copertina di 1920 - L'eccidio di Palazzo d'Accursio ...

1920 - L'eccidio di Palazzo d'Accursio ...

Il 21 novembre in Piazza Maggiore i socialisti festeggiano la vittoria elettorale e l'elezione a sindaco del sindacalista Ennio Gnudi, rappresentante dell'ala massimalista del PSI. Nei giorni precedenti i fascisti, guidati da Leandro Arpinati e Arconovaldo Bonaccorsi, hanno promesso lo scontro con manifesti provocatori: vogliono impedire ai rappresentanti della sinistra di "issare il loro cencio rosso sul palazzo comunale". Hanno annunciato una "grande prova in nome dell'Italia". Provenienti da via Rizzoli e dall'Archiginnasio, circa 300 fascisti armati sono bloccati dalla Guardia Regia in Piazza Nettuno. Dalla parte del caffè Grande Italia, all'angolo tra piazza Nettuno e via Rizzoli, vengono sparati colpi d'arma da fuoco. La folla terrorizzata cerca di fuggire nel cortile di Palazzo d'Accursio, ma le "guardie rosse" che presidiano il palazzo chiudono il portone e gettano dall'alto alcune bombe a mano. E' una strage: si contano 10 morti e 58 feriti, tutti socialisti. Dopo una decina di minuti di spari e scoppi, nella piazza vuota, ricoperta di ombrelli, bastoni e cappelli, rimangono solo i cadaveri, che i pompieri ricoprono di teli. Intanto all'interno del palazzo comunale, nell'aula consiliare, uno sconosciuto spara contro i consiglieri di minoranza, ferendo a morte l'avvocato Giulio Giordani, mutilato di guerra. Questi sarà considerato il primo grande martire della rivoluzione fascista.