La centrale del Battiferro e altri impianti per l'energia elettrica
Sul canale Navile entra in funzione una centrale elettrica. Una “Società dello Sviluppo”, della quale fa parte la ditta Ganz di Budapest, acquista dal marchese Mazzacorati il mulino e le pile da riso esistenti presso il sostegno del Battiferro e fa scavare accanto ad esso un condotto per alimentare una turbina idraulica.
La centrale si configura come un impianto “misto”. Nel grande locale interno vi sono quattro alternatori azionati da generatori a vapore e uno mosso dalla turbina idraulica.
L'incarico per la distribuzione dell'elettricità prodotta dall'impianto è affidato alla SACE (Società anonima cooperativa di elettricità), fondata nel 1899 dall'industriale di laterizi Giuseppe Galotti.
Prima di questa centrale, a Bologna sono stati avviati solo modesti impianti sperimentali. Dal 1897 una dinamo in via delle Moline illumina alcune case in via Repubblicana (poi via A. Righi), mentre a porta Lame un piccolo generatore dà luce all'Albergo Italia.
L'Istituto ortopedico Rizzoli è servito da un impianto installato dal 1899 nell'Opificio della Grada. Presso il mulino Poggioli, a Porta Galliera, sono in funzione dal 1898 due alternatori trifase, che portano energia elettrica all'Albergo Brun, al Teatro Eden in via Indipendenza e ad alcuni negozi del Mercato di Mezzo.
Altri piccoli impianti (Aldrovandi, Cristofori, ecc.) forniscono elettricità ad opifici quali la tipografia del "Resto del Carlino", la stazione ferroviaria, la fabbrica Calzoni e il Pirotecnico.
La ditta Ganz si propone anche di installare lampade elettriche ad arco nel centro cittadino, in sostituzione dei lampioni della Compagnie Genevoise de l'Industrie du Gas.
Nel 1901 la centrale del Battiferro sarà visitata dai fisici italiani riuniti nel loro V Congresso nazionale. Ad accompagnarli sarà il prof. Augusto Righi (1850-1920), docente dell'Alma Mater ed eminente scienziato.
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