Integrazione ieri, inclusione oggi
@ onlineDialogo tra concetti complessi e pratiche sostenibili
A causa della prevista allerta meteo e tenuto conto delle indicazioni della Protezione Civile sull'evitare il più possibile gli spostamenti, l’evento potrà essere seguito esclusivamente online.
Anni di elaborazioni pedagogiche trasformate in pratiche autentiche nei servizi, hanno generato concetti che hanno profondamente trasformato le professioni educative.
Una evoluzione che dà l’idea di “inserimento dei bambini handicappati” nei servizi educativi e scolastici si è gradualmente trasformata in integrazione dei bambini disabili fino a giungere all’attuale modello di inclusione di tutti i bambini e le bambine con le loro differenze e originalità.
Si tratta di un percorso molto ricco, ma tutt’altro che lineare che merita una riflessione, un dialogo tra il vecchio e il nuovo sapere pedagogico, tra chi questi concetti li applica nel quotidiano.
Programma
- ore 9.30: saluti istituzionali
- ore 9.45-10.10: Educazione, Scuola, Inclusione in tempo di complessità Marianella Sclavi, etnografa e studiosa di Arte di Ascoltare e Gestione Creativa dei Conflitti
- ore 10.10–11.00: L'integrazione ieri. Creare una danza: dalle classi speciali al privilegio di educare in contesti eterogenei
Gabriella Giornelli, Gianna Beltrame, Ilia Meneghin, Resy Molon, insegnanti-ricercatrici e formatrici
Coordina Elena Malaguti, ordinario di Pedagogia Speciale - Università di Bologna - ore 11.00: pausa
- ore 11.15–12.10: L'inclusione oggi. I bambini che (non) si perdono nel bosco: dai servizi di territorio ai servizi per il territorio
Valentina Laghi, coordinatrice pedagogica Comune di Ravenna
Michelangelo Saldigloria, coordinatore pedagogico Comune di Bologna
Marianna Barbani, insegnante Scuole dell’Infanzia Rocca - Bologna
Sara Di Fabrizio, coordinatrice pedagogica Comune di Bologna
Ilaria Taddei, educatrice nido d’infanzia Ada Negri - Bologna
Coordina Micol Tuzi, pedagogista responsabile U.T. San Donato-San Vitale - Comune di Bologna - ore 12.10: Conclude Vittorio Severi, pedagogista, già dirigente pubblico