Carosello

Carosello

Studio Fratelli Pagot 1963

 

Tutti ce l’hanno con me perché sono piccolo e nero... è un’ingiustizia però....
Il Pulcino Calimero

Quando Carosello nasce, il 3 febbraio del 1957, non ha vita facile: ogni scenetta deve essere approvata da una speciale commissione della Sacis, e tutte devono essere in bianco e nero e in 35 millimetri. I limiti pubblicitari impongono che su 2' e 15'' secondi di ogni Carosello, la reclame del prodotto duri al massimo 35''.

La sigla viene ideata da Luciano Emmer mentre il teatrino, probabilmente disegnato su un bozzetto di Gianni Polidori, è costruito sul modello di quelli napoletani; i quadri dei siparietti sono di Nietta Vespignani mentre Flora Festa stira le tendine.

Nel giro di poco tempo, Carosello diventa il programma più seguito della tv di stato e diventa una grande  scuola per imparare il mestiere per molti giovani alle prime armi.

Nel 1963 la vecchia sigla viene cambiata con disegni eseguiti a tempera da Manfredo Manfredi, raffiguranti quattro celebri piazze di città italiane: Venezia, Siena, Napoli e Roma. Gli ascoltatori sono 8 milioni e 200 mila, un successo che lo porta dritto dritto al Museo d’Arte Moderna di New York nel 1971.

Per la prima volta si svelano i bei nomi del cinema che fanno pubblicità: Paolo e Vittorio Taviani, Mauro Bolognini, Giuseppe Patroni Griffi. Intanto Carosello diventa sempre più corto: nel 1974 ogni scenetta dura 1’ e 40’’, mentre il costo per farlo si aggira dai 3 ai 5 milioni.

L’ultimo Carosello va in onda il primo gennaio 1976: una Raffaella Carrà commossa recita l’addio al programma brindando con lo Stock e ringraziando tutti quelli che ci hanno lavorato.

Durante i vent’anni in cui é andato in onda, ha coinvolto tutto il mondo del cinema e dello spettacolo italiano, da Giorgio Albertazzi, Dario Fo ad Alberto Lionello, da Cesco Baseggio a Pippo Franco, da Nino Besozzi a Gianfranco D’Angelo, da Mario Soldati a Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Ma ci sono anche i nomi più celebri della commedia italiana: Aldo Fabrizi, Totò, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi.

Tanti i cartoni animati che ha prodotto: i primi - del 1958 - sono Angelino per il detersivo Supertrim della Agip e l’Omino coi baffi per la caffettiera Bialetti, entrambi creazioni di Paul Campani. L’anno seguente è la volta di il Vigile e il foresto per il brodo Lombardi e Ulisse e l’ombra per il caffé Hag, ideati da Roberto e Gino Gavioli.

La Gamma Film dei fratelli Gino e Roberto Gavioli tenta la carta del mediometraggio con La lunga calza verde del 1961 e il lungometraggio per bambini Putiferio va alla guerra realizzato nel 1967.

Nasce come testimonial pubblicitario anche uno dei personaggi italiani più noti nel mondo, ‘La linea’ di Osvaldo Cavandoli. Ma ci sono anche Unca Dunca di Bozzetto, Olivella e Mariarosa (olio Bertolli, 1962 -75), Capitan Trinchetto e, nel 1970, I Cavalieri della Tavola Rotonda, inventati da Marco Biassoni. Contemporaneamente, nascono in Carosello i pupazzi animati. Comincia Topo Gigio, che esordisce in pubblicità per i biscotti Pavesini nel 1961.

Il 1965 é l’anno di Carmencita e il Caballero, pupazzi creati dallo studio Testa per il caffé Lavazza e che ripropongono l’uso di accenti torinesi e meridionali per la parlata dei personaggi. Poi arrivano gli abitanti del pianeta Papalla, il pulcino Calimero creato dai fratelli Pagot per il detersivo della Mira Lanza e ancora l’ippopotamo PippoJo Condor , il Gigante buono e molti altri...