Un fumettaro doc
Passare un'ora in compagnia di Giovanni Romanini è un po' come leggere diversi capitoli della storia del fumetto di Bologna. Lui è davanti a noi, seduto al tavolo dello studio nella sua casa in zona Arno/San Ruffillo. Sulla scrivania, una serie di tavole in bianco e nero appena terminate di Martin Mystère; e poi le matite, i pennarelli e tutti gli strumenti del mestiere. Gli scaffali sono pieni zeppi di volumi e volumetti che lui, tra un racconto e l'altro, tira fuori per mostrarci da vicino alcuni particolari: ecco Lo sconosciuto di Magnus (Einaudi, 1998), alcune edizioni di Will Eisner e anche un libro sulle carismatiche protagoniste del fumetto erotico italiano, un ambito che Romanini ha attraversato assieme a tanti altri - l'illustrazione per Carosello con la serie Salomone pirata pacioccone, disegnare Paperino e Zio Paperone per la Walt Disney e poi il lavoro per Bonelli editore. E quando apre le pagine di questi libri è un po' come se ci volesse regalare parte della sua passione, così bella e sincera, per i fumetti.
Una passione nata fin da piccolo, in maniera assolutamente inaspettata: nessuno dei suoi fratelli, ci racconta, era appassionato di questa forma d'espressione, mentre lui era uno di quelli che, come tanti altri ai suoi tempi, non vedeva l'ora che fosse giovedì per andare di corsa all'edicola a comprare l'ultimo numero del fumetto preferito. Stavano tutti lì, ricorda, attaccati ai ciappetti dei pannelli espositivi: una moneta per il giornalaio e via di corsa a leggerlo tutto d'un fiato per poi copiare a mano le tavole preferite. E in quei momenti, racconta Romanini, niente e nessuno poteva disturbare. In quei momenti, c'erano loro, i personaggi, le storie e, soprattutto, le emozioni. Tante, tutte da assaporare. E non è senza una nota di malinconia, che racconta che adesso è tutto diverso, troppe cose sono cambiate rispetto a quella Bologna degli anni Sessanta/Settanta, dove erano tanti che disegnavano, altrettanti che pubblicavano ma, soprattutto, tantissimi che leggevano i fumetti. C'era un'intellighenzia di fumettisti di prim'ordine che si trovava all'Osteria del Moretto a discutere di tutto: tra i tanti, Magnus, Vittorio Giardino, Bonvi, spesso in compagnia di Francesco Guccini.
E poi, in altri anni, come non ricordare Andrea Pazienza che non finiva mai completamente una tavola ma disegnava volentieri se questo serviva ad ingraziarsi una cameriera d'osteria. Mentre adesso...
Adesso, racconta Romanini non esiste più quel fervore di una volta: adesso c'è la televisione, il cinema con i suoi effetti speciali dirompenti che lasciano senza fiato, e poi i videogiochi, gli smartphone e via così. Leggere i fumetti è una cosa lenta, che ha bisogno di un tempo differente, quel tempo che, dice lui, i giovani di oggi non hanno più, o anzi, meglio, non se lo danno più. Non c'è più il tempo per assaporare le cose, ripete e a noi non resta che prender nota e sottolineare con una riga doppia questa frase.
Sulle pareti del suo studio sono appesi diversi quadri a colori e dipinti. Il sogno di Romanini è, prima o poi, poter dipingere indiani e paesaggi del Far West. Lui che ha disegnato Tex, Kriminal Satanic, Alan Ford, La Compagnia della Forca con Magnus, e molti dei fumetti erotici degli anni Settanta - e che ancora disegna tanto - è da sempre affascinato da quei paesaggi e dal cinema western, quello di Sergio Leone e Michael Cimino in particolare. E desidera riportarli sulla tela, quei paesaggi, disegnandoli e colorandoli come solo lui sa fare. Lui che ha avuto la fortuna di lavorare fianco a fianco con Magnus "un genio inarrivabile perché sapeva sempre reinventarsi. Uno di quelli capace di disegnare tante cose, tanti personaggi e tante storie, tutte in maniera differente, con un'attenzione ai particolari e ai dettagli sorprendente".
Disegnare fumetti, spiega Romanini, non è per niente una cosa semplice: ci vuole tanta fantasia ma anche disciplina, ritmo e duro lavoro: i personaggi sono da inventare e da seguire nell'evolversi della storia, le scene e le ambientazioni sono tutte da descrivere al meglio, senza tralasciare nessun dettaglio, anche se poi nella stampa questi particolari si perdono per colpa della riduzione delle dimensioni. Quando Romanini lo racconta c'è un po' di rammarico nelle sue parole. Purtroppo le tavole disegnate a fumetto sono spesso destinate a essere riprodotte in dimensioni ridotte per via dei formati in uso e dei costi di stampa. Questo, per chi disegna, è un po' frustante, anche perchè per fare una tavola ci vuole una giornata, è un lavoro che, più che arte, dice lui è artigianato, addirittura monachesimo. Romanini ricorda che da ragazzino, quando disegnava, disegnava in piccolo, facendo delle strisce di dimensioni ridotte credendo che quella fosse la dimensione reale anche del disegno originale. E fin da allora aveva imparato a disegnare tutto in quella maniera speciale. Tanto speciale che un giorno lo chiamò anche Cicciolina per chiedergli di disegnare, insieme a Lucio Filippucci, una storia a fumetti con lei come protagonista che ebbe un grandissimo successo. Come i tanti altri fumetti che ha disegnato, quasi tutti disponibili in biblioteca.
Per Salaborsa, Giovanni Romanini ha creato l'immagine per Bologna dei fumetti, l'archivio online degli autori e disegnatori di fumetti nati e attivi a Bologna.
E voi, siete lettori di fumetti? Quali sono i titoli, le storie, i personaggi che preferite o avete amato di più?