Quest’anno il Vecchione d’Artista si chiama Mercurio, la fenice ed è ideato da Fumettibrutti, nome d’arte di Yole Signorelli.
Per dire addio al 2024, l’artista immagina un vecchione con fattezze femminili, com’è d’uso negli anni bisestili, che rappresenta una figura mitologica a difesa delle diversità. Creatura leggendaria ed unica, Mercurio, la fenice rinasce dalle proprie ceneri e proprio per questo motivo, simboleggia la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro ciascuna e ciascuno di noi. Di colore rosa con lunghi capelli argentati, Mercurio, la fenice viene da un luogo misterioso e molto lontano. Vive su un baule azzurro ancora chiuso il cui contenuto, celato, ci indica che la strada per una società più consapevole è ancora in divenire. Mercurio, la fenice ci consegna una nuova chiave per indagare al suo interno: la indossa appesa al collo, è un simbolo transfemminista.
La fenice brucia solo per risorgere e così facendo, apre il baule trasformando la società in uno spazio multicolore dove ogni persona può esprimere la propria unicità, nessuno escluso.
La notte di Capodanno sarà piena di luce e di stelle, in particolare quelle che gremiranno piazza Maggiore: si chiamano infatti stelle i molti follower che Fumettibrutti si è conquistata dal 2018 ad oggi.
Ho cominciato a chiamare la mia community stelle perché la parola stessa non ha un genere. Le stelle illuminano la notte ai naviganti grazie alla loro luce, mostrando la via a tutte e tutti” e continua “Quando dico ‘stelle, dobbiamo brillare di più’, lo dico anche in riferimento al fatto che, facendo luce insieme, siamo in grado di squarciare il buio.
La costruzione del Vecchione d’artista Mercurio, la fenice è affidata alla ditta scenotecnica Officine Contesto di Nonantola.
FUMETTIBRUTTI
Nata a Catania nel 1991, Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, è un grande fenomeno del fumetto italiano. Romanzo esplicito (Feltrinelli Comics, 2018) è stato il suo esordio editoriale, acclamato dalla critica, non solo fumettistica, con il quale ha vinto il Premio Micheluzzi come migliore opera prima.
Sono seguite le graphic novel P. La mia adolescenza trans (Feltrinelli Comics, 2019), che le è valsa il Premio Gran Guinigi di Lucca come migliore esordiente, e nel 2020 Anestesia.
Ancora per Feltrinelli Comics ha firmato un racconto nell’antologia Post Pink (2019), insieme a Joe1 la graphic novel CenerentolA (2021), Ogni giovedì una striscia (2022) ed è stata curatrice del volume antologico Sporchi e subito (2020).
Insieme a Francesco Piccolo ha pubblicato La separazione del maschio per Feltrinelli nel 2023.
Nel 2024 esce per Feltrinelli Tutte le mie cose belle sono rifatte.