Speciale Il cinema ritrovato. Il cinema dipinto di Renato Casaro
In occasione della mostra "Renato Casaro. L'ultimo protagonista della scuola italiana dei pittori del cinema" (Piazza Coperta 20 giugno – 3 settembre 2022) evento della XXXVI edizione de Il Cinema Ritrovato
L'arte di dipingere il cinema si afferma in Italia soprattutto nel secondo dopoguerra, quando l'industria cinematografica sulla spinta della ricostruzione ha la necessità di promuovere al meglio le proprie opere. Grandi manifesti, locandine, pubblicità sulla carta stampata stimolano l'immaginario dello spettatore attraverso l'arte di pittori prestati al cinema. Se per molto tempo questi lavori sono stati considerati come secondari nel processo produttivo dei film e i loro autori semplici cartellonisti, la riscoperta e la rivalutazione che è stata fatta grazie al lavoro di storici, collezionisti e appassionati ha riassegnato ai pittori del cinema il giusto posto nella storia della settima arte. Nomi quali Avelli, Campeggi, Cesselon, Ciriello, Geleng, Nistri e naturalmente Renato Casaro hanno contribuito alla fortunata stagione di Cinecittà e a rendere il cinema della Hollywood sul Tevere conosciuto in tutto il mondo.
Renato Casaro, ancora studente presso l'Istituto di Arti Tipografiche, inizia da autodidatta dipingendo cartelloni pubblicitari per un cinema della sua città, Treviso, in cambio di ingressi omaggio. La segnalazione allo Studio Favalli, un'importante agenzia di comunicazione pubblicitaria, da parte dell'esercente con cui collabora porta Casaro a Roma nel 1953 dove inzia un tirocinio sotto la guida del suo primo maestro: Angelo Cesselon. Dopo pochi anni Casaro decide di mettersi in proprio ed aprire un suo studio. Traendo ispirazione dai grandi maestri della luce pittorica come Caravaggio e Rembrandt, da illustri colleghi come Norman Rockwell, fino agli impressionisti giapponesi e alternando il pennello alla tecnica dell'airbrush, Renato Casaro inizia una lunga e prolifica avventura nel cinematografo. Il suo primo successo internazionale è per il manifesto della Bibbia di John Huston prodotta da De Laurentis. Fanno seguito le commissioni per i western di Sergio Leone interpretati da Clint Eastwood fino al capolavoro C'era una volta in America. Nel corso degli anni si alterneranno moltissime collaborazioni con grandi autori: Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Rainer Werner Fassbinder, Milos Forman, David Lynch, Francesco Rosi, Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone. Dopo il successo e i premi per manifesti diventati iconici: L'ultimo imperatore (1988), Nikita (1990), Il tè nel deserto (1990), Balla coi lupi (1991), Casaro decide di tornare alla pittura pura e al paesaggio come soggetto senza farsi mancare recenti incursioni nel cinema: l'ultima delle quali è la realizzazione dei manifesti vintage e fittizi che compaiono nel film C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino (2019).
Questo percorso bibliografico dedicato al cinema dipinto da Renato Casaro raggruppa per decadi la sua filmografia scegliendo le opere più significative tra gli oltre cinquecento film per i quali l'artista ha realizzato manifesti e locandine.