Una serie di risorse digitali dedicate alla documentazione della storia, della cultura, della società e delle istituzioni di Bologna e provincia con particolare attenzione all’800-900.
Dalla Cronologia
Accadde oggi, 21 novembre.
Eccidio di Palazzo d'Accursio
@ Piazza Maggiore, 6, 40121 Bologna BO
Il 21 novembre, in Piazza Maggiore, i socialisti festeggiano la vittoria elettorale e l'elezione a sindaco di Enio Gnudi (1893-1947), dirigente sindacale e rappresentante della corrente massimalista del PSI.
Nei giorni precedenti i fascisti, guidati da Leandro Arpinati e Arconovaldo Bonaccorsi, hanno promesso lo scontro con manifesti provocatori: vogliono impedire ai socialisti di "issare il loro cencio rosso sul palazzo comunale". Hanno annunciato per domenica una "grande prova in nome dell'Italia".
Provenienti da via Rizzoli e dall'Archiginnasio, assieme ad alcuni rinforzi da Ferrara guidati dallo squadrista-futurista Olao Gaggioli, circa trecento fascisti armati sono bloccati dalla Guardia Regia in Piazza Nettuno.
Dalla parte del caffè Grande Italia, all'angolo tra piazza Nettuno e via Rizzoli, vengono sparati colpi d'arma da fuoco.
La folla terrorizzata cerca di fuggire nel cortile di Palazzo d'Accursio, ma le "guardie rosse", un gruppo di armati comunisti e massimalisti, che presidiano il palazzo, chiudono il portone e gettano dall'alto alcune bombe a mano.
E' una strage: si contano 10 morti e 58 feriti, tutti socialisti, in maggioranza per colpi d'arma da fuoco. Un giovane di sedici anni di Casalecchio, Ettore Masetti, è colpito al ventre da una pallottola e morirà dopo tre mesi di agonia.
Dopo una decina di minuti di spari e scoppi, nella piazza vuota, ricoperta di ombrelli, bastoni e cappelli, rimangono solo i cadaveri, che i pompieri ricoprono di teli.
Intanto nell'aula consiliare un uomo, che rimarrà sconosciuto, spara dal settore riservato al pubblico contro i consiglieri di minoranza: l'avvocato Cesare Colliva riceve due proiettili in faccia, mentre l'avvocato Giulio Giordani, mutilato di guerra, è ferito a morte.
Anche in via Riva Reno, fuori dall'Ospedale Maggiore, dove Giordani è trasportato, scoppia una sparatoria e gli infermieri lasciano il ferito su un muretto al bordo del canale, rifiutandosi di entrare in ospedale.
Giordani sarà considerato il primo grande martire della rivoluzione fascista. La salma sarà esposta in un'aula del tribunale e vegliata da picchetti di camicie nere armate.
I funerali, celebrati il 23 novembre, vedranno sfilare i fascisti con il gonfalone del comune, tra due imponenti ali di folla. Al consigliere ucciso sarà in seguito intitolata la piazza davanti al tribunale.
La giunta neoeletta di Gnudi sarà costretta a ritirarsi senza essersi insediata, sostituita dal commissario prefettizio Vittorio Ferrero, che rimarrà in carica fino al marzo 1923.
La polizia arresterà circa duecento socialisti e nessun fascista, accreditando la tesi de "L'Avvenire d'Italia", che considera i "rossi" colpevoli dei fatti luttuosi.
Il Tribunale di Milano condannerà nel 1923 in contumacia alcuni militanti comunisti. Nel dopoguerra Mario Missiroli e Libero Battistelli addosseranno la maggiore responsabilità dei fatti alle forze dell'ordine, che avrebbero provocato la strage per screditare i socialisti.
Il tragico eccidio di Palazzo d'Accursio ha risonanza nazionale e segna l'inizio dell'ascesa fascista. Nella provincia più rossa il fascismo attechirà velocemente e da qui si diffonderà in tutta la pianura padana.
