Concetto Pozzati
L'artista di manifesto e segnalibro del primo compleanno di Salaborsa
Chi è Concetto Pozzati?
Concetto Pozzati nasce nel 1935 a Vò, in provincia di Padova. Figlio d‘arte, il padre è Mario Pozzati, amico di De Chirico, De Pisis, Carrà, Guidi, Licini e Morandi. Dopo la morte del padre alla fine degli anni Cinquanta si trasferisce a Bologna dove si diploma nel 1955 all’Istituto statale d’arte. Abbandona progressivamente l’informale che caratterizza la produzione artistica cittadina dopo la conoscenza di Carlo Carrà e Lucio Fontana. Inizia ad esporre le sue opere alle Biennali di Tokio, di San Paolo del Brasile, di Spoleto e di San Marino e a soli 28 anni alla XXXII Biennale di Venezia, chiamato da Cesare Gnudi e Maurizio Calvesi. La Pop Art influenza l’opera di Concetto Pozzati. Dal 1967, anno in cui Pozzati prende avvio l’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Urbino, al 1972 inizia una fase dissacratoria del suo lavoro. Negli anni successivi il tema del ricordo, con immagini private e ed elemnti personali caratterizza la sua produzione. Iniziano una serie di cicli pittorici: “Ellade”, un’ode all’arte classica, “Pani di pietra” e “A che punto siamo con i fiori” fatti di pittura materica, “Impossibile paesaggio”, esposto nella prima grande mostra antologica che la Galleria d’Arte Moderna di Bologna gli dedica. Sul finire degli anni ‘90 il ciclo “Sentinelle dal becco avvelenato” esprime il disagio dell‘artista di fronte ai cambiamenti sociali che continua nei cicli “Il pittore burattinaio” del 2002, “Torture” del 2004, “de-posizioni” del 2006 e culmina in “Ciao Roberta“ ispirato dalla morte della moglie. Con “Tempo sospeso”, “Cornice cieca” e “Quasi dolce” (2008, 2010 e 2011), Concetto Pozzati torna alla pop art e ai suoi colori. Nel ciclo “Occupato” del 2012 parla di incomunicabilità. La sua produzione artistica culmina nel 2015 con l’ultimo ciclo, “Vulvare”, un omaggio all’origine del mondo. Muore a Bologna nel 2017.