copertina di Pirate

Pirate

Salani, 1999

"Bevemmo e gettammo le tazze in acqua. Lei si appoggiò al parapetto, il volto metà in ombra, perfetta come una statua. Il rubino all'orecchio scintillava al sole, e la sua camicia bianca si gonfiava nella brezza fresca, i lucenti capelli neri che ondeggiavano come una bandiera di pirati. È così che la ricordo. Mentre eravamo lì a ridere insieme, credetti davvero che non c'era nulla di impossibile."

È il 1722, e i mari sono solcati da navi mercantili e spesso portatrici di merci umane. A quel tempo le navi negriere facevano la fortuna di molti mercanti e la sfortuna di molti uomini e donne. Nancy Kington è la figlia di un capitano e fin da bambina ha sempre desiderato imbarcarsi per accompagnare il padre in giro per il mondo, ma un giorno quel sogno svanisce perché lui, che commercia in schiavi, in una terribile tempesta perde la vita, la nave e molti soldi. Lascia la famiglia in condizioni pessime, e solo un rimedio può salvare Nancy: un matrimonio di convenienza; Nancy lo intuisce, ne è angosciata e impaurita. Chi sarà l'uomo che andrà a sposare, dove la farà vivere e con che umore potrà mettersi nelle sue mani? Lei parte, lo deve fare per salvare l'impresa della famiglia, ma approdata sulle coste della Giamaica capisce il destino che altri hanno disegnato per lei: l'uomo è scontroso, rapito dalla sua bellezza ma violento con i suoi domestici, schiavi da anni in casa e nelle piantagioni. Solo una ragazza comprende il suo dolore, e insieme, pronte anche alla morte, si rivolgono a chi a quel tempo le regole non le rispettava: i pirati.