Edith Stein

immagine tratta da: Edith Stein, Il problema dell'empatia, Roma, Studium, 1998, p. 32
"Per le settimane di vacanza ci eravamo provviste abbondantemente di libri, ed ognuna si immergeva nel suo mentre stavamo all'aperto. Ricordo che Rose aveva portato con sé Zarathustra di Nietzsche. Talvolta si interrompeva e mi chiamava in aiuto: 'Kücken (pulcino), tu sei tanto intelligente. Puoi dirmi che cosa significa questo?'. Mi chiamava così perché ero la più piccola del quartetto… Stavo per finire il primo semestre e come lettura per le vacanze mi ero portata l'Etica di Spinoza. Non mi separavo mai da quel libriccino. Quando andavamo fuori, nel bosco, lo portavo nella tasca della mia mantella impermeabile; e mentre gli altri si accampavano sotto gli alberi, io cercavo una postazione di caccia al cervo nelle vicinanze dove arrampicarmi fino in cima; là mi sedevo e mi immergevo ora nelle deduzioni sulla sostanza unica, ora nella contemplazione del cielo, dei monti e dei boschi"
da: Edith Stein, Storia di una famiglia ebrea: lineamenti autobiografici: l'infanzia e gli anni giovanili, Roma, Città nuova, 1992, p. 120

Nata da famiglia ebrea tedesca, dedica la giovinezza allo studio della filosofia e si distingue come allieva del filosofo Edmund Husserl e per la sua difesa dei diritti delle donne. Convertitasi al cattolicesimo, è comunque costretta ad abbandonare il suo posto di insegnante a causa della legislazione antisemita nazista. Nel 1934 entra in convento nell'ordine delle Carmelitane e prende il nome Teresa Benedetta della Croce, ispirato a santa Teresa d'Avila. Catturata dai nazisti nel monastero in Olanda nel quale si era rifugiata, muore ad Auschwitz. Nel 1998 viene proclamata santa dalla chiesa cattolica.