Giovanni Battista Nasalli Rocca diviene Arcivescovo
Il 21 novembre sale al seggio arcivescovile Giovanni Battista Nasalli Rocca di Conegliano (1872-1952). Vescovo già a 35 anni, dal 1920 è Assistente ecclesiastico Generale dell'Azione Cattolica.
A Bologna organizzerà tre congressi eucaristici e si occuperà della formazione dei cappellani del lavoro. Manterrà l'incarico di Arcivescovo di Bologna per 31 anni, sino alla morte avvenuta nel 1952.
Particolarmente devoto alla Madonna di San Luca, sarà sepolto nella cripta del Santuario posto sul colle della Guardia.
Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
Incontro tra Carducci e la regina Margherita
Il 28 giugno, nel corso del pranzo offerto ai sovrani nella sala del Consiglio comunale, Giosue Carducci incontra la regina Margherita.
Tra i due nasce una profonda amicizia. Si incontreranno nuovamente in vacanza a Gressoney nel 1889.
Carducci ha già scritto nel 1882 l'ode Eterno femminino regale, dedicata alla regina e in ricordo della visita fatta a Bologna dai reali d'Italia nel novembre 1878, durante il loro viaggio di nozze.
Nel 1902 - con l'interessamento del conte Nerio Malvezzi de' Medici, deputato del Regno e assessore alla pubblica istruzione del Comune - la regina acquisterà per il "suo poeta" la biblioteca privata di via del Piombo, dotata di oltre 14.000 volumi e nel 1905 l'intera casa.
Nel 1907, subito dopo la morte di Carducci, sarà tutto donato al Comune, in cambio dell'impegno a "conservare perpetuamente la memoria del massimom poeta italiano".
Sgomberato il circolo Atlantide
All'alba del 9 ottobre le forze dell'ordine sgomberano il cassero di porta Santo Stefano, da anni sede del collettivo lgbt Atlantide.
Lo sfratto avviene mentre sono in corso trattative per una nuova sede. Nel 2012 un bando del Quartiere Santo Stefano aveva assegnato i locali ad altre associazioni.
La vicenda provoca una crisi nella giunta comunale, con le dimissioni dell'Assessore alla Cultura.
Edifici, giardini e canali
Notizie sugli edifici storici, i giardini e i canali di Bologna. Con mappa, bibliografie, immagini, link.
Giardino della Lunetta Gamberini
Il nome del giardino ricorda la linea difensiva voluta dal generale Fanti tra il 1860 e il 1867, che contava 9 forti e 17 lunette munite di cannoni intorno a Bologna e sparse fortificazioni sulle colline. La lunetta prese il nome da una Cà Gamberini che sorgeva nei pressi della via Emilia. L’ingombrante trincea fu un’apparizione effimera, perché il piano regolatore del 1889 ne decretò il rapido smantellamento. Furono conservati solo piccoli presidi, come la Lunetta Gamberini, adibita alla fabbricazione di fulminato di mercurio. Il complesso dell’area verde, che si estende per 14,5 ettari, è frutto di una serie di acquisizioni degli anni ’70. Circondata da una folta siepe con alberi di Giuda, forsizie, scotani, sanguinelli, sinforine e altri arbusti ornamentali, ospita al suo interno impianti sportivi, scuole, un centro sociale e un centro giovanile. Gli ampi prati sono spesso ombreggiati da filari di pioppi bianchi e tigli. Dall’ingresso di via Sigonio, oltre un prato alberato, si alza un rilievo, con le pendici rivestite di robinie, biancospini e olmi, che era probabilmente il nucleo centrale della vecchia postazione.
Istituto di Matematica
Unica opera bolognese di Giovanni Michelucci realizzata tra il 1960 e il 1965. Il portico è stato realizzato con pilastri in cemento la cui forma a forcella richiama quella delle case trecentesche del centro storico. Interessante il rapporto tra i materiali quali il cemento, il laterizio e il vetro, in particolare nei fronti secondari retrostanti la via Zamboni.
