Il Nuovo l’Antico l’Altrove
@ various locationsBologna Festival 2024
Il ciclo di concerti d’autunno (24 settembre – 6 novembre) dedicato alla musica antica e contemporanea si arricchisce quest’anno di una escursione nella musica d’oriente, in due tappe: “Non fu mai uomo che cercasse tanto” concerto-spettacolo di musica, immagini e parole sulle tracce di Marco Polo nella ricorrenza dei 700 anni della sua morte; “Suoni dal mondo arabo” un concerto dedicato ai suoni e alle atmosfere della tradizione musicale araba con la musicista giordana Rula Jaradat, virtuosa di qanun, accompagnata da Nadin Qubain al req.
Aprono la rassegna il 24 settembre, nella Chiesa di Santa Cristina della Fondazza, i King’s Singers con un sofisticato programma, “Angeli e demoni”, che intreccia cinque secoli di musica vocale, da Palestrina ad Arvo Pärt, con i simboli iconici della cristianità. Stefano Montanari, violinista barocco di ineguagliabile estro, si presenta con un programma dedicato alla prassi della sonata a due di origine barocca, dalla matrice storica dell’Op.5 di Corelli allo stile concertante di Vivaldi. Una flautista sensazionale, la giovanissima Lucie Horsch, per il suo programma “Metamorphosis” utilizza dieci diverse varianti del flauto dritto, o flauto dolce, spaziando dalla musica popolare olandese a Kurtág, da Bach a Berio, da Telemann a Stravinskij. La sezione contemporanea è affidata a due specialisti della musica d’oggi, il Quartetto Prometeo e la pianista Maria Grazia Bellocchio. Nel concerto del Quartetto Prometeo, “Archi solforici”, realizzato in collaborazione con Ferrara Musica, si ascolterà in prima esecuzione italiana il Secondo Quartetto per archi “Surfarara” di Francesco Antonioni, accostato al Quartetto n.4 di Bartók. Nel programma “Forme nel tempo”, Maria Grazia Bellocchio si muove nel repertorio della musica per tastiera creando echi, rispecchiamenti e risonanze tra Rameau, Ligeti, Scarlatti e i contemporanei Alessandro Solbiati e Fabio Nieder. Nel nuovo spettacolo prodotto e ideato da Bologna Festival, “Non fu mai uomo che cercasse tanto”, Marco Polo e il suo Milione rivivono nelle pagine in lingua franco-veneta selezionate e lette da Sandro Cappelletto (drammaturgia e voce narrante) in alternanza alle improvvisazioni musicali di due maestri della musica persiana, Kayahn Kalhor (kamancheh) e Kiya Tabassian (setar), ripercorrendo le rotte dei suoi leggendari viaggi di conoscenza nel lontano Oriente, di passaggio anche in terra persiana.