… a oggi
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Andrea Bajani, Cordiali saluti, Torino, Einaudi, 2005 Oggi mi hanno chiesto di scrivere una lettera di licenziamento. Da pochi giorni non c'è più il direttore vendite, la gente si aggira per gli uffici a contare le sedie vuote e quelle piene. Per farle diventare vuote, le sedie, bisogna che qualcuno comunichi agli interessati le necessità aziendali in seguito alle quali si è resa necessaria l'interruzione della proficua collaborazione intecorsa fra la società e il dipendente messo alla porta. (p. 8)
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Andrea Bajani, Mi spezzo ma non m'impiego: guida di viaggio per lavoratori flessibili, Torino, Einaudi, 2006
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Massimo Carlotto, Niente, più niente al mondo: monologo per un delitto, Roma, E/O, 2004
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Alessandro Carrera, La vita meravigliosa dei laureati in lettere, Palermo, Sellerio, 2002
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Pierluigi Celli, Il manager avveduto, Palermo, Sellerio, 1994
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Gian Filippo Della Croce, Bianchi e blu: notizie dal mondo del lavoro, Città di Castello, Edimond, 2005 Per chi iniziava il turno era come prepararsi ad una nuova vita, perché avrebbe vegliato mentre tutti gli altri dormivano, e avrebbe dormito mentre tutti gli altri erano svegli e pensavano ai loro affari. Il turno di fatto introduceva in una dimensione virtuale, coloro che lo vivevano non esistevano perché fuori dalle consuetudini, dagli orari e dalle cadenze dl quotidiano. (p. 40)
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Mario Desiati, Vita precaria e amore eterno, Milano, Mondadori, 2006
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Francesco Dezio, Nicola Rubino è entrato in fabbrica, Milano, Feltrinelli, 2004
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Giorgio Falco, Pausa caffè, Milano, Sironi, 2004
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Angelo Ferracuti, Le risorse umane, Milano, Feltrinelli, 2006
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Lia Levi, Il mondo è cominciato da un pezzo, Roma, E/O, 2005
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Massimo Lolli, Volevo solo dormirle addosso, Arezzo, Limina, 1998
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Michela Murgia, Il mondo deve sapere: romanzo tragicomico di una telefonista precaria, Milano, Isbn, 2006 Ho iniziato a lavorare in un call center. Quei lavori disperati che ti vergogni a dire agli amici. "Cosa fai?" E tu: "Be', mi occupo di promozione pubblicitaria". Che meraviglia l'italiano, altro che giochi di prestigio. (p. 7)
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Sebastiano Nata, Il dipendente, Milano, Feltrinelli, 1997
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Aldo Nove, Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese, Torino, Einaudi, 2006 Cosa siano infine le agenzie interinali ce lo spiega bene marco. Sono caporalato legale. Marco viene dal Sud e sa cosa vuol dire alzarsi alle tre e mezza del mattino per essere scelti come lavoratori a giornata. Marco, come molti, ha scelto il Nord come prospettiva di lavoro reale. In questo senso, la sua è una storia che attraversa buona parte del secolo scorso e che prosegue tuttora. (p. 93)
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Ermanno Rea, La dismissione, Milano, Rizzoli, 2002
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Zelda Zeta, Voice center, Milano, Cairo editore, 2007
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Art: 1 racconti di scrittori italiani sul lavoro odierno in Nuovi argomenti, n. 34 aprile-giugno 2006
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Tullio Avoledo, Lavoro da morire: racconti di un'Italia sfruttata, Torino, Einaudi, 2009
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Anna Sam, Le tribolazioni di una cassiera, Milano, Corbaccio, 2009
