Suicida dalla Torre Asinelli

23 settembre 1874, 12:11

Il giovane Oreste Amadori, garzone di drogheria, si suicida poco prima di mezzogiorno del 23 settembre gettandosi dalla torre Asinelli.

In cima alla torre si ritrovano "il cappello, il bastone, la giubba ed i polsini" che ha lasciato a terra prima del volo. Nelle sue tasche un suo ritratto e una lettera.

Pare sia stato spinto al folle gesto "da una inconsiderata passione amorosa". Nella lettera per il padre è scritto: 

"Troncai giorni che mi sarebbero diventati troppo infelici. Vi amai e vi ringrazio di tutto quello che avete fatto per me. Non cercate il motivo che mi ha indotto a fare questo passo perché sarebbe inutile".

L'ultimo dramma dell‘Asinelli risale a molti anni prima. Nel 1834 un giovane ubriaco si gettò dalla cima assieme al suo boccale, che si sfracellò sui merli della rocchetta.

Negli anni seguenti vi saranno numerosi tentativi sconsiderati di ascesa o discesa lungo il parafulmine e anche di suicidio, finché nel 1974 il Comune installerà delle inferriate. 

“Cazèrs za da la Tarr” (gettarsi giù dalla Torre) è un modo comune a Bologna per descrivere una situazione disperata.

Approfondimenti
  • Alessandro Cervellati, Bologna al microscopio, Bologna, Edizioni aldine, vol. 1., Usi, costumi, tradizioni, 1950, p. 188
  • Paola Giovetti, L'Italia dell'insolito e del mistero. 100 itinerari diversi, Roma, Edizioni mediterranee, 2001, p. 69
  • Alberto Menarini, Vocabolario intimo del dialetto bolognese. Amoroso, sessuale, scatologico, Bologna, I portici di Bologna, 2004, p. 71