Le piante officinali

Le piante di quest’area verde richiamano l’utilizzo storico delle piante officinali di Ulisse Aldrovandi, enfatizzando i benefici che i loro principi attivi possono apportare. Gli Orti Botanici hanno un’origine lontana: il loro progenitore è l’Orto dei Semplici, o Hortus simplicium, luogo destinato nel Medioevo alla coltivazione ed allo studio delle piante medicinali. “Semplici” venivano chiamati, nella terminologia medievale, i principi curativi che venivano ottenuti direttamente dalla natura, mentre “Compositi” erano i farmaci ottenuti miscelando e trattando sostanze diverse.

I farmaci venivano sottoposti a vari trattamenti (essiccazione, macerazione, ecc.) nel laboratorio chiamato, con termine latino, officina. Perciò le piante medicinali vengono chiamate ancora oggi officinali. Attualmente le piante medicinali sono utilizzate come materia prima per l’estrazione di alcaloidi (codeina, morfina, stricnina, ecc.), di glicosidi (digitossina, strofantina, ecc.) e di altre sostanze di interesse farmaceutico, come antibiotici e lassativi. Le piante medicinali vengono ordinate di solito secondo il sistema della classificazione botanica, che si basa soprattutto sulle caratteristiche dei fiori e dei frutti: su questa base le piante sono raggruppate in Generi, in Famiglie, in Ordini. Un altro sistema classificatorio è quello alfabetico dei nomi, e viene utilizzato nella Farmacopea Ufficiale Italiana (F.U.I.).

La classificazione chimica invece tiene conto della natura del principio attivo di maggiore interesse, anche se spesso la composizione chimica è così complessa che non è possibile caratterizzare univocamente per una sola o poche categorie di sostanze.

Specie inserite a cura dell'Orto Botanico ed Erbario dell’Università di Bologna:

 

Le fioriere sono state realizzate con il sostegno del bar Altroverso.