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Massimo Lolli, Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio, Milano, Mondadori, 2009 "Che turni fate, Mister Ma?" chiede l'italiano tirato a lucido in abito blu gessato. "Tre turni al giorno di otto ore ciascuno" "Avete mai provato a lavorare sei ore al giorno dal lunedì al sabato?>> "Noi lavoriamo tre turni al giorno di otto ore ciascuno dal lunedì alla domenica" risponde Mister Ma. "Ho capito bene, non fate riposo settimanale?" "No. Non facciamo riposo settimanale" risponde Mister Ma serio, "noi riposiamo per il Capodanno cinese a gennaio o febbraio, il primo maggio e nell'anniversario della Rivoluzione a ottobre" (p.149)
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Duchesne, Studio illegale, Venezia, Marsilio, 2009 Mi chiamo Andrea Campi. Ho trent'anni. Sono un professionista serio. Ultimamente non sto molto bene (p. 17)
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Antonio Ortuño, Risorse umane, Vicenza, Neri Pozza, 2008
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Giuseppe Carlotti, Non sono un bamboccione, Roma, Fazi, 2008
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Joshua Ferris, E poi siamo arrivati alla fine, Vicenza, Neri Pozza, 2006 I licenziamenti aleggiavano su di noi. Se ne parlava da mesi, ma adesso era ufficiale. Se eri fortunato potevi ricorrere in giudizio. Se eri nero, anziano, donna, cattaolico, ebreo, gay, obeso o fisicamente handicappato, c'erano delle ragioni valide per farlo. (p. 19)
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Aldo Busi, Vita standard di un venditore provvisorio di collant, Milano, Mondadori, 1985
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Annette Pehnt, Mobbing, Vicenza, Neri pozza, 2009
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Ed Park, Maledetti colleghi, Roma, Fazi, 2008
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Fulvio Colucci, Giuse Alemanno, Invisibili: vivere e morire all'Ilva di Taranto, Martignano, Kurumuny, 2011
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Articolo 1. Racconti sul lavoro, Palermo, Sellerio, 2009
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Mauro Orletti, Mi sento già molto inserito: cronache dalla fabbrica (dis)intergrata, Torino, Zandegù, 2009 Generazione che non ha nemmeno voglia di scegliersi un lavoro, la mia. Si accontenta di quattro soldi a fine mese e di un contratto a tempo indeterminato. Salvo confessare, a distenza di qualche anno, il sogno di una carriera da maestro elementare, psicologo, restauratore, archeologo, pittore, scief, direttore d'orchestra e invece no... il sogno si è infranto contro unpresente di economia diritto ingegneria farmacia... ma anche DAMS e poi, per star sicuri, un posto in banca (p.17)
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Antonio Pennacchi, Shaw 150: storie di fabbrica e dintorni, Milano, Mondadori, 2006
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Valerio Evangelisti, Il sole dell'avvenire: vivere lavorando o morire combattendo , Milano, Mondadori, 2013
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Pierre Lemaitre, Lavoro a mano armata , Roma, Fazi, 2013
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Carola Susani, Sono come tu mi vuoi: storie di lavori , Roma, Laterza, 2009 Ma del lavoratore di notte mi secca che non imparo niente, dato che la maggior parte del tempo sono pagato solo per esserci. Se non riscatto quelle ore facendo qualcosa per me stesso, è una marea di tempo sprecato. Non importa se è pagato, il tempo buttato via non te lo paga nessuno veramente, perchè non puoi ricomprartelo, è andato. (p. 89)
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Peppe Fiore, Nessuno è indispensabile, Torino, Einaudi, 2012 Le poche volte che non si portava il pranzo da casa in un tupperware lavabile verdolino scendeva in mensa con Simona Marchetti, la responsabile del settore yogurt. Da questi pranzi la Marchetti aveva ricomposto l'impressione di una ragazza non sgradevole, ma che aveva trovato il suo habitat nelle retrovie dell'esistenza: viveva da sola da qualche parte verso Ardea in un piccolo appartamento preso con l'aiuto dei suoi e l'accollo di un mutuo trentennale, era realizzata nel perimetro perfetto del suo contratto a tempo indeterminato, tutto sommato era contenta anche dei colleghi. (p. 17)