali progressisti modenesi. La guida della compagnia viene assunta da Goffredo Galliani.
Nel 1898 al teatro Contavalli si celebra la centesima replica dei Pisuneint. Testoni riceve in dono un portasigarette d’argento, due corone d’alloro e una allegoria di Augusto Majani. Al termine recita i versi di augurio scritti per lui da Olindo Guerrini.
Nel 1899 la compagnia di Goffredo Galliani mette in scena al Contavalli Acqua e ciacher (Acqua e chiacchere), una delle più belle commedie di Testoni.
La Sgnera Cattareina
La sera del 1 dicembre 1899, nell’atrio del Teatro Comunale, Testoni recita per la prima volta in pubblico I sonetti della Sgnera Cattareina, personaggio nato quasi per caso sulle pagine della rivista “Bologna che dorme”, che lo accompagnerà per tutta la sua carriera, assieme a quello del cardinale Lambertini.
Nei versi, non sempre notevoli, del commediografo una “nota sentimentale, e talvolta apertamente dolorosa, non manca di alternarsi alla piacevole e istintiva arguzia petroniana”. (A. Boriani). Nel 1904 Zanichelli stamperà la prima edizione “compita” dei sonetti, con le illustrazioni di Nasica. Altre edizioni compariranno nel 1908 e nel 1910, fino all’ultima del 1945.
Il commediografo effettuerà molte tournée nei teatri italiani, alternando i suoi sonetti a quelli di Berto Barbarani e di Trilussa. Nel 1929 La sgnera Cattareina diventerà anche una commedia.
Nel 1900, in occasione dell’inaugurazione del monumento equestre di Garibaldi in via Indipendenza, Testoni mette in scena al teatro Contavalli la divertente commedia In dovv s’mett Garibaldi?, in cui a dibattere sul destino del monumento sono le altre statue bolognesi.
Nel 1902, a vent’anni dal successo, rimasto isolato, di Ordinanza, torna a scrivere una commedia in italiano. Destinata alla famosa attrice e amica modenese Virginia Reiter, Quel non so che debutta il 10 febbraio al teatro Sannazaro di Napoli ed è subito un trionfo. L’impresario romano Adolfo Re Riccardi si affretta a mettere Testoni sotto contratto, inaugurando con lui un lungo sodalizio.
Nel 1905 pubblica Bologna che scompare, opera capostipite, assieme al Sgner Pirein di Antonio Fiacchi (1892), della moderna letteratura aneddotica su Bologna. Il libro, inizialmente regalato agli abbonati del “Resto del Carlino”, è il frutto di alcune conferenze da lui tenute con l’ausilio di fotografie della vecchia Bologna.
Il cardinale Lambertini
Nel 1906 è rappresentata al Teatro del Corso la commedia Il cardinale Lambertini, che ha debuttato pochi mesi prima al Costanzi di Roma. Redatta in italiano e in dialetto, sarà l’opera più amata e celebrata del commediografo bolognese. Ermete Zacconi ne è il primo grande interprete. Nel 1923 al Teatro Modernissimo si terrà la millesima recita.
Con il ricavato della commedia Alfredo Testoni potrà acquistare una bella automobile, la Lambertina, “verniciata di rosso cardinalizio”, e la villa Lubbia, nei dintorni di Casalecchio di Reno, che negli anni successivi sarà la sua residenza estiva e meta di ospiti illustri.
Nel 1907 l’operetta La modella, tratta da una sua commedia e musicata dal maestro Giuseppe Pietri, ottiene un grande successo al Teatro Verdi di Genova con la compagnia Mariani-Zampieri. Poco più avanti sarà ripresa da Lyda Borelli e avrà una trasposizione cinematografica con Vera Vergani.
Con Goffredo Galliani
Nel 1909 Testoni accetta di mettersi in società con Goffredo Galliani, al quale nel 1892 aveva lasciato la compagnia dialettale da lui diretta. La stagione si inaugura positivamente il 31 ottobre con Acqua e ciacher, in un Teatro Contavalli rimesso a nuovo: i palchi decorati con buon gusto, un bel lampadario, comode poltrone in platea. Ben presto però cominciano gli screzi. Alcuni attori, tra i quali Angelo Gandolfi, che fonderà una compagnia concorrente, se ne vanno. Nella primavera del 1911 la rottura tra Testoni e Galliani è completa e sfocerà in una lunga vicenda processuale.
Nel 1910 debutta al teatro Contavalli la rivista musicale All’ombra delle torri, che vede impegnati in scena oltre settanta attori. Maschere e costumi sono disegnati con maestria da Umberto Tirelli. Protagonista è un magistrale Persuttino, maschera creata a metà dell’800 da Scorzoni, interpretato da Augusto Galli. In dicembre il Contavalli riapre con un altro capolavoro di Testoni: Al noster prosum.
L’attore Ermete Novelli chiede a Testoni il permesso di recitare Il cardinale Lambertini e lo spettacolo debutta nel gennaio 1914 al Teatro del Corso. Si accende la rivalità con Ermete Zacconi, protagonista di centinaia di repliche della commedia. Nel giugno 1914 i due Ermete recitano il Lambertini nelle stesse sere in due diversi teatri a Roma e intanto polemizzano tra loro sulle pagine de “La Tribuna”.
Nel 1915, su richiesta del Comitato di Soccorso per le Famiglie dei Richiamati di Casalecchio di Reno, allestisce una riduzione in chiave patriottica della fiaba di Cenerentola, facendo recitare più di cento bambini. La rappresentazione ottiene un grande successo ed è replicata più volte nel parco dell’Albergo Reno. Il 20 agosto precedente Testoni ha portato in scena un’altra fantasia patriottica, poi anche tradotta in film: In alto! I bimbi d’Italia son tutti balilla.
Direttore artistico con Gandolfi
Nel 1923 un comitato cittadino patrocinato dal “Resto del Carlino” promuove la costituzione di una Compagnia per la rinascita del teatro dialettale diretta da Angelo Gandolfi, con Testoni direttore artistico e con la collaborazione di Oreste Trebbi e Augusto Majani. L’inaugurazione dell’attività avviene il 15 dicembre al Teatro Modernissimo, con Acqua e ciacher di Testoni. La compagnia porterà alla ribalta “nuovi e significativi copioni”.
Il suo ultimo lavoro è La commedia delle maschere, del 1929. Il 21 novembre 1931 va in scena al Teatro del Corso la versione in dialetto del Cardinale Lambertini, interpretata da Umberto Bonfiglioli.
Muore il 17 dicembre di quell’anno. È sepolto nel Chiostro X della Certosa di Bologna. Il pregevole monumento sepolcrale è opera dello scultore Alfonso Borghesani.
- Alfredo Testoni. Sotto i portici e dietro le quinte, a cura di Davide Amadei e Vittoria Coen, Bologna, Minerva, 2003
- Angiolino Boriani, Alfredo Testoni e la poesia dialettale bolognese, in: “Strenna della Fameja bulgneisa”, 1958, pp. 44-52
- Paola Bignami, La cultura dello spettacolo a Bologna, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, pp. 238-240
- Franco Cristofori, Alfredo Testoni. La vita, le opere, la città, realizzazione grafica di Pier Achille Cuniberti, Bologna, Alfa, 1981
- Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all’arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 3., pp.872-874
- Athos Vianelli, Profili di bolognesi illustri, Bologna, Tamari, 1967, p.125
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