copertina di A fior di pelle
Chiara Carminati, Massimo Tappari, Lapis, 2018
dai primi mesi

A fior di pelle Chiara Carminati, Massimo Tappari, Lapis, 2018 dai primi mesi

E’ un quadrotto cartonato con gli angoli smussati che si apre sottolineando, proprio alla prima pagina, l’uso che grandi e piccoli possono farne. “Piccole rime per giocare insieme a muovere e massaggiare le parti del corpo e per guardarle con l’attenzione che meritano”. Si tratta dunque di rime che gli adulti possono utilizzare già dalle prime settimane, dai primi mesi di vita dei piccoli per toccare, muovere, solleticare, accarezzare le parti del corpo, ma che continueranno per anni, una volta apprezzate, a fare parte del bagaglio, condiviso e affettuoso, di giochi, di ritmi e di possibilità. Le doppie pagine che ci troviamo di fronte sono tutte strutturate allo stesso modo: a sinistra la filastrocca, a destra una foto della parte del corpo a cui la filastrocca fa riferimento. Abbiamo rime per le dita dei piedi, per le gambe, per l’ombelico, per le mani, per la bocca, il naso, le orecchie e gli occhi. Le filastrocche in rima hanno un ritmo inarrestabile che invita a ripetere e facilita la memorizzazione. La scelta lessicale è ricca, gli ambiti semantici da cui si attingono le similitudini sono vari e non banali. Le fotografie in bianco e nero, immagini così rare nell’editoria italiana, ma preziose per i piccoli che iniziano a guardare, portano l’attenzione sulle varie parti e spingono a ben osservare e a considerare, come si legge nella quarta di copertina, che “La pelle disegna il nostro confine, ma è anche il punto di contatto fra noi e il mondo”.