Don DeLillo, Underworld, Torino, Einaudi, 1999
Superò il caseggiato, girò l\'angolo dietro la drogheria di Donato e scese per trenta metri lungo la strada stretta fino a un\'apertura che portava giù per una rampa di scale di cemento dentro l\'intrico di vicoli tra i cinque e i sei edifici ammassati in quella zona. Giù nei cortili, si chimava quella zona. Edifici addossati gli uni agli altri, fili del bucato, luci sbilenche, ciuffi d\'erbacce, qualche sedicente giardino e spogli alberi di alianto, e le scale antincendio che proiettavano ghirigori di luce e ombra sui muri e sulle superfici asfaltate. (p. 769)