Verso la fine dell'anarchia

3 settembre 1848, 00:03

Il 2 settembre arriva in città il Commissario Luigi Carlo Farini (1812-1866), inviato dal governo di Roma. Il giorno successivo ritorna a Bologna il cardinale Amat, questa volta in qualità di Commissario Straordinario delle Quattro Legazioni, e viene scortato al Palazzo Pubblico dai popolani armati, mentre per le strade continuano le uccisioni e le vendette.

Farini chiede al governo romano la facoltà di mettere Bologna in stato d'assedio: secondo i suoi calcoli ammonta a circa 6.000 armati la forza irregolare che presidia Bologna e vi comanda “con audaci propositi e incredibile disordine”. Ma il Ministro delle Armi è convinto di poter restaurare l'ordine con altri mezzi.

Una reazione decisa all'anarchia dilagante comincia il 4 settembre, dopo il tentato assassinio di un carabiniere in Piazza Maggiore. Non colpito, questi insegue i suoi aggressori e ne arresta uno. E' il segnale atteso da coloro che vogliono la fine delle prepotenze e del disordine.

I dragoni affiancano i carabinieri nell'opera di repressione. Gioacchino Napoleone Pepoli, comandante provvisorio della Guardia Civica, “riunisce qualche compagnia” e forma grosse pattuglie con l'incarico di perlustrare la città nelle ore notturne e di liberarla “dagli eccessi delittuosi che la contaminano”.

Rientrano tra gli applausi i due reggimenti svizzeri del generale Latour, da tempo fermi a Forlì. Anch'essi hanno il compito di garantire l'ordine pubblico.

Si comincia a riorganizzare la polizia. La fine dell'anarchia lascia comunque uno strascico di miseria e non tutti i malfattori vengono disarmati. I furti e le aggressioni continueranno anche nelle settimane successive.

Amat e Farini, con l'assenso degli amministratori comunali, proporranno una serie di interventi per affrontare in modo più strutturale il problema della disoccupazione e della povertà della popolazione bolognese, attraverso la manutenzione di strade e la costruzione di tronchi ferroviari, chiedendo a supporto l'intervento finanziario dello stato.

Il primo ministro Pellegrino Rossi approverà il piano, ma negherà l'aiuto economico, sostenendo la necessità dell'impegno del capitale privato. Il 10 ottobre Farini lascerà Bologna e il 31 il Commissario Straordinario sarà esonerato.

Approfondimenti
  • Alla scoperta del Risorgimento a Bologna e provincia, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, nuova ed., Bologna, Congregazione felsinaria, 2011, p. 15
  • Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 50-51
  • Pompeo Bertolazzi, Cronache risorgimentali. 1831-1849, a cura di Giovanni Guidi, Bologna, Costa, 1999, pp. 50, 53-55
  • Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., pp. 439-443
  • Un giorno nella storia di Bologna, l'8 agosto 1848: mito e rappresentazione di un evento inaspettato, a cura di Mirtide Gavelli, Otello Sangiorgi, Fiorenza Tarozzi, Firenze, Vallecchi, 1998, p. 54
  • Giovanni Natali, Bologna e le Legazioni nella rivoluzione del 1848, in: Il 1859-60 a Bologna, Bologna, Edizioni Calderini, 1961, p. 49
  • Giovanni Natali, Corpi franchi del Quarantotto. I battaglioni dell'Alto Reno, del Basso Reno, dell'Idice, del Senio, in: “Rassegna storica del Risorgimento”, 1935, p. 220
  • Il Risorgimento a Bologna, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, Bologna, Studio Costa, 2010, p. 19
  • Sandro Zabbini, Nadia Cesari, Da Napoleone al 1945, in: Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 1: Da Bologna a Modena, p. 68
  • Nerio Zanardi, Capitoli bolognesi della storia d'Italia. Da Irnerio a Carducci, Bologna, Patron, 1997, p. 375