Speciale Cannes. Il cinema non racconta Napoli
Sugli autori che hanno raccontato la città negli ultimi anni
"Napoli è un pezzo di deserto azzurro"
"Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un'orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione"
Anna Maria Ortese
In occasione del 75° Festival di Cannes la biblioteca propone un percorso di visione e lettura dedicato alla città di Napoli, protagonista sulla Croisette con l'unico film italiano in concorso: Nostalgia di Mario Martone (tratto dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea). Perchè Napoli? Perché negli ultimi tempi la città si è dimostrata grande fonte d'ispirazione per la settima arte, basti pensare al film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, squarcio autobiografico sulla città nella seconda metà degli anni Ottanta.
I successi recenti hanno una storia che parte dagli inizi degli anni Novanta quando nuovi autori debuttano sul grande schermo, influenzati dai fermenti della scena artistico-teatrale e da una cruda realtà che viene ironicamente trasposta: Mario Martone, Antonio Capuano, Pappi Corsicato, Antonietta De Lillo, Stefano Incerti. Questi registi rifiutano l'etichetta di "scuola napoletana" che la critica usa per definirli, ma si giovano dell'interesse intorno alle proprie opere portando in concorso a Venezia nel 1997 il film colletivo I vesuviani. Il film-manifesto non entusiasma ma segna l'inizio di nuove produzioni e percorsi personali per ognuno degli autori che vi partecipa rivelando nuovi volti attoriali (tra gli altri Toni Servillo), contribuendo al rinnovamento di tutto il cinema italiano.
Occorre aspettare altri dieci anni perché Napoli torni clamorosamente protagonista sul grande schermo: nel 2008 esce Gomorra di Matteo Garrone, trasposizione del romanzo d'inchiesta di Roberto Saviano. Dal film viene tratta la fortunata serie che ridefinisce l'immaginario del gangster movie italiano ma confina la città nella stretto e riduttivo binomio "Scampia-camorra".
Un altro balzo in avanti di dieci anni: l'esplosione della "Ferrante fever" con la quadrilogia de L'amica geniale e l'omonima serie creata da Saverio Costanzo nel 2018 offrono un racconto diverso della città, superando gli stereotipi negativi legati alla criminalità organizzata. Napoli viene riscoperta nei suoi luoghi più belli raccontati dalla Ferrante: dai bassi del rione Luzzatti fino ai quartieri eleganti di Posillipo.
L'energia ispiratrice della città non si placa e vengono omaggiati i grandi del teatro napoletano: Edoardo De Angelis adatta per la televisione tre commedie di Eduardo De Filippo (Natale in casa Cupiello, Sabato, domenica e lunedì, Non ti pago), mentre Martone rilegge in chiave contemporanea Il sindaco del Rione Sanità. A seguire due film biografici usciti nel 2021: I fratelli De Filippo di Sergio Rubini e Qui rido io di Martone dedicato a Eduardo Scarpetta.
Nella bibliografia trovano spazio non solo i film che hanno raccontato Napoli negli ultimi anni, ma anche una breve selezione della letteratura partenopea fonte d'ispirazione per molti cineasti.