il manga e le anime
Negli anni Cinquanta, quando ero bambino, gli adulti odiavano i manga considerandoli qualcosa di volgare, oltre che un'inutile distrazione per i figli, che avrebbero invece dovuto pensare allo studio. Nonostante ciò, fui travolto dal fascino delle loro storie fiabesche, e dai disegni che li caratterizzavano.
Jirô Taniguchi
I manga nascono in Giappone intorno al 1600, quando parecchi templi recano illustrazioni di scene a carattere religioso. La parola per descriverli però arriva duecento anni dopo, nel 1815 circa, quando il pittore Hokusai Katsushika (1760-1849) la usa per la prima volta nel titolo per una raccolta di disegni satirici, Hokusai Manga, combinando due parole man = strano, buffo e ga = immagine, disegno. Il significato letterale è immagini divertenti o immagini in movimento. Sarà poi il mangaka Kitazawa Rakuten, agli inizi del Novecento, ad applicarla alle produzioni a fumetti.
Al contrario di quel che spesso si pensa, i manga non sono fumetti per bambini: costituiscono un'autentica forma d'arte e di letteratura parallela, le cui storie sono semmai sconsigliate ai bambini perché adatte ai lettori più adulti.
Oltre a richiedere una lettura al contrario (dall'ultima verso la prima pagina e da destra verso sinistra), i manga hanno nomi diversi a seconda delle categorie di lettori cui sono destinati: shonen manga per ragazzi (L'Uomo tigre, Ken il guerriero ecc.), shoojo mamga per ragazze (Lady Oscar, Sailor Moon ecc.), Gekiga per il lettore adulto (La mia vita in barca, Le lacrime della bestia, ecc.)
Tra i maggiori autori e fra i più noti in Europa: il padre dei manga Osamu Tezuka - creatore di Astroboy, Kimba il leone bianco e La principessa Zaffiro -, Mitsuteru Yokoyama, Shôtarô Ishinomori, Gô Nagai, Riyoko Ikeda, Leiji Matsumoto, Rumiko Takahashi, Akira Toriyama, Katsuhiro Ôtomo, Ei'chirō Oda, Naoki Urasawa, Ai Yazawa, Jirô Taniguchi.
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