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Cristiana Valentini

Blu. Storia illustrata di un colore

Editoriale Scienza, 2022
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dai 9 anni

Un giro del mondo attraverso i secoli è quello che siamo chiamati a fare sfogliando le pagine di questo albo, tutto dedicato al colore blu.

Scopriamo che per gli Egizi era il colore della divinità e che dipingevano di blu le statuette con cui decoravano le tombe in quanto pensavano che proteggesse i defunti dal male. I Greci invece non avevano un nome per indicarlo: il blu era associato più che a una tonalità ai concetti di trasparenza e brillantezza. 

Gli antichi lo ricavavano dai lapislazzuli, una pietra dura proveniente dal Medio Oriente. Originaria delle montagne dell’Afghanistan, a dorso di cavallo, giunse in Persia, in India, a Costantinopoli e a Roma. Anche l’arte islamica fece largo uso di questo colore, ricavato dal cobalto, estratto dalle miniere dell’Iran centrale. Famosissima e molto affascinante la Moschea Blu di Costantinopoli, l’odierna Istanbul, decorata con piastrelle blu e turchesi. Nel Medioevo nuovo risalto venne dato al colore azzurro dall’arte sacra, che raffigurava la Madonna con indosso un mantello di questa tinta. I due pigmenti più usati erano l’oltremare, ricavato dai lapislazzuli, e l’azzurrite, che però tendeva a scolorire con il passare del tempo. 

Il libro ci porta poi attraverso i regni dell’età moderna, la rivoluzione francese e quella americana, sino al primo blu ricavato sinteticamente, e per sbaglio: il blu di Prussia. Durante l’impressionismo gli artisti lo amavano molto, come come Van Gogh che lo usò nella sua Notte stellata. Diventò anche musica, nel blues suonato e cantato dagli schiavi delle piantagioni di cotone nel Nord America. Nacquero i blue jeans, che da indumento di lavoro sono diventati divisa dei giovani nel movimento studentesco del 1968. 

Un’ ultima suggestione ci viene da Yuri Gagarin, il primo uomo a vedere la Terra dallo spazio, che scoprì che da lassù il nostro pianeta è tutto blu, a causa degli oceani che lo ricoprono per la maggior parte.