Uno spaccio comunale contro il carovita

28 agosto 1914, 00:00

L'Amministrazione comunale decide di aprire spacci per la vendita calmierata di generi alimentari, in reazione al vertiginoso aumento dei prezzi seguito allo scoppio della guerra mondiale.

Il 5 ottobre è aperto il primo negozio sotto il voltone del Podestà: alcuni uscieri del comune vendono uva praticamente a prezzo di costo, circa 20 centesimi al chilo, tra le "ostinate insolenze dei fruttivendoli".

Dopo l'uva seguiranno altri generi (pane, farina, mele, riso, ecc.) a prezzi notevolmente inferiori a quelli dei privati. Pane e farina rimarranno a lungo i generi base: nel 1915 costituiranno l'85% degli introiti.

La somma per l'avvio dell'operazione è presa in prestito dalle casse comunali. Il sindaco ne ha informato la giunta, ma non il consiglio e questo provoca grandi polemiche.

I "negozi di Zanardi" hanno comunque grande successo: la gente non ha paura di fare lunghe file, pur di avere prodotti di buona qualità e a basso prezzo.

Di fronte alle contestazioni dell'opposizione il Sindaco incarica il prof. Leone Bolaffio di trovare una veste giuridica a questa attività. Entro un anno viene creata una Associazione di Consumatori di cui fa parte la Società Operaia.

L'intento del Comune è di costituire, in collaborazione con la Provincia, le Opere pie, gli istituti di credito e le cooperative, un Ente Autonomo capace di vivere "di vita propria", con una forte componente dei consumatori nel consiglio di amministrazione.

Lo scopo dell'Istituto Autonomo per i Consumi è di fornire a basso prezzo i prodotti "di cui è indiscutibile il carattere di elementare bisogno". Nel 1920 i punti vendita comunali saranno 21, più alcuni magazzini per la vendita di scarpe e tessuti.

Approfondimenti
  • Pietro Alberghi, Il fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989, p. 54
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, vol. 1., Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, Bologna, Comune-ISREBO, 2005, pp. 118-119
  • Bologna. La cooperazione, Milano, EDIT-Ambrosiana, 1990ca, p. 76
  • Cultura e sport a Bologna negli anni della Grande Guerra 1915-1918, a cura di Paola Furlan, Bologna, Persiani, 2017, p. 20 (data cit.: 26 agosto)
  • Fabio Degli Esposti, La grande retrovia in territorio nemico. Bologna e la sua provincia nella Grande Guerra (1914-1918), Milano, Edizioni Unicopli, 2017, pp. 479-481
  • Gaetano Miti, Bologna il comune bottegaio: dai negozi di Zanardi all'Ente dei Consumi, Bologna, Patron, 2015, p. 33 sgg.
  • Paola Furlan e Marco Poli, Nacquero presto i negozi Zanardi, in "Bologna incontri. Mensile dell'Ente provinciale per il turismo di Bologna", 5 (1984), pp. 38-40
  • Nazario Sauro Onofri, Francesco Zanardi sindaco di Bologna, in Francesco Zanardi. Storia di un socialista dall'Ottocento alla Repubblica, atti del Convegno di studi, Mantova, 5 ottobre 1991, pp. 142-143
  • Nazario Sauro Onofri, La grande guerra nella città rossa. Socialismo e reazione a Bologna dal 1914 al 1918, Milano, Edizioni del Gallo, 1966, p. 157 sgg.
  • Pane e alfabeto. Francesco Zanardi sindaco socialista di Bologna (1914-1919), a cura di Marco Poli, Bologna, Costa, 2014, pp. 62-65, 144 (data cit.: 26 agosto 1914)
  • Alberto Preti, Cinzia Venturoli, Il Comune socialista (1914-1920), in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 10
  • Vera Zamagni, L'economia, in Renato Zangheri, Bologna, Roma (ecc.), Laterza, 1986, p. 271 e sgg.