Francesco Leonetti
Nasce a Cosenza nel 1924. Esordisce precocissimo come poeta, pubblicando a soli diciotto anni, presso il libraio Landi di Bologna, la raccolta Sopra una perduta estate (1942), in contemporanea con gli analoghi lavori degli amici Serra, Pasolini e Roversi. Dopo essersi laureato nel 1945 in filosofia, con un tesi su Tommaso Campanella, comincia a lavorare in due diverse biblioteche, la Malatestiana di Cesena e l'Archiginnasio di Bologna (1946-1961).
Questa esperienza professionale è decisiva per la sua formazione intellettuale: il vasto patrimonio di conoscenze acquisito influenza profondamente la sua arte e il suo approccio alla letteratura. Le poesie mostrano chiaramente le tracce della sua notevole erudizione: sono tanti i richiami a classici quali Dante, Carducci, Pascoli. Ed è chiaro il tentativo di conciliare la tradizione letteraria italiana con la necessità di un nuovo e più aggiornato linguaggio.
Il primo prodotto poetico di una certa rilevanza, La cantica (1959), è un esempio della sua ricerca artistica, un tentativo "di combinare ideologia e forma poetica e di ridefinire il ruolo dell'artista / intellettuale nella società moderna" (P. Chirumbolo).
Nel 1955 fonda, assieme a Pasolini, la rivista "Officina", laboratorio di importanza decisiva per la cultura italiana del secondo Novecento. Essa rappresenta il primo sforzo concreto di rinnovare il panorama letterario e di mettere in discussione i canoni dell'ermetismo e del neorealismo.
Con Pasolini, Roversi, Romanò e Fortini si impegna nell'esplorazione di nuovi linguaggi e stili. Personalmente si dedica alla messa a punto di un linguaggio più colloquiale e "basso", tra prosa e poesia. Alla rivista fornisce, oltre a diverse poesie, alcuni saggi critici cruciali.
Nel 1956 pubblica presso Einaudi il suo primo romanzo, Fumo, fuoco e dispetto (1956), che piace a Elio Vittorini per il suo estro "eterogeneo ed eccentrico, poliforme, praticamente barocco".
Nel 1960 inizia la sua collaborazione con "Il Menabò" di Vittorini. Sotto la sua supervisione affronta nuovi indirizzi teorici come lo strutturalismo, la semiotica, la psicoanalisi lacaniana.
In questo contesto è da collocare lo sforzo di pubblicare una rivista internazionale, "Gulliver", con l'idea di creare una rete tra i migliori intellettuali europei, quali Blanchot, Enzensberger, Barthes, Butor, Grass, Bachmann. Pasolini parla di un sistema di segni "escogitato ridendo" con Leonetti e Calvino
nella solita sosta, nel Nord.
Segni per sordomuti, con ideografie
una volta per sempre internazionali.
Lo sforzo di conciliare varie influenze, quali lo strutturalismo e il marxismo, produce notevoli risultati teorici, contenuti in saggi quali La negazione in letteratura (1964) e L'eversione costruita (1965), e alcuni dei risultati più interessanti della sua produzione letteraria, quali i volumi, tra narrativa e saggistica, Conoscenza per errore (1961), L'incompleto (1964) e Il tappeto volante (1967). In queste opere fornisce analisi stimolanti del rapporto tra letteratura e politica e si sforza di rendere, a livello espressivo, la scissione della coscienza nella società contemporanea.
Nel 1963 si trasferisce a Milano. Lavora come attore nei film di Pasolini Il Vangelo secondo Matteo, Edipo re, Capriccio all'italiana. In Uccellacci e uccellini è sua la voce "gracchiante, calabro-emiliana, dalle vocali strascicate sino all'inverosimile" del corvo (Cortellessa). Dirige il film Processo politico (1970). Dal 1971 al 1995 insegna estetica all'Accademia di Brera.
Lo sperimentalismo di alcune sue opere anticipa le poetiche della neoavanguardia italiana. Nonostante non sia considerato un membro del Gruppo 63, è evidente la parentela tra i suoi lavori e quelli di scrittori quali Edoardo Sanguineti e Nanni Balestrini, che rivelano scopi artistici e ideologici affini.
Nel 1967 la sua carriera intellettuale ha una svolta. Assieme a Roberto Di Marco, Gianni Scalia e Arnaldo Pomodoro, fonda "Che fare", organo ufficiale della Nuova Sinistra. E' una rivista che si occupa di teoria politica, ma che segue da vicino la prassi delle rivolte e delle lotte giovanili. In questi anni l'impegno politico si fa per lui quasi esclusivo.
Oltre alla collaborazione a importanti riviste quali "Campo" e "Alfabeta", della quale è anche condirettore, i prodotti migliori dell'ultimo periodo sono il romanzo Campo di battaglia (1981), finalista al Premio "Viareggio", le poesie di Palla di filo (1986), il poemetto Cose del cielo (1989), L'arte lunga (1992), Le scritte sconfinate (1994), Il leone e la volpe (1995), con l'amico Paolo Volponi, e infine la provocatoria autobiografia La voce del corvo. Una vita 1940-2001. Muore nel 2017 a Milano.
- Paolo Chirumbolo, Voce: Francesco Leonetti, in: Encyclopedia of italian literary studies, a cura di Gaetana Marrone, Paolo Puppa, Luca Somigli, New York, Routledge, 2007, vol. 1., pp. 1016-1017
- Enzo Siciliano, Vita di Pasolini, Milano, Mondadori, 2005, p. 322
Internet:
- Il Sole 24 Ore - Domenica - 18 dicembre 2017 - Addio a Francesco Leonetti, voce inconfondibile - di Andrea Cortellessa
Luoghi
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Archiginnasio piazza Galvani, 1 Bologna
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Libreria Palmaverde via de' Poeti, 4 Bologna
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Libreria Cappelli via Farini, 6/b
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Casa - Via Mascarella via Mascarella, 63/2
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Libreria Antiquaria Mario Landi piazza San Domenico, 5
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Casa - Via Battisti via Cesare Battisti, 10
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Giardini Margherita piazza di Porta Santo Stefano