Andrea Camilleri, Gli arancini di Montalbano, Milano, Mondadori, 1999
› Gesù, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico. Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta: Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si prìpara un risotto, quello che chiamano alla milanisa (senza zaffirano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. (p. 329)
Andrea Camilleri, Il ladro di merendine, Palermo, Sellerio, 1996
› Perché non resta a mangiare con me? Montalbano si sentì impallidire lo stomaco. La signora Clementina era buona e cara, ma doveva nutrirsi a semolino e a patate bollite. Veramente avrei tanto da... Pina, la cammarera, è un'ottima cuoca, mi creda. Oggi ha preparato pasta alla Norma , sa, quella con le milinzane fritte e la ricotta salata. Gesù! Fece Montalbano assettandosi. E per secondo uno stracotto. Gesù! Ripetè Montalbano. (p. 62)
Agatha Christie, Un delitto avrà luogo, Milano, Mondadori, 1995
› "Il fatto più curioso è che Charlotte si prodigò perché l'ultima giornata di Bunny fosse felice. La festicciola di compleanno… e una torta speciale… proprio per l'occasione…"
"La Morte Deliziosa" disse Phillipa con un brivido. (p. 224)
Agatha Christie, Poirot e i quattro, Milano, Mondadori, 2002
› "Analizzato poi il riso, il dottor Quentin vi riscontrò una quantità d'oppio in polvere sufficiente a uccidere due uomini." Tacqui.
"E la sua conclusione, Hastings?" chiese Poirot, soavemente. (p. 78)
Danila Comastri Montanari, Ricette per un delitto, Lecco, Periplp, 1995
› Contemplò fiducioso la bottiglia: le mandorle amare e i semi di coriandolo contenuti nel liquore avrebbero dissimulato il sapore del veleno; le zie, golosissime di rosolio, non si sarebbero accorte di niente. (p. 80)
Kerry Greenwood, Delizie terrene, Siena, Barbera, 2006
› Goss mi butta tra le braccia un grosso pacco di erbe. Il profumo è paradisiaco, l'essenza stessa del crescere di creature verdi. Identifico timo, prezzemolo, rosmarino, coriandolo, dragoncello e un rametto di foglie d'alloro, con quel profumo intenso e orientale.
"Uhmmm, che bontà!" mi lascio andare. (p. 37)
Kerry Greenwood, Piaceri divini, Siena, Barbera, 2006
› Mi sono riaccoccolata bene contro il cuscino e ho avuto solo il tempo di emettere un profondo sospiro di puro piacere prima di rendermi conto che si erano fatte già le dieci ed era tempo di alzarsi e fare colazione. Visto che Orazio condivideva la mia opinione siamo andati in salotto, abbiamo preso il romanzo attualmente in lettura e ci siamo accomodati con pane italiano tostato, marmellata di agrumi di caffè, più qualche croccantino per lui, per trascorrere una mattina di quiete. (p. 61)
Georges Simenon, Il caso Saint-Fiacre, Milano, Adelphi, 1996
› Alla locanda di Marie Tatin, Jean Métayer e il suo avvocato mangiavano. Erano all'antipasto: sardine, filetti d'aringa e salame. Sul tavolo accanto, i bicchieri sporchi dell'aperitivo.
I due erano allegri. Accolsero Maigret con sguardi pieni d'ironia, scambiandosi strizzatine d'occhio.
La cartella del principe del foro era chiusa.
"I tartufi per il pollo li ha trovati sì o no?" chiese quest'ultimo. (p. 90)
Georges Simenon, Maigret e l'affittacamere, Milano, Adelphi, 2002
› Vide nella vetrina di una salumeria delle lumache cucinate in una salsa di burro e prezzemolo che sembravano davvero appetitose.
A sua moglie le lumache non piacevano e lui le mangiava di rado. Decise quindi di concedersele quella sera, di "approfittarne" insomma, e ritornò sui suoi passi: c'era un ristorante vicino alla Bastille la cui specialità erano proprio le lumache. (p. 13)
Alexander McCall Smith, Il tè è sempre una soluzione, Parma, Guanda, 2005
› "E' tè rosso" rispose la signora Ramotswe, prendendo la teiera. "Io e la mia assistente, la signorina Makutsi, lo beviamo perché ci aiuta a pensare."
La signora Holonga si portò la tazzina appena riempita alle labbra e la svuotò rumorosamente.
