Trittico di Giacomo Puccini
@ Comunale NouveauIl Tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi - repliche 5, 9, 11, 12 luglio
Rimanda metaforicamente alla Divina Commedia di Dante Alighieri la nuova produzione in prima assoluta del Trittico di Giacomo Puccini nella visione del regista Pier Francesco Maestrini e nell’interpretazione del direttore d’orchestra Roberto Abbado, terzo omaggio in stagione del Teatro Comunale di Bologna al compositore toscano nel centenario della scomparsa, dopo Manon Lescaut e Tosca. Le tre opere in un atto che compongono il celebre capolavoro - Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi - originariamente pianificate dalla fondazione lirico-sinfonica felsinea in esecuzioni separate, saranno invece riunite in quattro serate che le vedranno congiuntamente in scena dal 5 al 12 luglio al Comunale Nouveau. Lo spettacolo è coprodotto con il Teatro Verdi di Trieste.
Stagione Opera 2024
TRITTICO
Musica di Giacomo Puccini
Il tabarro
Opera in un atto
Libretto di Giuseppe Adami (da Didier Gold: La Houppelande)
Suor Angelica
Opera in un atto
Libretto di Giovacchino Forzano
Gianni Schicchi
Opera in un atto
Libretto di Giovacchino Forzano
Direttore Roberto Abbado
Regia Pier Francesco Maestrini
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Scene Nicolás Boni
Costumi Stefania Scaraggi
Luci Daniele Naldi
Assistente alla regia Michele Cosentino
Maestro del Coro di Voci Bianche Alhambra Superchi
Nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna
in coproduzione con il Teatro Verdi di Trieste
IL TABARRO
Trittico, prima stazione. La tragedia e l’inferno. Non c’è speranza per l’umanità alla deriva sulle chiatte della Senna, brulicante di desideri e rimpianti. La matura Frugola sogna una casetta, un orto, il gatto; Giorgetta ripensa al (sob)borgo natìo e a venticinque anni ha già il cuore ferito dalla morte del figlioletto. Non è solo una Madame Bovary fra matrimonio sfiorito e nuove passioni; il fallimento del rapporto con Michele è anche in quel dolore che non si vuole nemmeno nominare. La Senna, come la vita, scorre inesorabile, cupa, trascina con sé i destini di chi ne abita le rive. Un pessimismo di stampo naturalista più che verista permea la prima opera del Trittico pucciniano e la musica assume un colore livido che l’avvicina all’espressionismo. Michele, deluso, si fa assassino dell’amante della moglie, compie la catastrofe di un mondo di sconfitti e la tensione culmina con la trasformazione dell’antico gesto d’affetto, l’abbraccio avvolti dal tabarro, nella scoperta del cadavere.
Personaggi e interpreti
SUOR ANGELICA
Trittico, seconda stazione. L’elegia, il purgatorio. Il tempo del chiostro è sospeso, è una serenità placida che brulica di simboli, rinunce, espiazioni. Suor Genovieffa, già pastorella, ha nostalgia degli agnellini; Suor Angelica serba in cuore la nostalgia del figlio che le è stato strappato dalla famiglia prima di essere costretta a prendere i voti. I parenti non potevano perdonarle un amore proibito e la Zia Principessa le fa visita solo per ottenere la rinuncia all’eredità. La crudeltà gelida del mondo infrange la pace artificiale dell’attesa: Angelica si intenerisce pensando alla sorellina, cerca notizie del figlio; la zia pensa solo a denaro e posizione, comunica secca che il bimbo è morto. La dolcezza irreale e immobile è infranta, la protagonista da vittima si fa padrona del suo destino forte della sapienza acquisita nell’erboristeria. Si avvelena, delira, si vede infine, morendo, accolta dalla Madonna e dal figlioletto. Infine, un’amara ambiguità: miracolo o allucinazione?
Personaggi e interpreti
GIANNI SCHICCHI
Trittico, terza stazione. La commedia, il paradiso. A dir la verità “questa bizzarria” getterà all’inferno il protagonista, ma, rispetto alla sentenza pronunciata nella Divina Commedia, l’opera di Puccini concede un’ottima attenuante all’astuto Schicchi: il parentado di Buoso Donati è un nido di avide vipere, si salva solo Rinuccio con il suo amore per Lauretta. Scornare i primi per garantire un futuro prospero ai secondi è un’ottima azione, anche se la truffa del falso testamento non solo può essere punita con esilio e taglio della mano a Firenze, ma quand’anche si sfugga alla giustizia umana non può scampare a quella ultraterrena. Puzza quindi di zolfo, la conclusione dell’Umana Commedia pucciniana, ma presenta anche, finalmente, una speranza, con una coppia giovane e felice che si oppone luminosa alla grettezza (“Avete torto!… Firenze è come un albero fiorito”) o al rigore (“O mio babbino caro”) dei parenti e infine intona sognante “Firenze da lontano | ci parve il Paradiso”.
Personaggi e interpreti
Venerdì 5 luglio 2024, ore 20.00 | Turno Prime
Martedì 9 luglio 2024, ore 20.00 | Turno Sera
Giovedì 11 luglio 2024, ore 20.00 | Turno Pomeriggio 2
Venerdì 12 luglio 2024, ore 20.00 | Turno Pomeriggio 1
Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.