Scrittori e scrittrici
Una mappa dedicata agli scrittori a alle scrittrici che hanno operato e vissuto a Bologna nell'800 e nel 900: i salotti, i caffè, le istituzioni culturali, le abitazioni.Un modo per conoscere e amare di più la città.
Giovanni Federzoni
Cultore profondo degli studi danteschiper cinquant'anni in Bologna e in Romamaestro di dottrina e di italianitàebbe pari la sapienza alla modestiadalla meditazione degli eterni misterisalì puro alla conoscenza di Dio
(Lapide alla Certosa di Bologna)
Giovanni Federzoni nasce a Bologna nel 1849. Nel 1869 si iscrive alla facoltà di lettere della locale Università e nel 1873 si laurea con Giosue Carducci.
Inizia la carriera di insegnamento presso il ginnasio "Guinizelli" di Bologna. Diventa in seguito direttore del liceo "Minghetti", insegna al liceo "Galvani" e alla Scuola superiore femminile.
Cura la pubblicazione della Strenna delle Colonie scolastiche bolognesi - raccolta annuale di ricordi e aneddoti bolognesi offerti da famosi artisti e scrittori, quali Carducci, Pascoli, Guerrini - finalizzata al sostegno della benefica istituzione.
Studioso di Dante, pubblica numerosi saggi sul grande poeta e raccolte di versi, quali Il paradiso perduto ed altri scritti (1895); Diporti danteschi (1899); Amore serotino. Negli anni gravi. Sonetti (1904); L'angelo nocchiero (1912). E' autore, inoltre di manuali tecnici, quali Del periodo. Primi elementi e regole pratiche (1894); Dei versi e dei metri italiani (1904). Tutti i suoi lavori sono pubblicati a Bologna da Zanichelli.
Legato a Giovanni Pascoli da una lunga amicizia, ha tra i suoi allievi Mario Missiroli, pubblicista e direttore del "Resto del Carlino". Muore a Bologna nel 1923.
Anche il figlio Luigi (1878-1967) sarà allievo di Carducci e giornalista, autore di romanzi e saggi letterari, con lo pseudonimo di Giulio De Frenzi. Sarà inoltre tra i fondatori del Movimento nazionalista e ministro durante il Fascismo.
Giuseppe Saitta
Nasce a Gagliano Castelferrato, in provincia di Enna, nel 1881. Ex sacerdote e allievo di Giovanni Gentile a Palermo, insegna al liceo e alle università di Firenze, Cagliari, Pisa, quindi ricopre le cattedre di filosofia morale e di filosofia teoretica all'Università di Bologna.
Il suo idealismo si caratterizza, rispetto a quello del maestro Gentile, "per un più radicale immanentismo ed una accentuata polemica antireligiosa". Egli vuole fondare un "reale umanesimo", in cui la ragione liberatrice è opposta alla religione dogmatica. Tra le opere filosofiche vi sono: Lo spirito come eticità (1921); La personalità umana e la nuova coscienza illuministica (1938); La libertà umana e l'esistenza (1940).
Compie inoltre importanti ricerche sulla storia della filosofia, in particolare la filosofia rinascimentale: La filosofia di M. Ficino (1923); Filosofia italiana e Umanesimo (1928); Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento, in tre volumi (1949-51); Cusano e l'Umanesimo italiano (1957). Muore a Bologna nel 1965.
Direttore di "Vita Nova"
Dal 15 marzo 1925 Giuseppe Saitta assume la direzione della rivista "Vita Nova", quindicinale (poi mensile) dell'Università fascista di Bologna, definito il "periodico della rinascita intellettuale fascista". Spesso apre il numero con un commento e cura la rubrica Spunto polemico, su temi cari al fascismo, dove si distingue "per la vis polemica con cui attacca gli oppositori e i detrattori del regime".
La rivista è ispirata da Giovanni Gentile e deve corrispondere alla concezione "religiosa" della vita propria del fascismo. Non si occupa di temi astratti, ma è "concepita come azione e impegno di fascisti capaci di vivere 'integralmente' la loro esistenza e di farlo con senso critico" (Salustri).