"Dovrei comprare il tè rosso invece di quello normale" disse. "Dovrei berlo tutti i giorni, con il miele."
"Sarebbe un'ottima idea" rispose la signora Ramotswe. "Ma tornando alla storia dei mariti, cos'è successo?" (p. 47)
Rex Stout, A tavola con Nero Wolfe, Milano, Mondadori, 2005
› - Non c'è dubbio. Sono d'accordo. Immagino che sia ragionevole che vogliate prevenire le atrocità che sarebbero perpetrate nelle cucine di migliaia di ristoranti in tutto il mondo se rivelaste la vostra ricetta. Ci sono pochissimi grandi cuochi, una manciata di buoni e un'orda pestifera di pessimi. Io ne ho a casa uno buono. Il signor Fritz Brenner. Non è un cuoco ispirato, ma è competente e giudizioso. Inoltre è discreto, e lo sono anch'io. Perciò vi supplico, e questa è la richiesta a cui volevo arrivare, vi supplico di darmi la ricetta delle salsicce mezzanotte. (da Alta cucina p. 20)
Rex Stout, Nero Wolfe e il caso dei mirtilli, Milano, Mondadori, 1998
› Una chiazza visibile, su un masso rotondo, e un rivolo che continuava giù dal masso fino a confondersi nell'erba. Vicino, un cespuglio di mirtilli. Da questo dedussi che Brodell era in piedi, a raccogliere mirtilli, quando era arrivata la pallottola. (p. 26)
Manuel Vázquez Montalbán, La rosa di Alessandria, Milano, Feltrinelli, 1997
› "Se ne sbattono, loro. Capo, le ho preparato un piatto freddo di involtini di vitello al tartufo e dragoncello accompagnati da una salsina alla panna montata."
"Biscuter, hai coronato le vette della nouvelle cuisine."
"Non credo che sia tanto nuova, perché la ricetta l'ho avuta dalla pollivendola della Boquerìa. Mi scusi, capo, ma ho preso quel suo romanzo giallo che girava qui intorno per metterlo sugli involtini, bisogna metterci sopra qualcosa di pesante mentre si raffreddano."
"La prossima volta cucina il libro con tutto il resto." (p. 63)
Luis Fernando Verissimo, Il club degli angeli, Milano, Ponte alle Grazie, 2002
› Era stato lui a trasformare una delle nostre solite cene in una solennità, e a inaugurare il Circolo "con i dieci che siedono a questa tavola, e nessuno al mondo oltre questi dieci", finché la morte o le donne non ci avessero separati. Dopodiché intinse dei pezzetti di pane nel vino in modo che tutti contemporaneamente li masticassero e inghiottissero, dando al gesto il valore di un voto di adesione solenne, cerimonia che commosse molto Abel per la sua allusione all'eucarestia. (p. 15)
Qiu Xiaolong, Visto per Shanghai, Venezia, Marsilio, 2004
› Yu estrasse una confezione di spaghetti istantanei, versò dell'acqua dal termos del treno in una tazza smaltata e ve li immerse. L'acqua non era abbastanza calda e ci vollero molti minuti perché si ammorbidissero. Aveva con sé anche una testa di carpa affumicata, chiusa in un sacchetto, che gli aveva preparato Peiqin. Ma l'umore dell'agente Yu non migliorò affatto. Questo incarico era né più né meno che una burla (p. 39)
Tarquin Hall, Vish Puri e il caso della domestica scomparsa, Milano, Mondadori, 2009
› Puri colse un peperoncino per la cena e scese. Rumpi era occupata in cucina ad affettare cipolle e pomodori per la bhindi. Quando ebbe terminato, unì il trito ai fagiolini che stavano già soffriggendo e mescolò. Quindi cominciò a cuocere i roti su un tava, tenendoli abilmente sulla fiamma perché si gonfiassero con l'aria calda come palloncini e diventassero gustosi e morbidi. (p. 112)
Il gusto del delitto, a cura di Sandro Toni, Milano, Leonardo Publishing, 2008
› Qua dall'est si importano solo le donne, mica i maiali, gli aveva detto qualche tempo prima Michele Gioia, uno degli altri soci finanziatori lì al Nuvola Rossa, il prosciutto di Parma, di Parma dev'essere. E poi ho un paio di fornitori coi controfiocchi, serviamo solo piatti freddi, ma devono essere di primissima qualità. I suini importati li vendiamo... e poi li lasciamo mangiare a qualcun altro, che dici? (p. 226)