Una dimostrazione per il professor Tommasini allarma il governo
La sera del 21 giugno, alla fine delle lezioni universitarie, un gruppo di studenti accompagnano il professor Giacomo Tommasini dall'ospedale alla sua abitazione in via S. Vitale, per offrirgli un busto di marmo, opera di Cincinnato Baruzzi.
Lungo la strada gli studenti gridano frasi in sua lode, appellandolo “onore d'Italia” e “restauratore dell'italica medicina”.
Il celebre professore, che in passato ha avuto in cura Paganini e Leopardi, è in sospetto di liberalismo e sorvegliato dalla polizia, alla quale l'Arcivescovo Oppizzoni chiede un rapporto sull'insolita manifestazione.
L'Arcicancelliere e il Legato temono che l'omaggio a Tommasini sia un pretesto per una manifestazione politica.
Rinunciano tuttavia a vietarne lo svolgimento - per non provocare la reazione studentesca - e si limitano a impedire alla banda dei carabinieri di partecipare alla festa, per non dare l’impressione di approvarla.
Insoddisfatto del clima ostile nei suoi confronti, Tommasini risponderà l'anno seguente all'offerta di un incarico presso la corte di Parma e nel novembre 1829 lascerà Bologna.
- Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 4., p. 309
- Carlo Calcaterra, Alma Mater Studiorum. L'Università di Bologna nella storia della cultura e della civiltà, Bologna, N. Zanichelli, 1948, p. 298
- Gherardo Forni, L'Università di Bologna da pontificia a nazionale, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, p. 360
- François Gasnault, La cattedra, l'altare, la nazione. Carriere universitarie nell'Ateneo di Bologna, 1803-1859, Bologna, CLUEB, 2001
- Giacomo Leopardi e Bologna: libri, immagini e documenti, a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna, Pàtron, 2001, p. 74
- Storia della Università di Bologna, vol. 2., Luigi Simeoni, L'età moderna (1500-1888), Bologna, Zanichelli, 1947, p. 201