Esce per 12 numeri all'anno e raggiunge fino a 80 pagine, con diverse sezioni a lunghezza variabile. Ospita interventi di numerosi intellettuali di regime e scrittori locali, quali Giuseppe Lipparini, Giuseppe Albini e Dante Manetti. In articoli del 1933, l'emergente Julius Evola vi sostiene l'antisemitismo.
Con la caduta in disgrazia di Leandro Arpinati, "Vita Nova" segue la sorte dell'Università fascista, chiusa dall'ispettore Ciro Martignoni, inviato da Mussolini in persona per smantellare le strutture influenzate dal ras bolognese. Parte dei collaboratori sono assorbiti in una nuova rivista, dal titolo "Credere".
Bologna dei fumetti
Bologna dei fumetti elenca tutti gli autori e le storie ambientate nei luoghi della città di Bologna.
Nuovo fumetto: Pazienza e Scozzari, Valvoline
Un nuovo, travolgente fumetto d'assalto nasce sulla stessa lunghezza d'onda del movimento studentesco, esploso in città nel 1977.
Le tavole del Pentothal di Andrea Pazienza terminano con i disordini seguiti all'uccisione di Francesco Lorusso. La stessa Bologna, ex capitale “rossa”, percorsa ora dall'inquietudine che sale tra le fila degli studenti “fuorisede”, dalle case occupate, dai cortei del Movimento, appare nelle altre storie di Andrea Pazienza (Zanardi, Pompeo), come nelle strisce di Filippo Scozzari, artista riminese e compagno d'avventura di Pazienza.
La critica, le scuole, i festival, i premi
Si può dire che gran parte della critica più autorevole del fumetto è nata a Bologna, in ambito universitario e non.
Dai pionieristici studi di Umberto Eco, con Apocalittici e integrati, ad autorevoli corsi e saggi sul linguaggio e la semiotica dei fumetti, da parte di studiosi come Daniele Barbieri e Omar Calabrese, a introduzioni critiche del fumetto nel contesto del più vasto mondo dell'arte e della comunicazione visuale da parte di docenti del DAMS, quali Renato Barilli, Francesca Alinovi, Roberto Daolio, Carlo Branzaglia.
Bibliografie
Percorsi di lettura per imparare a conoscere la città di Bologna.
Le acque di Bologna
Tra l'Appennino e la pianura
Il sogno della poesia
Gli scrittori di passaggio a Bologna nella prima metà dell’800 erano accolti con grande favore nei circoli e nei salotti alla moda. Spesso erano ospiti di graziose dame appassionate e competenti - come e più degli uomini - di poesia e letteratura: così la bella Cornelia Martinetti, la “Venere bruna” di Canova e del Foscolo, così la Teresa Carniani Malvezzi, che al giovane Leopardi suscitò inedite emozioni, facendo palpitare il suo cuore “dopo un sonno, anzi una morte completa, durata per tanti anni”.
Sindaci del dopoguerra
Questa sezione di Bologna online ospita informazioni sui sindaci di Bologna nel secondo dopoguerra. Offre schede biografiche, notizie sui loro mandati e la composizione delle giunte; segnala inoltre libri, saggi, articoli disponibili nella biblioteca Salaborsa.
Annamaria Cancellieri
Annamaria Cancellieri è nata a Roma il 22 ottobre 1943. Si è laureata in Scienze Politiche all'Università La Sapienza e dal 1972 è entrata nell'amministrazione del ministero dell'Interno.
Sergio Cofferati
Sergio Gaetano Cofferati nasce a Sesto ed Uniti, in provincia di Cremona, il 30 gennaio del 1948. Dopo il diploma di perito meccanico, si iscrive alla Statale di Milano, facoltà di matematica.
Nuvole in Appennino
Può capitare che gli autori di fumetti - tipi strani, un po' matti, solitari - si ritirino a disegnare o a vivere fuori città, portando con sé solo carta e matita. Ogni tanto, però, nei loro lontani rifugi si radunano e allora son chiacchiere e bicchieri di vino.