Vicini condanna l'intervento dell'Austria. Il Governo si rifugia ad Ancona

11 marzo 1831, 00:01

Giuseppe Vicini, a nome del Governo delle Provincie Unite, emana un proclama in cui sottolinea che l'occupazione austriaca di Modena e Ferrara è una violazione del principio di non intervento.

Il 15 marzo il Governo si rifugia ad Ancona. Il comando generale dell'esercito è affidato al generale Carlo Zucchi. Si spera ancora in uno sbarco francese in Adriatico.

Il non intervento è stato infatti definito da Lafayette, capo delle organizzazioni rivoluzionarie, come non ingerenza della Francia negli affari interni degli altri paesi, ma anche come divieto ad altri di farlo. L'Austria, tuttavia, ha fatto sapere di non tollerare la rivoluzione in Italia.

Il comportamento del Governo riceverà aspre critiche da parte di Giuseppe Mazzini, che lo accuserà di non aver avuto “virtù d'animo forte e sprezzatore di ogni pericolo”, né “logica di spirito rivoluzionario”, fidando più sulla diplomazia che sulle armi.

La fiducia nel ruolo tutelare della Francia gli avrebbe impedito un giudizio sereno e l'attuazione di direttive decise e radicali.

Approfondimenti
  • Giulio Cavazza, Bologna dall'età napoleonica al primo Novecento, in: Storia di Bologna, a cura di Antonio Ferri, Giancarlo Roversi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 292
  • Giuseppe Mazzini, Scritti di Giuseppe Mazzini. Politica e economia. Estratti dal volume I, rist. anast., Milano, Ledizioni, 2010, p. 50
  • Jan Pachonski, Il generale Grabinski capo supremo dell'insurrezione bolognese del 1831, in: “Il carrobbio”, 4 (1978), pp. 351-354