Le foto del babbo | Bologna raccontata da Nino Comaschi

@ Galleria Modernissimo (ex Sottopasso di Piazza Re Enzo)
dal 12 dic 2024 al 2 mar 2025
copertina di Le foto del babbo | Bologna raccontata da Nino Comaschi

a cura di Giorgio Comaschi e Giuseppe Savini

Uno spettacolo al Cinema Modernissimo, una mostra alla Galleria Modernissimo, un libro Edizioni Cineteca di Bologna. Protagonista un uomo (e le sue foto): Nino ComaschiLe foto del babbo è il progetto che la Cineteca di Bologna, per festeggiare il nuovo anno (con il contributo di Emil Banca), dedica al grande fotoreporter bolognese Nino Comaschi (1907-1980), curato dal figlio Giorgio Comaschi e dallo storico Giuseppe Savini.

Dal 12 dicembre 2024 la mostra Le foto del babboBologna raccontata da Nino Comaschi va ad affiancare Tutti De Sica e Bar Luna. Un archivio sterminato, quello di Nino Comaschi, che la Cineteca di Bologna ora conserva e, dopo averlo studiato e digitalizzato, valorizza con un’operazione atipica, ovvero la creazione di uno spettacolo che faccia conoscere un fondo importante per la storia della città.

Biglietteria & Orari

Durata della mostra: 1 ora
Ultimo ingresso: ore 19.15

Dal lunedì al venerdì 14.00 – 20.00
Sabato, domenica e festivi 10.00 – 20.00
Martedì chiuso


24, 25, 31 dicembre la mostra resterà chiusa
26 dicembre 14.00 – 20.00
1° gennaio 14.00 – 20.00
6 gennaio 10.00 – 20.00

13€ Intero
10€ Ridotto Amici Cineteca
7€ Studenti UniBo; Ragazzi 7-17 anni

Il biglietto cumulativo per la Galleria Modernissimo è valido per un ingresso alla mostra Le foto del babbo (dal 12 dicembre 2024) e un ingresso alla mostra Tutti De Sica (dal 1° ottobre al 12 gennaio).
Il biglietto è acquistabile sia online sia in loco, al Bookshop della Cineteca (sotto il Voltone di Palazzo Re Enzo).


Non mi sarei mai immaginato di raccontare Nino, mio babbo, in questo modo. Calandomi nei suoi panni, parlando con la sua voce. Dopo tanti anni, dal 1980 per l’esattezza, da quando, come dice qualcuno a Bologna con un’espressione bellissima, ‘è andato a star via’. Cioè ha cambiato casa.
Dovevo incontrare Ioffa Savini che un giorno mi ha detto: ‘Nel 2000 avevi ceduto l’archivio delle foto di tuo padre alla Cineteca di Bologna, adesso che è stato sistemato e digitalizzato, è il momento che lo tiriamo fuori e facciamo uno spettacolo’. Mi sono fidato di Ioffa, un allampanato signore coi baffi, dall’aplomb un po’ inglese e un po’ gaibolese, e dotato di grande gusto nel capire il mondo della fotografia. Ha scritto un testo secondo me bellissimo (al quale io ho aggiunto e adattato sprazzi della mia conoscenza della materia-Nino) andando a pescare l’essenza di mio babbo dalle sue foto e dando una libera, a volte fantasiosa, interpretazione agli eventi, con un’aderenza alla realtà stupefacente.
L’idea poi di parlare di Nino in prima persona, che ho considerato geniale, mi ha fatto provare un’emozione alla quale non so se resisterò quando sarò sul palco, con la sua Rollei 6×6 a tracolla, a rappresentare lo spettacolo. Troppo forte, troppo profonda. Così è nato questo libro, con una mirata selezione di foto che vanno dal 1935 al 1960, periodo in cui mio babbo ha fatto il mestiere di ‘fotocronista’ per il Carlino (e anche per se stesso). Ho conosciuto Nino di più facendo questo lavoro di quanto l’ho conosciuto nel periodo in cui l’ho vissuto da vicino. Quando più che un babbo era un amico grande, nel senso dei quarantasette anni di differenza. Dalle mie paure del buio, da piccolo, nella sua camera oscura, quando sviluppava le foto, con solo la lucina della brace della sigaretta, al rito dell’andare allo stadio insieme alla domenica, dietro alla porta con lui e con la Leica a tracolla. Dal ‘giro’ dai carabinieri in cui lui mi portava quando era a caccia di notizie ai racconti, il giorno dopo, di notti in cui era stato svegliato per andare a fotografare un delitto, mentre in casa io e mia mamma dormivamo tranquilli. Quante ne ha viste Nino! Me ne accorgo adesso, guardando le sue foto, grazie al lavoro di Ioffa. Ho conosciuto una Bologna in bianconero, un po’ di traverso, fotografata col gusto del dietro le quinte, una Bologna che non avevo mai visto. Capiterà anche a voi sfogliando questo libro.
Ma guarda che roba. Scusate, non mi capacito. Proprio adesso che ho i capelli bianchi e Nino ha centodiciassette anni. Quasi quasi corro in stazione a consegnare il ‘fuorisacco’ per ‘Il Calcio Illustrato’ al capotreno per Milano, come faceva lui. Anche se lui non c’è. E non c’è più neanche ‘Il Calcio Illustrato’. Ma chi se ne frega. È bello lo stesso.

Giorgio Comaschi, nell’introduzione al catalogo che accompagna la mostra Le foto del babbo