copertina di La luce in ogni cosa
Katya Balen

La luce in ogni cosa

traduzione di Lucia Feoli

dai 10 anni

Ci sono vari aspetti che in un libro possono piacerci. Qui di sicuro fin dall’inizio ci colpisce l’ambientazione e siamo contenti di stare insieme a Zofia nel cottage sul mare, con la porta gialla, le rose che crescono attorno e il sentiero che porta al mare. Zofia ci vive col suo papà e non cambierebbe nulla della propria vita. Il suo più grande desiderio è raggiungere a nuoto le isole rocciose che stanno di fronte alla spiaggia; per questo nuota tutti i giorni e, quando fa troppo freddo, si immerge nella vasca da bagno.

Anche Tom non vorrebbe cambiare nulla della sua vita. Finalmente abita da solo con la mamma, lontano da un padre che capiamo essere stato prepotente e violento. Certo, Tom ha bisogno di tenere sempre accesa la luce anche di notte e per non fare tremare le sue mani deve piegare molti origami, ma per la prima volta in vita sua sa che lui e la mamma sono al sicuro.

Le voci di Zofia e Tom si alternano: in un capitolo è lei che racconta, nell’altro è lui.
Chi legge subito capisce che c’è qualcosa che lega i due anche se loro non lo intuiscono ancora: non sanno che il papà di Zofia e la mamma di Tom si sono innamorati, che da questo amore nascerà una sorellina e che si troveranno tutti a vivere nel cottage dalla porta gialla. I cambiamenti, si sa, spesso sono molto difficili e, in questo caso, riempiono Zofia di furia e Tom di paura. Furia e paura da addomesticare a scuola, con gli amici, nelle feste, nei giochi in spiaggia, nelle nuotate, nelle cene, nelle ore dei giorni.