Si levano i paracarri dai portici

11 dicembre 1797, 00:05

Per ordine della municipalità di San Domenico vengono tolti i “fittoni” e i gradini a capo dei portici cittadini, visti, oltre che come intralcio alla circolazione, come appropriazione indebita di suolo pubblico. Laddove vi sono più di tre gradini vengono costruite delle rampe o discese.

Tra i paracarri abbattuti ci sono i famosi Stelloni che delimitavano la piazza del Nettuno separandola dal Mercato di Mezzo e le colonnette con i leoni poste davanti al Foro dei Mercanti.

Nel febbraio 1798 l'ex senatore Aldrovandi farà cavare dalla facciata del suo bel palazzo in via Galliera i 23 fittoni di marmo d'Istria presenti, rovinando il marciapiede.

Viste come simboli del passato, anche le catene tra i paracarri saranno in alcuni casi rimosse e deposte come trofei attorno agli alberi della libertà.

Approfondimenti
  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 63, 67-68, 70, 397-398, note 18-19, 399-400, nota 30
  • Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, Bologna, Tipografia delle Scienze di G. Vitali, vol. 1., 1870, p. 22
  • Francesco Majani, Cose accadute nel tempo di mia vita, a cura di Angelo Varni, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 365-366, nota 669
  • Alberto Menarini, Athos Vianelli, Bologna per la strada. Leggende e curiosità, Bologna, Tamari, 1973, pp. 62-64