Gli autori bolognesi tra il fumetto e il west
Dal 12 al 23 dicembre approda in Piazza coperta di Salaborsa il mondo del west in salsa cittadina. A rappresentarlo egregiamente, tre illustratori che hanno fatto la storia del fumetto: Giovanni Romanini, Lucio Filippucci e Sergio Tisselli.
La mostra, organizzata dall'Associazione nazionale amici del fumetto e dell'illustrazione e visitabile negli orari di apertura di Salaborsa, raccoglie tante illustrazioni originali dove a farla da protagonista è uno sguardo allargato alle nostre colline e alle nostre pianure, che evoca scene e trame tipiche delle pianure del west americano.
La conferenza di presentazione della mostra si tiene in auditorium Enzo Biagi il 12 dicembre alle 17.30: qui i dettagli.
I tre autori al centro dell'esposizione hanno partecipato alle scorse edizioni degli incontri con appassionati di fumetto alla scoperta del dietro le quinte delle storie disegnate: qui gli appuntamenti in corso al momento.
Per i fan, Biblioteca Salaborsa ha pensato a un archivio online dove è possibile trovare e cercare tutte le storie ambientate a Bologna, con indici di autori e personaggi e mappe tematiche: Bologna dei fumetti.
Il western disegnato nelle opere di Lucio Filippucci, Giovanni Romanini e Sergio Tisselli
Il mito del west comprende una lunga tradizione in particolare in ambito fumettistico, dove riesce ad attraversare indenne le generazioni dei lettori più accaniti. Il personaggio nella narrativa disegnata italiana più emblematico è certamente Tex Willer, che sin da quando fu creato dalla penna di GianLuigi Bonelli e dalla matita di Galep (Aurelio Galeppini) nell'ormai lontano 1948, non mostra segni di cedimento neanche da parte dei lettori più giovani.
Il genere western è stato interpretato in tante declinazioni: narrativa, cinema, letteratura hanno creato innumerevoli personaggi, depositando il mito della frontiera nell'immaginario collettivo e offrendo un archetipo che continua ad affascinare e che ripropone negli anni tutti gli elementi del western classico e di quello moderno. L'ambientazione è - sì - otto/novecentesca, ma la chiave di lettura è essenzialmente quella del nuovo millennio, e i personaggi si fanno portatori di sentimenti comuni e quotidiani - il ritorno della xenofobia, l'ambiguità della legge, l'abuso di potere e la piaga degli omicidi a sangue freddo.
Nel genere western, ogni leggenda nasconde una realtà antieroica fatta di uomini, bianchi o rossi, con le qualità e i difetti che ci accomunano. Uno dei precursori del fumetto western nel nostro paese è stato Rino Albertarelli, che con il suo Kit Carson del 1937 celebra una delle figure storiche più rappresentative del west, rifacendosi ai codici grafici e narrativi americani ancora oggi in uso e adattandoli al contesto italiano.
La mostra organizzata dall'ANAFI (Associazione amici del Fumetto) ci propone il punto di vista del mito del west di tre maestri del fumetto che rappresentano una parte importante della storia del fumetto italiano. Lucio Filippucci, Sergio Tisselli, Giovanni Romanini sono figli di un territorio, quello bolognese, che è un luogo storico di riferimento del fumetto Italiano. Sono stati discepoli/amici di Magnus alias Roberto Raviola, il Maestro, grazie al quale hanno affinato l'arte della narrativa disegnata annullando la separazione tra il cosidetto fumetto popolare e il fumetto d'autore (graphic novel) che distingueva la produzione seriale (da edicola) come Tex dal romanzo grafico destinato ad un pubblico 'adulto'. Esempi in tal senso li ritroviamo nel capolavoro del 'Texone' La Valle del Terrore di Magnus, dove Giovanni Romanini collabora con il maestro disegnandone le scene a cavallo dei protagonisti, o ancora nelle Avventure di Giuseppe Pignata, dove si dispiega tutto il talento di Sergio Tisselli nell'interpretare con l'arte dell'acquerello la sceneggiatura di Magnus. Per non parlare del bellissimo 'Texone' Seminoles, dove Lucio Filippucci interpreta graficamente la sceneggiatura di uno dei padri del fumetto westerno Italiano, lo scrittore Gino D'Antonio (Storia del West,1967) e concilia il termine fumetto popolare al fumetto d'autore in un'opera di rara e completa armonia narrativa.