Reni Eddo-Lodge
Perché non parlo più di razzismo con le persone bianche
Nel febbraio del 2014 una giovane blogger britannica pubblicava un post intitolato "Perché non parlo più di razzismo con le persone bianche". In quella manciata di righe dichiarava al mondo di non essere più emotivamente in grado di gestire il muro di incredulità e negazione che si trovava davanti ogni volta che affrontava l'argomento e di non voler più tentare di superare un divario comunicativo che sembrava incolmabile. Il post, divenuto virale nel giro di poche ore, ebbe un risvolto inatteso: una valanga di messaggi da parte di lettori bianchi che la imploravano di non smettere, per non privare il mondo di uno sguardo così lucido, vitale e prezioso. Questo libro è il risultato di anni di ricerche, confronti e interviste e di quella conversazione mai interrotta. Partendo dall'eredità dello schiavismo e del colonialismo, Reni Eddo-Lodge mostra con semplicità come il razzismo non sia un pregiudizio individuale o una prerogativa di frange di estremisti, ma un sistema politico radicato in profondità a ogni livello delle nostre istituzioni e della nostra organizzazione sociale - un «razzismo strutturale», determinato a mantenersi ben saldo al potere grazie a un esercito di insospettabili servitori: tutti noi. Attraverso concetti chiave come privilegio bianco, colour-blindness e soprattutto bianchezza - intesa non come colore della pelle, ma come un'ideologia politica che si posiziona come la norma di valori e saperi, emarginando chiunque non la rispecchi - il testo esplora le manifestazioni più subdole e invisibili di una discriminazione sistemica, capace di infettare ogni piega della nostra società: l'istruzione, il lavoro, la sanità, le politiche abitative, il giornalismo, il cinema e la letteratura, gli ambienti progressisti e femministi. Con pagine documentatissime e una prosa fulminante, Reni Eddo-Lodge ci consegna un libro-manifesto destinato a lasciare un segno, uno strumento irrinunciabile per cambiare il nostro sguardo e prendere atto della nostra responsabilità di cittadini del presente. E ci affida, al tempo stesso, una chiave per costruire il mondo di domani: un mondo più giusto, libero e consapevole, in cui libri come questo «non dovranno più essere scritti».